Pronti per una maratona da brivido e un tuffo nella paura? Ecco i migliori film horror da vedere su Netflix tra novità e grandi classici
Quella strana ombra alla finestra. Una persiana che sbatte. Il cellulare che vibra quando non deve. Una stanza buia da cui sentiamo distintamente provenire strani scricchioli (come no…).
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Se è paura quella che vogliamo provare, non c’è niente di meglio che guardare su Netflix un film horror tra le sicure pareti domestiche.
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Al cinema, una volta usciti, abbiamo un po’ di tempo per smaltire la strizza. Anche se la maggior parte delle volte, poi, verso casa ci corriamo semi-inciampando con la netta sensazione che qualcuno ci stia seguendo (ma chi?) e, una volta arrivati, un'occhiata sotto al letto la diamo, per evitare che qualche mostro reminiscenza dell’infanzia sia lì, pronto ad attaccarci in piena fase REM.
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Quando siamo a casa, tutto questo non ha il tempo di succedere. Il luogo della paura diventa infatti lo stesso in cui proviamo a somatizzarla.
Inutilmente. Visto che ci spaventiamo per qualsiasi oggetto, rumore o situazione che in altri momenti ci risulterebbero assolutamente innocui, implementando il nostro stadio psico-fisico già alterato di ulteriori auto-suggestioni.
Alcuni non lo sopportano, per altri fa parte del gioco ed è iper-divertente.
Fan dei film horror, siete pronti? Ecco i migliori titoli di genere ora in streaming Netflix.
Che la paura sia con voi. Nelle vostre case.
(Continua sotto la foto)

Saw - L’enigmista, di James Wan
James Wan è un maestro di genere: The Conjuring 1 e 2, Insidious, Dead Silence sono solo alcuni dei suoi film (oltre all’ottimo Fast & Furious 7).
Saw - L’enigmista è il suo primo lungometraggio alla regia ed è costruito su un semplice cliché cinematografico applicato all’horror, che ci ha mostrato da subito la grandezza di Wan come narratore di paura.
Due uomini si risvegliano in un bagno sudicio, ciascuno legato ai due lati opposti della stanza. In mezzo a loro giace un cadavere. Una voce sconosciuta s’insinua tra le pareti dell’angusta prigione svelando ai due una serie d’indizi che li metteranno l’uno contro l’altro in una serie di prove senza vie di fuga.
Semplice, geniale e angosciante, Saw - L’Enigmista è uno dei migliori horror dei Duemila.

L’evocazione, di James Wan
Insieme a Saw - L’enigmista, di James Wan in streaming su Netflix trovate anche L’evocazione.
La mitologia di genere si sposta questa volta verso la casa infestata di presenze demoniache.
È questo il motivo per cui una famiglia appena trasferitasi in una villa fuori città chiama una famosa coppia di ‘esorcisti’ - lavorano al fianco delle Chiesa - interpretata da Vera Farmiga e Patrick Wilson, i coniugi Warren, per aiutarli a liberarsi degli spaventosi spiriti che li perseguitano.
Il problema dei film horror è che le trame rischiano di sembrare quasi tutte uguali, ma c’è chi con i cliché di genere sa giocare splendidamente e chi meno: James Wan è un fuoriclasse, quindi se volete una storia che vi lasci senza fiato, non fatevi sfuggire L’evocazione.

The Mist, di Frank Darabont
Tratto da un romanzo di Stephen King, di cui il regista Frank Darabont aveva già lavorato a due trasposizioni cinematografiche di successo come Le ali della libertà (1994) e Il miglio verde (1999), The Mist non è tanto giocato sul filo della paura, quanto su quello della tensione.
Il topos di genere da cui parte la storia è una catastrofe naturale portata da una nebbia da cui iniziano a emergere creature mostruose e fameliche. La paura aumenta man mano che la storia cresce, insieme al suo valore simbolico.
I romanzi di Stephen King sono tra i più tradotti al cinema, ma non sempre con film che donano giustizia alle sue opere: The Mist è da catalogare tra le sue trasposizioni più di successo.

The Open House, di Matt Angel e Suzanne Coote
The Open House è una produzione originale Netflix, un thriller psicologico con echi horror interpretato da Dylan Minnette, già acclamato protagonista della serie Tredici (sempre Netflix).
Dopo un tragico evento, il giovane Logan decide di trascorrere insieme alla madre Naomi qualche giorno nella ‘open house’ di una parente: una graziosa villa di montagna aperta a potenziali acquirenti, che di giorno in giorno arrivano a visitare la casa.
Dopo i primi appuntamenti, però, l’abitazione inizia a essere teatro di una serie di strani accadimenti.
The Open House calca il filone della ‘home invasion’ regalandogli un nuovo tipo di presenza: quella che entra in scena perché invitata.

The Babadook, di Jennifer Kent
L’uomo nero è l’impersonificazione della paura, soprattutto infantile. È ciò che non vediamo, che non conosciamo, e per questo temiamo. L’australiana Jennifer Kent lo ripropone in un classico da brivido.
Protagonista di The Babadook è il piccolo Sam, un bambino orfano di padre con grossi problemi relazionali e comportamentali.
Un giorno Sam trova in soffitta un misterioso e spaventoso libro che racconta la storia di un uomo nero di nome Babadook. Lo legge la prima volta con la madre Amelia che decide di buttarlo, non ritenendolo adatto al figlio.
Ma il romanzo illustrato non solo si ripresenta: il suo protagonista entra letteralmente nella vita dei due, intrappolandoli in casa.
Per gli amanti dell’horror classico, The Babadook è tra i best of usciti negli ultimi anni.

Creep, di Patrick Kack-Brice
Creep racconta l’incubo di ogni freelance: scoprire che l’ultimo cliente che ti ha chiamato per un lavoro tête-à-tête è completamente fuori di brocca.
Aaron (Patrick Brice) risponde a un annuncio di lavoro in cui viene richiesto un cameraman per riprese pagate 1000 $ al giorno, su cui però lavorare con la massima discrezione.
Per questo parte ingenuamente per uno sperduto villaggio di montagna in cui conosce finalmente il suo committente, Josef (bravissimo Mark Duplass), un quarantenne che all’inizio sembra solo un un filo originale, mentre poi si rivelerà tutt’altro.
Film low-budget raccontato attraverso le riprese di Aaron, Creep è davvero inquietante. E ci insegna a non accettare mai mai mai ‘lavori al buio’.
Nel caso Creep vi fosse piaciuto, vi consigliamo di proseguire con Creep 2, che non fa cadere la serialità, anzi le dà uno slancio, per certi versi, ancora più pauroso.

Sinister, di Scott Derrickson
Ci sono una casa isolata nel bosco, uno scrittore in cerca di una rinascita professionale (Ethan Hawke) che si è trasferito lì a vivere con la famiglia e la storia di un tremendo delitto che si è consumato tra quelle mura, su cui l’uomo vuole basare il suo prossimo romanzo.
Il bravo regista di genere Scott Derrickson - The Exorcism of Emily Rose - mette in scena un buon thriller d’indagine che scivola nell’horror.
Rumori, frame atroci che compaiono durante la visione di vecchi filmini di famiglia in super8 trovati in soffitta, ambientazioni isolate e inquietanti, ombre… sono tutti i cliché su cui è giocato Sinister.

The babysitter, di Brian Duffield
Un genere che abbiamo sempre amato da queste parti, è quello ottenuto mixando l’horror alla commedia. Il risultato è puro intrattenimento al limite col kitsch, considerato perlopiù di serie b, ma in grado di regalare soddisfazioni di messa in scena e chicche di trama.
The babysitter, produzione originale Netflix, rientra a pieno titolo in questo filone.
Protagonista del film è un’attraente babysitter interpretata da Samara Weaving (Tre manifesti a Ebbing, Missouri; la serie Picnic a Hanging Rock) che, incaricata di controllare un ragazzino, gli farà vivere la notte più allucinante della sua vita.
Divertente e volutamente fuori dalle righe, guardatelo se il vostro fine non è lo spavento, ma un trick di genere.

The Host, di Bong Joon-ho
Il coreano Bong Joon-ho è uno dei narratori più originali del nostro tempo. Suoi sono Snowpiercer e l’originale Netflix Okja.
The Host è un horror dal retrogusto ambientalista che narra la generazione di un mostro marino causata dallo smaltimento abusivo di alcune sostanze altamente inquinanti nelle acque che attraversano la città di Seul.
Quando la spaventosa creatura emerge dal fiume Han e attacca la metropoli, non solo inizia a mietere vittime tra i civili, ma rapisce anche una bambina. Sarà la famiglia della giovane a capire come risolvere la situazione.
Borg John-ho mette in scena una trama da classico b-movie per ottenere, grazie alla sua bravura alla regia, un film che mixa perfettamente paura, azione, divertimento, riflessione ambientalista-sociale, ottimo cinema.

La cosa, di John Carpenter
La cosa è il classico per eccellenza nella filmografia di Carpenter.
Se non lo avete mai visto, forse i suoi effetti speciali vi sembreranno un filo troppo vintage oggi, ma la sua storia e come è narrata da uno dei grandi padri del genere horror - di Carpenter sono anche Halloween: la notte delle streghe (1978), Fog (1980), Christine la macchina infernale (1983), Essi vivono (1988), solo per citarne alcuni - lo rendono un successo intramontabile.
Alaska: in una base militare la vita di 12 scienziati è in pericolo. Una serie di radiazioni ha riportato in vita un mostro in grado di assumere sembianze sia animali sia umane.
In attesa dei soccorsi, i superstiti devono capire come sopravvivere alla strana creatura in un’escalation di paura e violenza.

Warm Bodies, di Jonathan Levine
Warm Bodies è una horror-comedy con innesti romantici firmata Jonathan Levine (50 e 50).
Lo scenario proposto è il classico da post-Apocalissi: distruzione, zombie e umani che provano a destreggiarsi tra combattimenti e sopravvivenza.
L’originalità di Warm Bodies è il punto di vista narrativo proposto, ovvero quello di R, un ragazzo zombie, che un giorno ha un colpo di fulmine per l’umana July. R, che non si ricorda nemmeno cosa voglia dire provare sentimenti diversi dall’apatia, deve riuscire nel difficile tentativo di avvicinarsi alla ragazza senza farle paura, ma anche in quello di portare la sua comunicazione fatta di grugniti e gemiti a uno stadio più dignitoso per poter parlare con lei.
Divertente e non impegnativo (soprattutto a livello psico-fisico, a dispetto degli horror classici), Warm Bodies piacerà soprattutto ai ragazzi giovani e ai fan di genere non puristi.
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