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Lifestyle

Perché dovreste andare al cinema a vedere Queer, il nuovo film di Luca Guadagnino

Perché dovreste andare al cinema a vedere Queer, il nuovo film di Luca Guadagnino

foto di Valentina Barzaghi Valentina Barzaghi — 17 Aprile 2025
QUEER dekstopQUEER mobile
Il film Queer, del regista Luca Guadagnino, è un viaggio tra amore, ossessione e misticismo: ecco perché vi piacerà

Esce oggi nella sale italiane, dopo il passaggio allo scorso Festival del cinema di Venezia, Queer di Luca Guadagnino, il film che il regista di Chiamami col tuo nome e Suspiria ha tratto dall’omonima opera dell’autore beat William S. Burroughs.

La storia è quella di un uomo che, a Città del Messico negli anni ’50 s’innamora perdutamente di un ragazzo con cui decide di compiere un viaggio in Sud America alla ricerca della yagé - anche conosciuta come ayahuasca - una pianta capace secondo leggenda di portare alla telepatia. 

Il film di Guadagnino è diviso in capitoli, ognuno con un racconto specifico. Si inizia con la storia tra i due protagonisti, si prosegue col viaggio, per poi entrare nel vivo dell’esperienza mistica, e infine volgere verso l’epilogo. Un viaggio che ha con sé le connotazioni punk dell’opera di Burroughs - sottolineate anche dalla splendida colonna sonora firmata Trent Reznor e Atticus Ross - che però Guadagnino sul grande schermo preferisce ripulire delle originali brutalità e sporcature.

Il suo Queer è un film di cui non si può fare a meno di percepire l’artificiosità della costruzione scenica rispetto alla storia originale, dal design dei set agli abiti di Jonathan Anderson. 

Punta di diamante del film è Daniel Craig nei panni del protagonista Lee, un uomo che passa la sua esistenza vagando da un bar all’altro, senza nessun obiettivo se non quello di assicurarsi l’amore del giovane Eugene Allerton (Drew Starkey) e procurarsi uno sballo sempre più potente (e distruttivo).

È nella narrazione romantica di un amore impossibile che Guadagnino, come nella miglior parte della sua cinematografia, ci regala l’aspetto più autentico ed emotivamente indimenticabile di questo suo ultimo film. 

4 motivi per cui dovete assolutamente vedere Queer

(Continua sotto la foto)

QUEER 1

1. Per la storia che racconta

1950, Città del Messico. William Lee (Daniel Craig) è un cinquantenne americano espatriato. Passa le sue giornate saltando da un bar all’altro, da un tavolo all’altro, da un flirt all’altro È pressoché sempre da solo, se non fosse per sporadici incontri con qualche membro della piccola comunità americana della città.

Un giorno incontra Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, e se ne innamora perdutamente, arrivando a pensare per la prima volta di aver finalmente trovato una connessione sentimentale con qualcuno.

Dipendente da eroina, Lee deciderà di intraprendere con Eugene un viaggio in Sud America alla ricerca alla ricerca della leggendaria yagé. 

Queer racconta un amore discordante, tra due individui che cercano uno nell’altro cose diverse.

QUEER 2

2. Per la colonna sonora 

“Come as you are, as you were, as I want you to be…” la canzone dei Nirvana è un cult che diventa la colonna sonora di quella che forse è la scena più iconica di Queer: l’incontro tra Lee ed Eugene. Un pezzo perfetto per raccontare la loro intera parabola sentimentale.

Il rapporto tra i due, il loro legame emotivo, la sudditanza di Lee verso l’altro sono il cuore pulsante del film, dall’inizio alla fine. In mezzo scorrono mille altre parentesi narrative, ma il fuoco rimane quello.

Guadagnino non ha paura a mostrare il desiderio e l’affanno sessuale. Craig dal lato suo ci regala un protagonista da cui traspare tutto: dalla felicità più impacciata alla disperazione più soffocante. 

QUEER 4

3. Per la bravura di Daniel Craig (e del resto del cast)

Un uomo elegante, che vagabonda da un locale all’altro alla ricerca del giusto amante. Lee è un predatore, a volte temibile e appiccicoso, altre impacciato e tenero. A interpretarlo troviamo un Daniel Craig eccellente, che riesce a passare dal marmoreo Bond a un ruolo come questo con naturalezza, aggiungendogli anche un pizzico di ironia.

Drew Starkey è Eugene Allerton, il giovane serafico e pulito, sempre a modo, ma spesso malefico, con cui Lee inizia una storia. Eugene è enigmatico con Lee e per tutto il tempo gioca con lui, offrendosi e poi ritraendosi.

La loro presenza scenica e il loro rapporto occupa tutto il film, in cui troviamo anche Jason Schwartzman, nei panni di un amico espatriato di Lee, e Lesley Manville in quelli della Dottoressa Cotter. 

QUEER 3

4. Perché è un altro capolavoro di Guadagnino 

Come accennavamo, la “versione di Guadagnino” dell’opera di Burroughs è molto più pulita e sognante. D’altronde quello che sembra interessare al regista dell’opera letteraria è proprio la storia romantica tra i due protagonisti, un amore troncato in seguito all’esperienza con quelle “droghe magiche” che più che viaggi al di fuori dei due, li portano all’interno di sé, del loro rapporto e delle reciproche (e forse insostenibili) solitudini.

Guadagnino è bravo come sempre a raccontare l’amore nelle sue innumerevoli sfaccettature, portando lo spettatore a commuoversi per quei suoi personaggi sfortunati, che imparano a conoscerlo ma poi lo vedono fuggire. 

© Riproduzione riservata

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