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Lifestyle

Elle vi piacerà: ecco perché vedere il film con Isabelle Huppert

Elle vi piacerà: ecco perché vedere il film con Isabelle Huppert

foto di Valentina Barzaghi Valentina Barzaghi — 23 Marzo 2017
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Perché vedere Elle, il film per cui Isabelle Huppert è stata candidata all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista

Nero. Il primo piano di un gatto che osserva. In sottofondo, l’audio di una violenza che si sta consumando.

Inizia così Elle, il film tratto dal romanzo «Oh…» di Philippe Djian.

Interpretato dalla bravissima e algida Isabelle Huppert, «Elle» è il ritratto di una donna forte e in un certo qual senso folle, che ci conduce per mano nei risvolti più oscuri, controversi, inammissibili e sensuali dell’animo umano.

La regia è di Paul Verhoeven che, in materia di figure femminili indimenticabili, aveva già detto la sua in cult come «Basic Instinct» e «Showgirls». 

LA TRAMA

Michéle (Isabelle Huppert) è una donna cinica, indipendente, ironica e accattivante che nulla sembra turbare.

È a capo di una grossa società di videogame, è divorziata e gestisce i suoi legami sentimentali come gli affari: senza trasporto emotivo.

Questo fino al giorno in cui viene aggredita in casa da un uomo incappucciato, con cui innesca un gioco pericoloso e capace di riportare a galla aspetti inquietanti legati al suo passato e alla figura paterna.

«Elle» è tra i migliori film che vedrete quest’anno, vi spieghiamo perché nella gallery.

Perché vedere Elle, il nuovo film con Isabelle Huppert

  • 1 ELLE_grazia Isabelle Huppert Il Guardian l’ha definita “la regina di ghiaccio” e troviamo che non ci sia titolo migliore per descrivere Michèle, il personaggio femminile magistralmente interpretato da Isabelle Huppert. Dopo aver subito violenza, Michèle rassetta la stanza in cui è stata aggredita, si fa un bagno e attende il figlio per cena. Alla domanda di lui sul perché abbia un occhio nero, gli risponde di essere caduta dalla bici. Denuncia per la prima volta l’accaduto a una cena con l’ex marito e una coppia di amici, ovviamente attoniti, nello stesso modo in cui avrebbe potuto dichiarare la menopausa: un po’ scioccata, ma insomma, beviamoci sopra. Michèle è una donna tutta d’un pezzo, che viene toccata, ma non infranta dalla violenza fisica, perché ne ha conosciuta una peggiore: quella affettiva. Michèle è cinica e disincantata: non c’è empatia col suo personaggio perché è quasi inumano. Michèle non poteva che essere Isabelle Huppert: in lei troverete qualche reminiscenza di Erika, la controversa protagonista di «La pianista» di Michael Haneke (2001). 
  • 2 ELLE_grazia L’ambiguità Carnefice o vittima? È questa la domanda che non riusciamo a smettere di farci per tutto il film, sia in rapporto al gioco che Michèle innesca con il suo aggressore sia in riferimento alla sua infanzia e alla figura paterna. Che ruolo ha o ha avuto in entrambe gli episodi? Michèle è una donna indecifrabile.
    I toni del film ripercorrono perfettamente lo spirito della sua protagonista: «Elle» è un dramma sotto le mentite spoglie di una commedia alla francese con cui il regista Paul Verhoeven continua la sua ricerca sulla violenza nella nostra realtà quotidiana. 
  • 3 ELLE_grazia Il pudore «Elle» è stato etichettato più volte come post-femminista. La verità è che presenta un personaggio femminile lontano dalla morale con cui siamo cresciuti: propensa alla vergogna e al senso di colpa. Paul Verhoeven inizia da qui e torna a parlare di sesso, minandone il senso comune. Il regista olandese ci mostra come, a partire da una violenza, si inneschi sempre un meccanismo di azioni e reazioni. Lo fa, però, riflettendo su come la risposta dell’essere umano a questa rottura, non sia per forza quella imposta dal credo comune permeato da perbenismo, buon senso e religione. 
  • 4 ELLE_grazia Il thriller Michèle non parla alla Polizia dell’aggressione perché ha paura che riaffiori il passato mai dimenticato, anche dalla società e dai media, dei crimini commessi da suo padre. Non ci è dato sapere subito cosa sia accaduto: poi, durante un ricevimento a casa sua per la vigilia di Natale, Michèle racconta tutto a Patrick (Laurent Lafitte) il suo vicino di casa, con il suo solito cinismo ironico. Se da una parte quella del padre è una pagina da scoprire della vita di Michèle, l’indagine che però percorre tutto il film tenendoci sulle spine è quella legata all’identità del suo aggressore da parte della donna e del gioco inquietante che si instaura tra i due. 
  • 5 ELLE_grazia I personaggi secondari Insieme a quello di Michèle, i due personaggi più interessanti del film sono quello della sua fidata amica e collega Anna (Anne Consigny), oltre che quello della madre viveur interpretata da Judith Magre. Chi non ci fa una bellissima figura sono invece gli uomini: il figlio e l’ex marito di Michèle, il suo vicino di casa o il giovane fidanzato di sua madre, ma anche il compagno di Anna, sono tutte figure maschili deboli. L’unico motivo per cui non ci riescono a stare antipatici fino in fondo è la loro vulnerabilità, ma i nostri sentimenti rasentano la compassione. A tal proposito, interessante diventa dunque il finale (di cui ovviamente non vi sveliamo nulla) che ci indica una nuova strada affettiva di sostegno e fiducia. 
  • 6 ELLE_grazia Paul Verhoeven Ambiguità e azione. Sono questi i due aspetti che contraddistinguono il lavoro del regista olandese. Le trame si mescolano così come i generi: ritmo e movimento non permettono cadute d’attenzione, mentre sul grande schermo assistiamo a un film che è il ritratto di una donna indecifrabile, ma anche un thriller, una commedia francese, lo spaccato di un’epoca e un’indagine sui rapporti umani, affettivi e non. Non vi annoierete mai.
/ 6 Tutte le foto
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