Chi è Michele Riondino, il giovane Montalbano che conduce Venezia 2018
Michele Riondino, padrino di Venezia 2018, è diventato famoso nei panni del giovane Montalbano: ecco cosa sapere su di lui, tra carriera e vita privata
Michele Riondino è il padrino della 75esima Mostra del Cinema di Venezia e ne condurrà le serate di apertura e chiusura (29 agosto-8 settembre).
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Noto ai più come Il giovane Montalbano, l'attore tarantino merita di essere conosciuto meglio.
Ecco perché abbiamo raccolto tutto quello che c'è da sapere su di lui, dall'infanzia e i genitori a film e carriera fino a compagna (Eva, che non sposerà mai) e figlia, Frida.
Eccovi Michele Riondino in pillole.
(Continua sotto la foto)
La carta di identità di Michele Riondino
Nasce il 14 marzo 1979 a Taranto
Età 39 anni
Segno zodiacale, Pesci
Altezza 1,8 m
Occhi grigi
Capelli ricci e castani
Fidanzato con Eva Nestori, make-up artist conosciuta sul set della fiction Montalbano
Papà della piccola Frida
Genitori e biografia
Il padre Franco ha lavorato a lungo come operaio dell’Ilva; la madre ha sempre fatto la casalinga.
Michele Riondino lascia ben presto Taranto per trasferirsi a Roma, dove frequenta l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica.
Legato da un rapporto di odio e amore per la sua città natale, dal 2013 Michele Riondino è direttore artistico del concerto del Primo Maggio a Taranto, un evento alternativo a quello di Piazza San Giovanni a Roma nato in polemica esplicita con i sindacati confederali e un modo per dare voce ai lavoratori indefessi che lavorano in condizioni poco sicure e poco salutari.
Dagli esordi al successo: film e programmi tv
Michele Riondino ha fatto teatro (dove tornerà la sera dopo aver chiuso Venezia 2018), cinema (ha lavorato con tutti, da Marco Risi a Mario Martone) e tv.
Esordisce nel 2003 in Distretto di polizia. Nella fiction interpretava Daniele, il fidanzato di Sabina (Giulia Michelini), la sorella del commissario Giulia Corsi (Claudia Pandolfi).
Nel 2012 è Il giovane Montalbano, prequel della nota serie TV con Luca Zingaretti, in cui interpreta il neocommissario siciliano.
Seguono ruoli da non-protagonista al cinema, che gli permettono però di mettersi in luce artisticamente e di aggiudicarsi diverse candidature.
Compagna e figlia: la vita privata di Michele Riondino
Innamoratissimo di Eva Nestori, l’attore ha più volte dichiarato di non credere nell’istituzione del matrimonio e di voler scegliere la sua compagna tutti i giorni senza nessuna imposizione.
Il segreto del loro amore: non essere amici su Facebook e portare la stessa taglia di vestiti. Così possono scambiarsi le salopette, le magliette e i jeans. Inoltre, non parlare mai di matrimonio
Il nome della figlia è un omaggio a Frida Kahlo, celebre pittrice messicana molto apprezzata dall’attore e dalla make up artist. L’attore ha spiegato di aver affrontato in modo molto particolare alla paternità, scoprendo a poco a poco la bellezza di essere padre.
Dicono di lui
Pregi e difetti: è un solitario totale, è un uomo distratto, non ricorda mai i nomi, le facce, le circostanze, e colleziona moltissime “figure barbine”. È disordinato, non solo nella gestione degli oggetti ma anche in quella dei sentimenti e dell’emotività.
Da pecorella impaurita a leone calmo ma fiero, dopo un’adolescenza trascorsa nella timidezza, un giorno ha deciso di fingersi feroce, andare a Roma a studiare recitazione, a sperimentare… così feroce lo è diventato davvero.
Un "mammone" che adora tornare a Taranto dalla madre, abbracciarla stretta stretta e farsi cucinare qualcosa di buono.
E della sua adolescenza
Era un pessimo studente: a 15 anni si è iscritto alla scuola tecnica perché c’era poco italiano – che odiava – e si studiava il minimo indispensabile. Si è subito pentito della scelta.
Inizia a fare teatro nel più totale anonimato perché si vergogna come un ladro. Ma proprio grazie alla recitazione ha potuto superare la sua timidezza.
Nel suo primo libro autobiografico Rubare la vita degli altri inizia con la parola “odio”: «Odio le ciminiere, odio il loro fumo e odio tutti quelli che mi hanno detto, quand’ero ancora piccolo, che se il fumo e bianco non inquina perché e vapore acqueo».
Da bambino boy scout che sognava di fare l’archeologo, ad adolescente affascinato da L'attimo fuggente (1989) di Peter Weir, insieme ad alcuni amici fonda "la setta dei poeti estinti", con i quali ha intenzione di mettere su una band. Ma la carriera musicale non è la sua strada…
Gli incontri che gli hanno cambiato la vita con Emma Dante, la regista teatrale che ha ribaltato “l’obbligo accademico” dell’attore; con Daniele Orazi, il suo agente, che dopo averlo scovato in un teatro semideserto e averne compreso il talento, ha saputo aspettarlo.
Con Daniele Vicari il regista che lo aveva fortemente voluto, accanto a Elio Germano, nel film Il passato è una terra straniera e con Mario Martone che aveva talmente apprezzato la sua passione per il teatro da aspettarlo per il suo film sul Risorgimento noi credevamo.
Persona umile e desiderosa di mantenersi autentica, Riondino dice del suo successo:
«Sono rimasto integro, abbastanza credo. E ciò che penso oggi lo pensavo anche quindici anni fa. In caso deragliassi, i miei amici avrebbero la facoltà di menarmi forte».
È uno stakanovista convinto che avendo iniziato nelle cantine dei centri sociali, montando le scenografie, attaccando le luci, smontando le cantinelle, facendo l’attore e il facchino, spesso si è trovato tra un ciak e l’atro a dare una mano ai montatori.
Negli anni della gavetta si è fatto spesso male al lavoro, tra le più gravi una frattura al piede per via di un movimento scenico eseguito male durante uno spettacolo di Marco Baliani, con la recita portata a termine lo stesso, nonostante il dolore.
Mostri sacri, maestri e leggende Billy Bob Thornton è il suo attore preferito; Xavier Dolan è un piccolo genio, e Guillermo del Toro è un artista totale.
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