Trasmessa in Italia dal 2004 al 2008, la serie televisiva The O.C. torna in tv.
La serie teen ambientata nella cittadina di Orange County con protagonisti Ryan, Seth, Summer e Marissa torna su Italia 1 a partire da giovedì 23 aprile 2020
Quando e dove va in onda The O.C.
La prima stagione andrà in onda tutti i giorni alle 19 da giovedì 23 a martedì 5 maggio, con due episodi a serata.
Dalla seconda stagione, The OC sarà invece in onda su La5 e in prima serata (inizio verso le 21:30).
Da martedì 5 maggio, dunque, appuntamento ogni martedì fino al termine delle quattro stagioni.
La trama: di cosa parla The O.C
Il teen drama creato da Josh Schwartz narra le vicende di un gruppo di ragazzi con le loro rispettive famiglie che vivono a Newport Beach (Orange County), in California, in un universo regolato da leggi non scritte dove chi commette il male, prima o poi paga.
Perché (ri)vederlo? Perché The O.C. ci ha passato una serie di lezioni sulla vita, ora più vere che mai e i suoi personaggi sono stati dei veri pionieri in fatto di mode e atteggiamenti.
Quali? Eccole - senza spoiler.
(Continua sotto la foto)
Le sopracciglia di Sandy Cohen
Prima di Cara Delevingne, prima di Lily Collins, prima dei brow bar, c’era lui, Sandy Cohen (Peter Gallagher).
Con i suoi occhi blu e le sue sopracciglia folte, che ormai spopolano da qualche anno a questa parte, il padre di Seth Cohen ha fatto da apripista a una delle mode più cavalcate in fatto di beauty, e nessuno gliene ha ancora (ingiustamente) dato atto.
Lezione numero uno di «The O.C.»: meno pinzette per tutti.
Gli outfit di Marissa Cooper
Marissa Cooper (Mischa Barton) era in un certo senso l’equivalente di Kelly Taylor in «Beverly Hills 90210».
** I look di Carrie, Marissa, Rory Gilmore e le altre star delle serie tv **
La poverina, infatti, come la sua predecessora, nonostante anni fatti di risse, violenze, droga, alcolismo, psicoterapia, fase lesbica, un padre irresponsabile e una Milf di prima categoria come madre, non ha mai e poi mai rinunciato a sfoggiare look e acconciature che, a seguire, sono tutte diventate mode mondiali.
Lezione numero due di «The O.C.»: un bell’outfit vi salverà (quasi) sempre la vita.
La rivincita dei nerd
In principio il preferito era Ryan Atwood (Ben McKenzie), bad boy redento per eccellenza, con l’innata propensione a cacciarsi irrimediabilmente nei guai.
Ma poi, col passare del tempo e lo scorrere delle puntate, il vero catalizzatore dell’attenzione delle fan finiva per essere Seth Cohen (Adam Brody): romantico fino al midollo, ricci scompigliati, sguardo sognante e look da eterno hipster, quando ancora non si parlava di hipster.
Amante delle graphic novels e fan sfegatato di band come i Death Cab for Cutie, Imogen Heap e The Shins, è stato il paladino dell’indie rock più adorabile della storia.
Lezione numero tre di «The O.C.»: il bello, dannato e problematico innegabilmente dopo un po’ stufa.
California Dreamin’
Uno dei miti che più di ogni altro «The O.C.» ha contribuito ad alimentare è stato quello relativo alla California.
Quanti avrebbero voluto frequentare il liceo di Newport Beach, pur essendo venuti a sapere solo grazie alla serie che esiste un posto chiamato Newport Beach, in California?
La parola stessa «California», se pronunciata, faceva scattare immediatamente nella testa la sigla dello show (l’omonima canzone firmata Phantom Planet) e la stessa situazione si ripeteva ogni volta in cui intravedevate il vostro riflesso in una qualche finestra.
Senza poi parlare del fatto che la California era mitizzata come una terra perennemente assolata, popolata da esseri meravigliosi e in cui il concetto di freddo equivaleva a una giacchetta di pelle sulle spalle.
Chissà, forse molti dei roadtrip organizzati negli anni a seguire hanno forse come causa scatenante proprio la serie TV.
Lezione numero quattro di «The O.C.»: studi clinici confermano che la California è ancora – nell’immaginario collettivo – l’equivalente del paradiso terrestre.
La moda del toy boy
Julie Cooper (Melinda Clarke), la madre di Marissa, è senz’ombra di dubbio una tipa piuttosto arzilla.
Reduce da un matrimonio andato a rotoli, la signora non si è persa d’animo, e ha coltivato il suo essere single passando allegramente da un uomo all’altro, prediligendo individui anziani e danarosi, ma non disdegnando nemmeno quelli nettamente più giovani.
Lezione numero sei di «The O.C.»: quando una madre è single e si mantiene molto bene, invitare i propri amici maschi a casa potrebbe essere un rischio.
Nella vita ci vuole talento, ma la fortuna aiuta
In buona parte, la trama di «The O.C.» gira intorno al personaggio di Ryan Atwood e alla sua parabola ascendente, che da potenziale criminale a Chino, nella periferia di Los Angeles, lo porta a diventare protagonista delle cronache mondane, e non solo, della ricca contea di Orange.
Ben lungi dall’essere tutta farina del suo sacco, il colpaccio risulta essere piuttosto frutto di una serie di coincidenze che, in altri termini, suonerebbero come una botta di fortuna piovuta dal cielo.
Quindi, se è vero che la possibilità di riscattarsi da un destino segnato è proprio dietro l’angolo, è altrettanto sacrosanto che la sorte aiuta gli audaci.
Soprattutto se questa ha le sembianze di Sandy Cohen e una villa in collina con dépendance e piscina riscaldata annesse.
Lezione numero sette di «The O.C.»: nella vita ci vuole sì talento, ma anche una dose sostanziosa di fortuna.
In coppia, vince la complicità
Le due coppie in un certo senso «antagoniste» di The O.C. sono gli estremi opposti di una linea retta che va da zero a un numero infinito di drammi, e che prevede da un lato Seth Cohen e Summer Roberts (Rachel Bilson), dall’altro Ryan Atwood e Marissa Cooper.
Nel primo caso la pazienza e l’amore incondizionato hanno un effetto duplice, facendo sbocciare l’amore e facendo sbocciare i due protagonisti stessi.
Nel secondo, la passione tra Ryan e Marissa è più paragonabile a un incendio, che divampa a fasi alterne, e lascia dietro di sé una scia interminabile di incomprensioni, disgrazie e tensioni.
Lezione numero otto di «The O.C.»: in amore, quando la componente drammatica prende il sopravvento su quella del semplice stare bene insieme, è meglio darsela a gambe.
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