Avetrana: cosa sapere sulla controversa serie sull’omicidio di Sarah Scazzi (prima di vederla)


Che sia la “casa madre” di Topolino a ospitare una serie tv sul delitto di Avetrana ai più è sembrata cosa abbastanza stridente. Avetrana - Qui non è Hollywood ricostruisce i fatti relativi all’omicidio di Sarah Scazzi in quattro puntate che portano avanti una narrazione temporale dei fatti e insieme personale di quelli che sono stati i quattro protagonisti della vicenda: Sarah Scazzi (Federica Pala), Sabrina Misseri (Giulia Perulli), Michele Misseri (Paolo De Vita) e Cosima Serrano Spagnolo (Vanessa Scalera).
La regia è di Pippo Mezzapesa (Il paese delle spose infelici, Ti mangio il cuore), la cui visione filmica, dark e abile a raccontare le periferie e i suoi abitanti, regala alla serie un linguaggio autorale che di per sé ne vale la visione. La storia seguita è quella raccontata nel libro Sarah la ragazza di Avetrana di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinini, che a sua volta è basata su dettagli emersi nel corso della vicenda giudiziaria.
Ovvio, Avetrana scatena il lato morboso dello spettatore che vuole vedere, sapere, cosa sia accaduto alla giovane Sarah - e forse qui sta la critica: Disney non era il mondo delle favole e dei “desideri di felicità”? Perché rivivere invece una simile atrocità? - ma come lo era stato per una serie come Alfredino - Una storia italiana (su Sky e NOW) spesso fatti di cronaca con fatti e personaggi che sembrano usciti dalla penna di uno sceneggiatore ed entrati attraverso tv e giornali nelle case di tutti, diventano terreno fertile su cui lavorare e rielaborare attraverso forme di racconto più libere, come film, serie o libri.
Tutti gli episodi di Avetrana - Qui non è Hollywood sono disponibili su Disney+ dal 25 ottobre.

Di cosa parla Avetrana- Qui non è Hollywood
Sono quarantadue i giorni che separano la scomparsa di Sarah Scazzi a quella del ritrovamento del suo cadavere. La serie racconta come nel lasso di tempo tra l’omicidio e la verità, i protagonisti della vicenda si trovino a fare i conti con la propria coscienza e quello che è accaduto.
Nel mentre, fuori dalla famosa casa, il mondo vuole sapere: la stampa si precipita in attesa di un finale, tutta Italia vuole capire cosa ne sia stato di quella ragazzina, che potrebbe essere la figlia, l’amica, la cugina di tanti.

Sarah, Sabrina, Michele e Cosima
Sono i titoli delle quattro puntate che compongono la serie, come i quattro protagonisti della vicenda. La narrazione in Avetrana - Qui non è Hollywood procede portando avanti parallelamente sia il racconto temporale dei fatti, nel modo più distante e oggettivo possibile, sia un focus su ciascuno dei personaggi coinvolti.
Se la prima puntata, quella dedicata a Sarah, si concentra sulla loro presentazione e sulla descrizione del loro rapporto, le successive entrano nel vivo della cronaca. Qui il regista si lascia andare a una sua visione di come ciascuno di loro abbia vissuto i fatti.
Sabrina viene descritta come incontrollabile per la gelosia che prova verso la cugina, la sua giovane età e la sua bellezza; zio Michele è un uomo semplice e allo stesso tempo fortemente squilibrato; Cosima è una madre e una moglie tutta d’un pezzo, profondamente cupa.

Avetrana
Nonostante le recenti polemiche che hanno visto il sindaco di Avetrana prendere le distanze dalla serie tv, di Avetrana e dei suoi abitanti nella serie si vede poco-nulla.
È il mondo esterno che colonizza Avetrana dopo i fatti, rendendolo il luogo assurdo dove finire a fare una macabra gita col pullman.
Per il resto la città, la campagna, i suoi colori e i suoi silenzi, sono “solo” il teatro in cui si svolge tutto. È la villetta dei Misseri il vero palcoscenico della storia, quella in cui si consuma il delitto e quella in cui tutti sono costretti a fare i conti con ciò che hanno fatto.

Perché vedere la serie tv sull’omicidio di Sarah Scazzi
Come si diceva all’inizio, Avetrana - Qui non è Hollywood è un prodotto seriale ben fatto, a prescindere dalla storia narrata, in cui sia la costruzione dei fatti sia quella dei personaggi va a creare un crime davvero ben raccontato.
Il fatto che sia cronaca e non fiction spinge l’acceleratore sul fattore morbosità allentando invece quello della scoperta, ma non mancano inquietudine e suspense come nei migliori prodotti di genere.
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