I migliori film horror di sempre
Da La casa di Sam Raimi a It Follows di David Robert Mitchell: un pieno di paura con i migliori film horror di sempre
Scomponiamo il viso in espressioni improponibili. Ci accartocciamo sui divani con attacchi cardiaci e crampi addominali. Urliamo sconsideratamente allarmando l’intero vicinato.
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Non dormiamo la notte nascondendoci sotto le coperte, mentre attendiamo che la creatura incarnazione di tutti nostri peggiori incubi ci trascini in universi popolati da suoi simili.
Perché abbiamo bisogno di provare paura?
Perché è adrenalinico, perché è una sfida, perché per gli amanti del genere è molto divertente.
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La paura al cinema si chiama horror, ed è il genere che, più di altri, è giocato su alcuni cliché, che funzionano da ‘paletti narrativi’ su cui il film va lavora in trama e messa in scena.
La bravura di un regista sta nella nuova collocazione che riesce a dare a ogni elemento e nella sua personale interpretazione di un filone - non a caso sono diversi gli esordienti che si affidano al genere come esercizio stilistico.
Dalla home invasion al survival horror, passando per lo slasher (coltelli), lo snuff (torture), il cannibal, il found foutage (ritrovamento di una cassetta o simili), ma anche da innesti con altri generi come sci-fi, comedy o giallo, l’horror è davvero un terreno fertile per divertirsi lasciando spazio alla fantasia.
Come potrete capire, creare una lista di quelli che per noi sono gli horror definitivi è stata tutt’altro che un’impresa semplice. Eppure ce l’abbiamo fatta.
Buona paura e, ricordate, «Per mantenere la calma, continuate a ripetere: è solo un film… solo un film… solo un film» ( cit. trailer e manifesti di L’ultima casa a sinistra di Wes Craven).
(La selezione inizia sotto la foto)
La casa, di Sam Raimi
La casa di Sam Raimi è da considerarsi il cult per eccellenza di quel filone di genere che racconta l’improbabile e sanguinosa avventura di un gruppo di amici che, partiti per un weekend in montagna, scoprono che l’isolata baita in cui alloggiano è infestata da uno spirito maligno da cui dovranno riuscire a sopravvivere.
La casa ha segnato l’esordio di una delle più celebri saghe horror di sempre - hanno infatti fatto seguito La casa 2 e L’armata delle tenebre - nonché l’esordio alla regia del papà di Spider Man, di cui vi consigliamo di non perdervi anche Drag Me to Hell.
Poltergeist - Demoniache presenze, di Tobe Hooper
Classe 1982, il film di Tobe Hooper scritto da Steven Spielberg è paura allo stato puro (soprattutto se vi ci siete inavvertitamente scontrati da bambini).
La figlia più piccola di una tranquilla famigliola americana viene sorpresa a parlare con il televisore, dentro cui poi sparisce misteriosamente.
Inizia così un’avventura da incubo, tra presenze inquietanti e dispettose.
Dopo il grande successo di questo primo film, sono stati girati anche Poltergeist 2 - L’altra dimensione (di Brian Gibson) e Poltergeist 3 - Ci risiamo (di Gary Sherman), oltre che una serie tv spin-off.
Halloween - La notte delle streghe, di John Carpenter
Classico d’autore di genere, Halloween ha segnato gli incubi di moltissimi giovani, trasformando una festività già creepy in un pozzo di paura.
Parliamo ovviamente del 31 ottobre e protagonista della vicenda è l’ormai leggendario Michael Myers.
Internato in una clinica psichiatrica a soli sei anni per aver ucciso la sorella, Michael ne ha quindici quando riesce a fuggire per tornare al paesello natale.
È grazie alla concomitanza con i travestimenti per ‘la notte delle streghe’, che Michael potrà compiere indisturbato un’altra strage.
Halloween è uno degli horror più spaventosi di sempre perché mette in scena la necessità spesso vuota del male: Michael cela dietro la sua fredda maschera bianca la totale mancanza di sentimenti umani.
The Descent - Discesa nelle tenebre, di Neil Marshall
Il regista Neil Marshall ha sfornato un capolavoro di angoscia come The Descent, per poi eclissarsi all’ombra di film di dubbio valore come Doomsday e Centurion (ma ha anche girato diversi episodi di Westworld e Game of Thrones).
The Descent è un horror al femminile, in cui le protagoniste sono un gruppo di amiche amanti dell’avventura che decidono di andare a fare il solito 'fortunatissimo' weekend fuoriporta insieme.
Questa volta la spedizione prevede una pericolosa discesa nelle cave di Boreham (Appalachi), dove nulla si rivelerà combaciare con quello che è tracciato sulla guida, intrappolandole al buio.
Clustrofobia, ansia e sangue, si alternano in questo incredibile film di genere, in un’escalation che vi lascerà senza fiato. Ancora oggi, The Descent è uno degli horror più originali visti al cinema.
La notte dei morti viventi, di George A. Romero
George A. Romero nel 1968 inaugura il filone ‘dei morti viventi’ con questo film il cui immaginario è entrato nella cultura di massa.
Pennsylvania: misteriose radiazione emesse da una sonda spaziale di ritorno da Venere, iniziano a resuscitare i morti, trasformandoli in creature assetate di sangue e altamente infettanti.
Un gruppo d’individui, i cui destini sono legati a quella spaventosa notte, si rifugiano in un casolare, dove però rimangono asserragliati dalle fameliche creature.
La loro missione, a questo punto, non potrà che essere la sopravvivenza.
Un film in grado di mescolare brivido, risate e critica sociale, che ha aperto la strada a un nuovo sottogenere.
It follows, di David Robert Mitchell
It Follows è stato l’horror rivelazione degli ultimi anni.
Uscito in sala nel 2014, la sua fama si è diffusa in breve tempo grazie al passaparola degli appassionati di genere, per cui ha rappresentato una vera boccata d’aria fresca.
It Follows lascia senza fiato già dall’apertura: siamo in classico quartiere americano di villette a schiera, una ragazza esce concitata da casa e sale in macchina.
Arrivata nei pressi di una spiaggia, telefona al padre per dirgli che è tutto ok e gli vuole bene.
Il mattino successivo il suo cadavere giace sulla spiaggia, in una sorta di scultura umana scomposta.
Un’altra ragazza esce un ragazzo che le piace, ma dopo aver fatto l’amore in una serata tutt’altro che rilassante, lui la stordisce.
Quando si sveglia, si trova legata a una sedia in una zona dispersa, mentre il ragazzo ancora sotto shock le racconta di averle trasmesso ‘una cosa’ che la seguirà, finché come lui, lei non riuscirà a passarla a qualcun altro.
Un film di presenze e mistero, di male impersonificabile e violenza improvvisa: It Follows è raccontato e messo in scena alla perfezione.
The Orphanage, di Juan Antonio Bayona
È un horror raffinatissimo quello di Juan Antonio Bayona alla sua opera prima, prodotta da Guillermo del Toro.
Bayona gioca con i cliché di genere per raccontarci una storia d’infanzia rubata.
Laura ha vissuto i primi anni della sua vita in un orfanotrofio, poi è stata adottata.
Divenuta adulta, Laura torna in quel luogo così importante per la sua infanzia insieme al marito e al piccolo che hanno adottato, Simon.
Il bambino incomincia però ad avere una serie di strani amici immaginari che, dopo non molto, s'insinueranno nella loro vita familiare sotto forma di presenze tangibili e inquietanti.
Atmosfere gotiche, nenie infantili e suspense rendono The Orphanage un grande classico di paura, oltre che un’opera filmica davvero notevole.
Hostel, di Eli Roth
Hostel è il film che più di altri ha portato un sottogenere molto più truculento dell’horror, lo splatter, a un livello di fama mainstream.
Zaino in spalla, un gruppo di amici parte per la Slovacchia, dove quella che loro speravano fosse una vacanza tutto sesso e divertimento, si trasforma in un vero incubo.
Eli Roth (Terror Firmer, Cabin fever, L’ultimo esorcismo) firma un cult di violenza perversa, tutto basato sulla tortura come puro divertissement fine a se stesso.
Se siete di quelli che si coprono gli occhi durante le scene di sangue nei film horror, diciamo che Hostel non fa propriamente per voi.
La casa dei 1000 corpi, di Rob Zombie
Rob Zombie, oltre alla sua notorietà come ex-frontman della band metal statunitense White Zombie, è anche un bravissimo regista.
Suo è Halloween - The Beginning, splendida operazione slasher di remake-prequel del classico di Carpenter (di cui vi abbiamo parlato sopra).
Tra i suoi film provocatori dall’animo dark, il più celebre rimane però La casa dei 1000 corpi (2003), che fra altro presenta uno dei pagliacci più iconici e paurosi della storia del cinema: il Dottor Satana.
È sulle sue tracce che, la notte di Halloween, si mette un gruppo di ragazzi.
A bordo della loro macchina, in una piovosa serata autunnale, i quattro amici vanno alla ricerca di stranezze per una ‘guida turistica’ a cui stanno lavorando.
È a una stazione di servizio con annesso museo degli orrori, che vengono a conoscenza della storia del Dottor Satana, un leggendario assassino del luogo, che decidono di andare a trovare.
Rob Zombie prende tutta la sua cultura underground da b-movie e tv spazzatura e la infila in questo film che, con un linguaggio ipnotico stile videoclip, ci offre un nuovo e divertentissimo cult di genere.
Non aprite quella porta, di Tobe Hooper
Tobe Hooper ha firmato un altro - in questa classifica trovate anche il suo Poltergeist - classico di paura con Non aprite quella porta, di cui nel 2003 Marcus Nispel ha realizzato il remake con Jessica Biel.
Il titolo originale del film è The Texas Chainsaw Massacre e racconta le disavventure di un gruppo di ragazzi che finiscono nelle grinfie di una famiglia di spietati assassini.
Tra i suoi componenti il più iconico e indimenticabile è Leatherface - tanto da avere uno spin-off dedicato, girato nel 2007 da Alexandre Bustillo e Julien Mary - celebre per la sua maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio e la motosega sempre in azione.
Non aprite quella porta è uno di quegli horror che ci ha insegnato quanto nel cinema di genere sia importante creare un mostro spaventoso non solo nell’azione, ma anche nelle fattezze.
Un mostro impossibile da dimenticare, per vederlo tornare ciclicamente nei nostri peggiori incubi.
La casa dalle finestre che ridono, di Pupi Avati
Tra i film italiani più apprezzati e conosciuti anche all’estero, è incredibile notare come diversi appartengano al genere horror grazie a nomi di registi come Avati, Argento, Bava, Fulci e D’Amato, che negli anni Settanta hanno fatto scuola infilando un cult dietro l’altro.
Pupi Avati gira La casa dalle finestre che ridono nel 1976.
È il suo quinto film, nonché un’opera di un’inquietudine rara.
Stefano (Licio Capolicchio) è un giovane pittore chiamato a restaurare la folle creazione di un artista morto suicida.
Appena incomincia a lavorare al quadro, Stefano cade vittima di eventi inspiegabili e diventa testimone di una serie di morti.
Ambientato nella campagna bolognese, La casa dalle finestre che ridono ci mostra come la provincia italiana sia perfetta per quelle atmosfere di genere che hanno reso il film di Pupi Avati - poi passato al dramma negli anni a venire - il giallo nostrano per eccellenza.
Suspiria, di Dario Argento
Mentre attendiamo impazienti il remake di Luca Guadagnino, su cui già circola un hype pazzesco, non potevamo certo dimenticarci di Dario Argento e del suo Suspiria in questa classifica.
Qualcuno dirà che sarebbe stato meglio avere Profondo Rosso, altri preferiscono Il gatto a nove code, L’uccello dalle piume di cristallo o Quattro mosche di velluto grigio: la verità è che parlando di un grande maestro della paura come Argento la scelta si fa ardua.
Eppure Suspiria, con la sua messa in scena cromaticamente perfetta, la sua storia d’amicizia, stregoneria e malefici tutta al femminile ambientata in Germania, è l’opera di Dario Argento che più di tutte ci lascia stesi dalla paura.
L’aldilà - ... E tu vivrai nel terrore!, di Lucio Fulci
The Beyond - è questo il titolo internazionale del film di Lucio Fulci made in 1981 - è il secondo capitolo della cosiddetta Trilogia della Morte (Paura nella città dei morti viventi, 1980; Quella villa accanto al cimitero, 1981).
La saga del regista italiano che ha dedicato tutta la sua vita al genere con produzioni una più originale e indimenticabile dell’altra, è molto apprezzata all’estero.
Non è un caso che sia stato Quentin Tarantino, mega-fan di Fulci, a volere il restauro di questo particolare film.
L’aldilà racconta di un albergo maledetto costruito nel 1927 sopra una delle sette porte dell’Inferno.
È il 1981 quando Liza lo riceve in eredità e, nonostante venga messa in guardia, ci si trasferisce a vivere. Il resto ve lo lasciamo immaginare.
Nightmare - Dal profondo della notte, di Wes Craven
Non c’è classifica horror senza Wes Craven e il suo Freddy Krueger, che per il cinema ha impersonificato ‘l’uomo nero’ definitivo.
Una giovane ha un sogno: un uomo con lame di affilatissimi coltelli al posto delle dita, la insegue per ucciderla.
Poi si sveglia.
Quando racconta cosa ha sognato ai suoi amici, scopre che anche un’altra ragazza ha visto lo stesso uomo nel sonno, mentre il resto del gruppo rimane scettico.
A casa senza genitori per la notte, la giovane invita tutti a dormire per paura di rimanere sola.
Inizia così per i ragazzi un’avventura da incubo.
Nightmare è la saga slasher - horror coi coltelli - più famosa di sempre, anche se l’episodio inaugurale di Wes Craven rimane il caposaldo di genere per eccellenza.
Di Wes Craven non potete non vedere anche L’ultima casa a sinistra (1972), Le colline hanno gli occhi (1975), La casa nera (1991). Di Scream vi parliamo sotto.
L’esorcista, di William Friedkin
Film demoniaco per antonomasia della storia del cinema, L’esorcista rivisto oggi forse non fa più così paura come nel 1974 a causa degli effetti speciali un po' vintage, ma qualche secondo di arresto cardiaco ce lo provoca ancora.
Protagonista è una giovane ragazza che, dopo aver dimostrato qualche segno di squilibrio mentale, viene sottoposta a una serie di cure mediche che però sembrano non sortire nessun effetto.
La famiglia, prima di dichiararsi del tutto vinta, chiama un padre gesuita laureato in medicina e psichiatria a visitarla.
Sarà l’uomo che riscontrerà le prime tracce della presenza di Satana nella giovane, consigliando di praticarle un esorcismo.
Un dramma familiare che muove una serie di questioni moral-religiose, raccontato magnificamente (non a caso nel 1974 ha vinto un Oscar per la Migliore sceneggiatura non originale, essendo tratto dal romanzo di William Peter Blatty, che lavorò anche alla scrittura del film).
Le sue atmosfere cittadine cupe e spaventose, la sua rivisitazione del sensazionalismo di genere, lo rendono uno dei grandi film della nostra era.
Shining, di Stanley Kubrick
Stephen King portato sul grande schermo da Kubrick.
Potremmo finirla qui, ma in caso non abbiate mai visto Shining - ma davvero? - rimediate subito.
Saranno le atmosfere dannate dell’Overlook Hotel, saranno gli spaventosi personaggi che lo abitano, sarà la bravura di Jack Nicholson nei panni del suo folle protagonista o quella di Shelley Duvall nel ruolo della malcapitata moglie, sta di fatto che Shining è entrato nella cultura di massa con il suo immaginario.
Non c’è un Halloween in cui non vediamo qualcuno vestito dalle due gemelle, o da Jack Torrance, ma soprattutto se diciamo “il mattino ha l’oro in bocca” sappiamo tutti di cosa stiamo parlando.
La storia in breve: uno scrittore viene assunto come guardiano invernale in un albergo isolato sulle montagne, dove si trasferisce con la moglie e il figlio.
Le sue innate qualità extra-sensoriali gli faranno conoscere l’oscuro passato dell’albergo fino a sopraffarlo.
Venerdì 13, di Sean S. Cunningham
Primo capitolo di una lunga saga horror, Venerdì 13 è un altro capolavoro di genere.
La storia del massacro nel Campo estivo di Crystal Lake è celebre soprattutto per averci fatto conoscere un’altra delle maschere ‘di paura’ più traumatiche del cinema horror: quella di Jason Voorhees, il cui volto è coperto da una tradizionale maschera da hockey.
Sarà lui a uccidere una serie di ragazzini che sono nel campeggio a trascorrere il periodo estivo.
A differenza di altri ‘mostri sui generis’, che spesso uccidono solo per saziare la propria fame di violenza, il gesto di Jason ha una motivazione che va cercata nel suo passato e legata proprio a quel luogo di vacanza.
Saw, di James Wan
James Wan è un maestro di genere: The Conjuring 1 e 2, Insidious, Dead Silence sono solo alcuni dei suoi film (oltre all’ottimo Fast & Furious 7).
Saw - L’enigmista è il suo primo lungometraggio alla regia ed è costruito su un semplice cliché cinematografico applicato all’horror, che ci ha mostrato da subito la grandezza di Wan come narratore di paura.
Due uomini si risvegliano in un bagno sudicio, ciascuno legato ai due lati opposti della stanza. In mezzo a loro giace un cadavere. Una voce sconosciuta s’insinua tra le pareti dell’angusta prigione svelando ai due una serie d’indizi che li metteranno l’uno contro l’altro in una serie di prove senza vie di fuga.
Semplice, geniale e angosciante, Saw - L’Enigmista è uno dei migliori horror dei Duemila.
Martyrs, di Pascal Laugier
Fughe, sangue e proiettili: il film del regista francese Pascal Laugier racconta la storia di una carneficina attraverso un revenge movie molto fisico e sporco.
Martyrs inizia con un flashback in cui vediamo la protagonista ancora bambina fuggire da qualcosa, mentre attorno a lei regna un universo alla Silent Hill.
Questo episodio della sua vita apre la seconda parte del film, che è quella che parla di vendetta.
E qui inizia quell’escalation di torture e supplizi, che giustificano al cento per cento il titolo angosciante del film.
Come nel caso di Hostel, se non avete stomaco, meglio che lasciate perdere: Martyrs è così duro, da risultare a tratti insostenibile.
Per chi invece non teme la violenza, vedrà uno dei film di genere migliori degli ultimi anni.
Audition, di Takashi Miike
Takashi Miike è uno dei registi giapponesi più eclettici e prolifici di sempre.
Audition è la trasposizione filmica dell’omonimo romanzo di Murakami Ryu e racconta la storia di un produttore cinematografico che, rimasto vedovo, vuole risposarsi.
Durante un casting organizzato da un amico, l’uomo incontra una giovane donna e, purtroppo per lui, se ne innamora perdutamente.
Definire quest’opera di Miike un horror è forse riduttivo: il suo è cinema visionario, fatto d’immaginari che sfociano nell’onirico e in un gioco carnefice-vittima che sembra seguire stilemi tradizionali di trama per poi trasformarsi in un viaggio oscuro nell’animo umano.
Audition è un film intellettuale e intenso, che v’incollerà alla schermo, anche quando non ne vorreste sapere di guardare.
La cosa, di John Carpenter
La cosa è il classico per eccellenza nella filmografia di Carpenter.
Se non lo avete mai visto, forse i suoi effetti speciali vi sembreranno un filo troppo vintage oggi, ma la sua storia e come è narrata da uno dei grandi padri del genere horror - di Carpenter sono anche Halloween: la notte delle streghe (1978), Fog (1980), Christine la macchina infernale (1983), Essi vivono (1988), solo per citarne alcuni - lo rendono un successo intramontabile.
Alaska: in una base militare la vita di 12 scienziati è in pericolo.Una serie di radiazioni ha riportato in vita un mostro in grado di assumere sembianze sia animali sia umane.
In attesa dei soccorsi, i superstiti devono capire come sopravvivere alla strana creatura in un’escalation di paura e violenza.
Scream - Chi urla muore, di Wes Craven
Altro cattivo iconico del cinema horror, la cui maschera poi è stata ripresa a sfinimento in una serie di film-parodia, Wes Craven (Nightmare - Dal profondo della notte, vedete sopra) ce lo propone in questo cult anni ’90.
Il film inizia con una situazione tanto semplice, quanto orchestrata alla perfezione: una giovane Drew Barrymore è a casa da sola e si appresta a guardare un film, quando riceve la telefonata di un misterioso individuo che la travolge di domande fino all'epocale scambio di battute: “Perché vuoi sapere come mi chiamo?”, “Per sapere chi sto guardando”.
Scream è la storia di un serial killer vestito da fantasma della morte che terrorizza una tranquilla cittadina della California, ma anche quella dell’indagine organizzata per fermarlo.
Wes Craven si siede in cattedra e ci mostra come, con i cliché, si possa realizzare dell’ottimo cinema.
The Ring, di Gore Verbinski
Kids revange horror remake di un classico giapponese firmato Hideo Nakata - che dalle nostre parti, però, non ha goduto dello stesso successo mainstream di questa versione americana - The Ring inizia con le morti di quattro adolescenti che avvengono contemporaneamente in luoghi diversi.
Risalendo a cosa i ragazzi avessero fatto prima del tragico evento, la zia di una delle vittime scopre che avevano guardato tutti una misteriosa videocassetta premonitrice delle loro morti.
La donna, aiutata dal figlio piccolo e dal fidanzato, inizia un’indagine che la porterà a scoprire verità cruente e spaventose.
Pop corn movie di genere, The Ring coinvolge e spaventa, riuscendo a non rallentare mai il ritmo della tensione.
It, di Andres Muschietti
I traumatizzati dalla serie tv anni ’90 con Tim Curry, hanno fatto la fila nei cinema per vedere se, da adulti, fossero finalmente riusciti a sconfiggere le loro paure grazie a questa nuova trasposizione del classico di paura firmato Stephen King.
Ne hanno trovate di nuove, grazie all’ottima rivisitazione cinematografica del bravo Andres ‘Andy’ Muschietti (La madre): il suo It è innanzitutto una storia d’amicizia made in Eighties di un gruppo di ragazzini - con tanto di effetto nostalgia - la cui solidità viene rafforzata e allo stesso tempo messa alla prova al cospetto di uno spaventoso mostro con le sembianze di un pagliaccio.
Viso fanciullesco e abiti da teatrante, l’It di Muschietti è la metafora perfetta dell’orrore che, in diverse declinazioni, molti dei protagonisti stanno vivendo nella propria esistenza.
Il secondo capitolo del film, che vede i ragazzini ormai adulti tornare in città per riaffrontare il mostro, uscirà nel 2019.
Alien, di Ridley Scott
Alien rimane la più inquietante indagine cinematografica sulla presenza umana nell’Universo, una spaventosa riflessione su quello che pensiamo di essere e su ciò che potremmo diventare al cospetto dell’ignoto.
Film claustrofobico, con la Sigourney Weaver migliore di sempre nei panni dell’ormai iconica Ellen Ripley, Alien racconta le disavventure dell’equipaggio di un’astronave che, sbarcato su un pianeta dopo aver captato una richiesta di aiuto, scopre che gli abitanti sono stati colonizzati da una razza aliena che ha appena deposto una gigantesca covata.
La violazione del territorio e del corpo umano da parte di una creatura aliena mostruosa non era cosa nuova al cinema all'uscita di Alien nel 1979 - pensiamo agli z movies o a L’invasione degli Ultracorpi - eppure Ridley Scott ha saputo elevarne il grado di paura e messa in scena a livelli ancora oggi ineguagliabili.
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