Molly's Game è una storia vera sul personaggio di Molly Bloom (Jessica Chastain), la donna dietro alle partite di poker tra le celebrities a Hollywood
Chi è Molly Bloom?
Ragazzina prodigio dello sci, costretta ad abbandonare dopo una grave lesione fisica, Molly (Jessica Chastain) studia legge e si trasferisce a Los Angeles.
Patria del ‘tutto è possibile’, la città rappresenta per la giovane e carismatica ventenne la svolta. Molly inizia a lavorare in un bar dove conosce Dean Kith (Jeremy Strong), suo futuro datore di lavoro: sarà lui a introdurla nel mondo delle partite di poker tra star di Hollywood, magnati del mondo dell’arte, grandi nomi della finanza e del jet set.
La storia di Molly sta tutta nella biografia Molly’s Game, da cui Aaron Sorkin - che conosciamo come sceneggiatore di «The Social Network», «L’arte di vincere» o «La guerra di Charlie Wilson», tra i tanti - ha tratto il suo primo film come regista, nelle sale italiane dal 19 aprile.
A interpretare l’intrigante figura femminile di Molly Bloom è la seducente Jessica Chastain, che riesce a trasmettere alla perfezione la complessità del personaggio che Sorkin ha voluto raccontare: seducente, calcolatrice, indipendente, fragile, integra.
Ecco perché Molly’s Game è un film da non perdere.
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Libro vs. film
L’autobiografia di Molly Bloom, chiamata «Molly’s Game» (edita in Italia da Rizzoli), racconta la storia della ragazza dall’abbandono della sua carriera sciistica al conseguente trasferimento a Los Angeles nel 2003, fino al suo arresto nel 2013 per mano dell’FBI, con l’accusa di attività illecita e collegamenti con la mafia russa di New York.
Sorkin è partito dalla biografia della Bloom, ma poi è riuscito a raccontare la sua storia da un punto di vista inedito, attraverso i dettagli che la donna non aveva inserito nel libro.
«Hai terminato il libro prima di scrivere la parte buona» le dice l’avvocato della difesa interpretato Idris Elbanel nel film. Le scene del processo e l’approfondimento sul rapporto di Molly con l’autoritaria figura paterna (Kevin Costner) sono infatti scritte ex novo da Sorkin.
Inoltre, mentre nel libro vengono citati alcuni dei big reali che prendevano parte alle partite di Molly come Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Ben Affleck o Todd Phillips, nel film Sorkin ha creato personaggi di finzione, sia perché non voleva che il pubblico giocasse al detective ma si concentrasse sulla storia della ragazza sia perché molti degli implicati sono suoi amici di vecchia data.
I nomi che la Bloom fa nel suo libro sono solo quelli emersi da indagini dell’FBI parallele alla sua: lei in tribunale si dichiarò colpevole proprio per non denunciare nessun altro.
Molly Bloom è un personaggio fantastico
Sorkin sostiene che Molly Bloom sia un’eroina femminile unica nella storia del cinema, un modello aspirazionale per molte giovani donne.
Com’è possibile? Starete pensando voi. Parliamo di una ragazza che ha guadagnato milioni di dollari grazie al gioco d’azzardo e che ha avuto problemi legati ai frequentatori del suo giro.
Eppure, Molly Bloom è davvero una figura a cui ambire: determinata, responsabile, altamente professionale, elegante, estremamente preparata e intelligente, mai frivola.
Molly è una donna indipendente, che ha saputo guadagnarsi un posto di prestigio in un mondo popolato di soli uomini.
Molly è una persona integra che dice «il mio nome è l’unica cosa che mi è rimasta» quando deve spiegare al suo avvocato perché non vuole tradire i suoi ex clienti facendo i loro nomi, nonostante questo sarebbe il suo lascia passare verso la libertà e la ricchezza.
Jessica Chastain, grazie alla sua innata eleganza e alla sua incredibile bravura, riempie il film con la perfetta interpretazione di questo personaggio femminile.
Aaron Sorkin alla sua prima regia
Sorkin è un narratore eccezionale: da «The Social Network» - per cui ha vinto anche un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale - a «Codice d’onore», ha scritto una serie di film indimenticabili.
La storia di Molly Bloom è stata subito chiara nella sua testa. Così chiara da portarlo a decidere di lavorare anche alla regia. Immagini e parola si mixano così in un vortice che non lascia tregua allo spettatore.
«Molly’s Game» è veloce, a tratti logorroico, con splendidi duelli di dialogo, una messa in scena posh attraente e un’esaltazione estrema del superamento di sé, come nella migliore tradizione dell’autore.
Il mondo del poker
Nonostante «Molly’s Game» sia concentrato sulla parabola di una ragazza ambiziosa che usa i fallimenti come stimolo per trovare nuova energia e fiducia nelle sue capacità - anche in rapporto alle aspettative paterne di quando era più piccola - il contesto in cui tutto ciò accade è quello del poker a cinque zeri.
All-in, board, boat, nuts, fold… Sono termini di gergo tecnico che vi capiterà di sentire nel film.
Sorkin, inoltre, ha fatto in modo che le partite riprese fossero vere giocate, in modo da intrigare anche i pokeristi più esperti tra il pubblico.
Se invece volete saperne di più sulle celebrities coinvolte nel giro di Molly Bloom, vi consigliamo di leggere il libro che ne parla in modo più approfondito, anche se non dovete aspettarvi nulla di pettegolo.
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