15 cose che ci mancheranno della quarantena

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Dal tempo libero all'abbigliamento comodo e la colazione lenta: 15 cose che in effetti ci sono piaciute un sacco e ci mancheranno della quarantena

La quarantena è stata senza dubbio un'esperienza unica. Nel bene e nel male.

** Che conseguenza avrà il Coronavirus sulle nostre vite? Ecco la risposta della psicologia **

Tornare a uscire e alla propria vita sarà bello per molte ragioni, ma ci sono alcuni aspetti del lungo lockdown che abbiamo vissuto che ci mancheranno?

** 14 lezioni che ci ha dato il coronavirus e che dovremmo tenerci strette **

Non ci credete?

Dal reggiseno alle scarpe con il tacco ci siamo abituati a una comodità nuova, a tempi dilatati e a tante piccole cose che ci hanno aiutato a stare bene in questi mesi. 

** Le 8 personalità che si trovano in quarantena: quale siete? **

Ricordiamocele per sempre, per capire quanto il tempo sia prezioso. Del resto è la materia prima con cui è fatta la vita.

15 cose che ci mancheranno della quarantena 

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Vivere senza reggiseno

Sarà dura riabituarsi a mettere il reggiseno dopo questi mesi di libertà totale.

In poche, pochissime, lo hanno indossato.

E detta tra noi: anche il reggiseno più comodo, morbido ed elastico che ci sia non potrà mai competere con il non indossare niente sotto a magliette e felpe.

Lasciare nell'armadio le scarpe con il tacco

Per quanto riguarda le scarpe, lo stesso dicasi per il tacco.

Non solo i 12 ma anche i più soft sono stati stipati in fondo alla scarpiera, preferendogli scarpe flat come ballerine e mocassini.

E tra le pareti di casa, pantofole e ciabatte. 

D'altra parte con i leggings stavano così bene.

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Non doversi truccare tutte le mattine

Durante il lockdown poche stoiche hanno continuato imperterrite a truccarsi di tutto punto come se stessero per uscire.

Altre lo hanno fatto solo prima di videoconferenze di lavoro o videochat amorose, ma la maggior parte di noi ha optato per mandare in letargo il make-up per un po’.

Questo periodo di detox da cosmetici è senz’altro servito per fare respirare la pelle che si è rinnovata e purificata senza strati e strati di fondotinta.

E ora che torneremo a uscire? Molto probabilmente il protagonista diventerà il trucco occhi dato che lo sguardo è l’unico a rimanere scoperto dalla mascherina.

** Come rimorchieremo dopo il Coronavirus (e con la mascherina)? 6 regole **

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La colazione della domenica, tutti i giorni della settimana

Tornare al cosiddetto caffè al volo non sarà facile.

**Ecco 5 cose da fare appena svegli al mattino per vivere meglio (e più felici)**

Uno dei momenti che più abbiamo riscoperto, infatti, è proprio quello della colazione.

Seduti in cucina, sul terrazzo o in giardino, il primo pasto della giornata è diventato finalmente un pasto e non un “caffè con mezzo biscotto” mentre ci si lava i denti.

La slow breakfast è il lusso che più ci mancherà perché ci ha permesso di incominciare la giornata in maniera diversa da come facevamo prima dell’emergenza Coronavirus.

Durante l’isolamento la colazione è diventata quella della domenica, da consumare ogni mattina assaporando non solo la crostata che abbiamo fatto con le nostre mani, una spremuta fresca e il porridge con i frutti di bosco: questa nuova colazione che stiamo vivendo ci permette di assaporare i piccoli attimi, di indulgere sulle sensazioni, le emozioni e i pensieri che ci attraversano mente e cuore.

Ci mancherà tantissimo.

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Non fare più il pane (e la pizza, e le torte)

Il lievito nei negozi durante la quarantena è andato via come il pane, letteralmente. 

** Perché tutti fanno dolci in quarantena? Ecco la risposta della psicologia **

Chi nella vita non è mai andato oltre all’uovo sodo si è riscoperto chef nell’animo e si è destreggiato ai fornelli della serie “Cracco spostati”.

Lo ricorderemo con affetto quando torneremo a comprare il pane in cassetta confezionato o infileremo nel microonde il piatto pronto aprendo una scatoletta di tonno.

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Fare giardinaggio sul balcone 

Oggi i nostri balconi sono rigogliosi e fioriti: in questo periodo di crisi il pollice verde ci ha aiutato a rilassarci e a non pensare al dramma che il mondo sta vivendo a causa della pandemia.

** 5 trucchi per arredare un balcone piccolo e renderlo super accogliente **

Il gardening fa bene alla psiche perché ha un potere calmante notevole, e porta lo stesso livello di relax e di serotonina che offre un giardino zen di cui rastrellare la sabbia.

Per chi è solo in casa, poi, le piante diventano una sorta di compagnia.

Vederle sbocciare, notare le foglie di alcune specie che verso sera si inclinano, scoprire al mattino che un bulbo e un seme sono germogliati sono le piccole cose che ci aiutano a stare un pochino meglio.

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Chiacchierare con i vicini dalle finestre

Il lockdown ha sancito una tregua tra vicini, anche con quelli più burberi, pignoli, antipatici e tendenti alla lamentela.

Abbiamo riscoperto quello che si suol dire “il buon vicinato”, tendendo virtualmente una mano alla dirimpettaia anziana con cui chiacchieriamo verso sera, mentre innaffiamo.

All’inizio di tutto questo abbiamo cantato a squarciagola dai balconi, abbiamo guardato tutti assieme film proiettati sul muro del palazzo di fronte, abbiamo intonato l’Inno di Mameli emozionandoci, abbiamo brindato - ciascuno dal proprio balcone - all’ora dell’aperitivo quando la conferenza delle 18 della Protezione Civile ha dato notizie più confortanti.

Poi abbiamo organizzato flash mob, feste a sorpresa per il condomino del terzo piano, sessioni di yoga da finestra a finestra.

Ricordiamocene quando ci sarà la prossima riunione condominiale.

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Avere tempo per un bagno caldo, una doccia rilassante, una maschera al viso

Oltre che alla slow breakfast, dovremo dire a malincuore addio anche alla slow shower o, addirittura, al bagno in vasca.

Non potremo più rilassarci sotto il getto caldo della doccia tantomeno immergerci in un mare di schiuma, facendo fuori finalmente le bath bomb che le amiche ci hanno regalato negli anni.

Si tornerà alla fretta di sempre, alle docce super veloci fatte per lavarsi e non più per ritrovare se stessi.

Peccato.

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Non dover mettere le lenti a contatto

Portatori di lenti a contatto, ammettetelo: nei giorni di isolamento domestico non ne avete sprecata nemmeno una, giornaliera, quindicinale o mensile che sia!

Gli unici momenti in cui se ne è sentita la mancanza sono state le uscite con mascherina, ché anche con 27 gradi di temperatura, le lenti degli occhiali si appannano.

Tornando alla vita più o meno normale le lenti a contatto saranno fondamentali ancora più di prima: se già la mascherina coprirà buona parte del viso, in pochi vorranno celare anche lo sguardo con un paio di occhiali. Gli occhi saranno il fulcro dell’empatia, ciò con cui comunicheremo agli altri il nostro stato d’animo dato che sorrisi e bronci saranno celati.

Inizialmente riabituarsi alle lenti a contatto sarà difficile, ancor più ricordarsi che non bisogna stropicciarsi gli occhi onde evitare di perderle!

Munitevi di gocce oculari artificiali a base di acido ialuronico o camomilla per assicurare una buona idratazione dato che la secchezza potrebbe sopraggiungere dopo tutto questo tempo a occhio nudo.

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L’aperitivo tutti i giorni

L’aperitivo sui balconi mentre si chiacchiera con il vicinato, l’happy hour con le amiche in videochat su WhatsApp, Face Time, Zoom o Skype.

Qualsiasi sia la modalità, l’assunto è sempre lo stesso: usciti i numeri del giorno, verso le 19.00 scatta l’ora dell’aperitivo, una sorta di rito laico che ci unisce, ci fa sentire più vicini nella lontananza, scandisce il tempo dilatato e trasformato in un flusso che non riconosciamo più, ben lontano da quella dimensione temporale in cui era la fretta a fare da fil rouge.

** Grazie all'isolamento possiamo capire quali sono le nostre amicizie più solide: ecco come **

Dire addio all’aperitivo quotidiano farà magari bene alla nostra linea ma di certo ne sentiremo la mancanza.

Non del tramezzino, non della patatina e nemmeno del bicchiere di prosecco: a mancarci sarà proprio il momento, quel tassello del puzzle di lentezza che abbiamo costruito in questi giorni fatti di colazioni lunghe, merende rilassanti, bagni nella vasca e chiacchierate a tempo perso.

La sensazione è che non sia stato tempo perso ma riguadagnato.

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Il tempo per libri, film e serie tv

I migliori amici che ci hanno accompagnato nel momento di crisi? Libri, film e serie tv.

Li abbiamo divorati tra binge watching, maratone di serie, film uno dietro l’altro e libri finiti in un solo giorno. In pratica ciò che ieri ci concedevamo in un paio d’anni ce lo siamo goduti oggi in due mesi.

** Cosa guardare su Netflix **

Finito questo ritmo alla moviola dovremo però rinunciare alle scorpacciate letterarie, cinematografiche e televisive perché ci mancherà il tempo.

Torneremo a leggere quattro pagine al giorno, prima di addormentarci o in metropolitana mentre andiamo al lavoro. Impiegandoci così tanto tempo a finire un libro che a volte, arrivati a scoprire chi è l’assassino, ci diciamo: “E questo chi è?”.

** 10 nuovi libri da leggere a Maggio **

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Coltivare hobby e fare sport tutte le mattine prima del lavoro

Il cosiddetto “tempo libero” molto di noi l’hanno scoperto per la prima volta adesso. Assieme agli hobby a esso correlati. Sport compreso.

** Oroscopo degli hobby: a ogni segno un passatempo **

Chi si è dato alla pittura, chi ha riscoperto il cucito e chi ha scoperto di potersi tenere in forma senza dover andare in palestra: ciascuno di noi si è lasciato ispirare dalle proprie doti, dalle passioni innate e dalle inclinazioni mai coltivate appieno.

**10 hobby che potrebbero rendervi ricchi (su Instagram e non solo)**

L’idea di rimettere via tutto, dai pennelli al tappetino dello yoga, rende tristi.

** 10 esercizi per tenersi in forma in 15 minuti al giorno  **

Il tempo libero tornerà a essere un lusso per pochi, togliendoci quella consolazione di qualcosa che facciamo per piacere personale anziché per dovere professionale o sociale.

** 7 esercizi da fare a casa per chi non ha tempo (o voglia) di allenarsi ma vuole restare in forma **

Il consiglio è cercare di continuare a portare avanti ciò che si è incominciato in questi giorni, per avere ancora un escamotage per rilassarsi ma soprattutto per ricordarsi in qualche modo di questo periodo che non va dimenticato assolutamente.

** Le migliori app per allenarsi a casa **

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Prendere il sole sul balcone 

L’isolamento domestico ci ha reso soggetti a carenze di vitamina D per le quali quasi tutti siamo corsi ai ripari puntando sul metodo migliore: l’abbronzatura.

** Vitamina D: a cosa serve la "vitamina del sole" e come integrarla mentre siamo in casa **

Per innalzare il livello della vitamina D, infatti, basta esporsi al sole, da una finestra, sul balcone, sul terrazzo o in giardino.

E ben presto anche il momento "solarium" è diventano un rito della quarantena.

Mai come in questi giorni ci siamo goduti balconi e cortili condominiali.

Ci auguriamo di non goderceli mai più così tanto (perché vorrebbe dire che si è al punto di partenza) ma di certo ne sentiremo la mancanza.

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Godersi figli, genitori e coniugi

Dopo le cose più materiali e forse superficiali elencate fino ad ora, passiamo a quelle importanti: gli affetti familiari.

Chi ha trascorso la quarantena con partner, coniugi, congiunti, genitori, figli ma anche semplicemente con coinquilini avrà sperimentato il più lungo periodo di rapporti interpersonali continuativi della storia

I genitori in smart working hanno dovuto conciliare lavoro e figli piccoli urlanti, lavoro e didattica online di figli meno piccoli ma ugualmente urlanti. Anche i genitori che non hanno lavorato da casa si sono ritrovati a dovere gestire il più lungo periodo di relazione continuativa con la prole.

Tra partner e coniugi, a volte ci sono state scintille (e chissà tra nove mesi quanti nuovi bimbi urlanti ci saranno), altre invece si sono create crepe causate dalla monotonia, dalla routine, dagli spazi angusti da condividere e dalla proverbiale invasione degli spazi, angusti ma pure enormi.

I figli che abitano con in genitori hanno trovato difficile non avere sfoghi, non potere uscire con gli amici, non vedere i fidanzati e sopportare mamma e papà stressati dalla crisi.

Però un giorno, guardandoci indietro, scopriremo che questo lockdown trascorso con i nostri cari ci ha dato un bagaglio emozionale e affettivo unico, a cui non avremmo avuto accesso altrimenti.

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Vivere in simbiosi con i nostri animali domestici

Last but not least, i nostri affetti a quattro zampe. Quelli che hanno tratto solo benefici da questa crisi globale sono tutti quei cani, gatti, criceti e conigli domestici che finalmente hanno avuto sempre i propri padroni accanto.

** I migliori compagni della quarantena? Cani e gatti, lo dice la psicologia: ecco perché **

I cani soffrono molto quando il padrone esce per andare a lavorare, spesso lo vivono in maniera traumatica senza mai riuscire ad abituarsi. I gatti se ne fregano un po’ di più, li conosciamo, eppure l'avete notato che non vi si scollavano più di dosso?

I nostri animali sentiranno la mancanza di questi giorni d’amore e convivenza totale e noi più di loro.

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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

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La preferenza tra pandoro e panettone dice molto del nostro rapporto con semplicità, complessità e cambiamento: cosa dice la psicologia

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone? 

Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.

Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.

Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.

Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.

**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**

Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta 

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pandoro o panettone

Se siete team pandoro

Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.

Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.

Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.

È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.

Se siete team panettone

Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.

Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.

Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.

Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.

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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

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Molti comportamenti che consideriamo normali possono attivare ansia e stress continuo: ecco cosa accade al nostro sistema nervoso

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.

Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso. 

Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.

Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.

**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**

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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso

Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.

Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.

A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.

Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.

Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.

Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali

Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.

Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.

Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.

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Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia

La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.

Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.

Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.

Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.

Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.

Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.

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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

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Una guida pratica per capire come impacchettare i regali di Natale in modo ordinato, elegante e senza stress inutile

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.

Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.

La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.

Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.

**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**

Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo

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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)

Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.

La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.

Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.

2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)

Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.

Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.

Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.

3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)

Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.

Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.

Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.

4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo

L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata. 

Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.

Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.

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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen DESKNuovo SUV C5 Aircross Citroen MOBILE
È il SUV più grande, confortevole e tecnologico mai prodotto da Citroën. Il compagno di viaggio più comodo e versatile della sua classe, pensato per chi desidera vivere ogni viaggio all’insegna del benessere

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.

Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen

Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.

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Design più maturo e scolpito

Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.

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Un "tappeto volante"

Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.

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Come nel salotto di casa

Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva. 

Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.

A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.

Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.

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Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna. 

Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.

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Tutto a portata di mano

L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale. 

La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante. 

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Gamma completamente elettrificata

Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.

Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat