Pantelleria e Milano nell'ultima sfilata di Giorgio Armani (e uno speciale ricordo dei backstage beauty)


Ci sono luoghi che definiscono uno stile, terre e città che diventano specchi di una visione. Per Giorgio Armani, Milano e Pantelleria sono due estremi complementari: da un lato la metropoli della modernità, della laboriosità e del ritmo quotidiano; dall’altro l’isola mediterranea, sospesa tra Europa e Africa, scrigno di natura selvaggia, di rocce vulcaniche e di campi bruni affacciati su un mare senza fine. È in questo dualismo che prende vita l’ultima collezione alla quale Armani ha lavorato personalmente, un lavoro che risuona come un testamento estetico e la chiusura di un ciclo, affinché altri possano aprirsi nel segno della continuità.


La cornice della Pinacoteca di Brera
Il cuore di Milano, la Pinacoteca di Brera, è stata scelta come teatro di questo congedo. Non un luogo qualunque, ma il quartiere dove Armani ha sempre vissuto e lavorato, la zona che ha custodito i suoi passi e i suoi silenzi creativi. In queste sale, impregnate di storia e di arte, le modelle hanno camminato in un’atmosfera sospesa, mentre il richiamo a Pantelleria spalancava un orizzonte più vasto, come se la città e l’isola, insieme, definissero un’unica geografia sentimentale. Tutto in passerella appariva fluido, leggero, pronto a cedere ai venti del Mediterraneo, con abiti che sembravano vibrare di un’energia primigenia, mai ostentata, sempre armonica.

La donna Armani come eredità vivente
Ad accompagnare la sfilata, alcune modelle storicamente legate alla Maison, muse e complici che negli anni hanno dato corpo all’idea di femminilità di Armani. La loro presenza non è stata solo omaggio, ma incarnazione stessa di un pensiero: la donna come figura di forza e di purezza, capace di sedurre senza artificio, di conquistare con naturalezza. In questo senso la collezione non è stata solo una sequenza di abiti, ma un racconto, un archivio vivo che ha preso forma nella continuità dei volti e dei gesti.

Un beauty look che evoca la luce di Pantelleria
In sintonia con lo spirito della collezione, il make-up è stato concepito come estensione naturale degli abiti. Hiromi Ueda, Global Makeup Artist Armani, ha raccontato così l’ispirazione: «Il make-up realizzato per la collezione Giorgio Armani Primavera/Estate 2026 si concentra sull’incarnato: una luminosità estiva, sana e radiosa, dall’aspetto naturale. L’ispirazione è Pantelleria, un luogo pieno di luce e di energia mediterranea. Le modelle sembrano appena tornate da qualche giorno di riposo sull’isola. La pelle è baciata dal sole, luminosa e fresca. Non è un trucco che punta su un’abbronzatura intensa. L’effetto generale è piuttosto quello di un calore naturale e di una semplicità raffinata, un richiamo al paesaggio di Pantelleria. Riflessi di luce sulla pelle, incarnato radioso e un look nell’insieme semplice e spontaneo. Un ricordo d’estate che prende vita».



La pelle, preparata con cura, appare come illuminata dall’interno, con una base radiosa che suggerisce il calore del sole mediterraneo senza eccessi. Gli zigomi scolpiti, i riflessi luminosi sugli alti del volto e un leggero accento di colore restituiscono tridimensionalità e vitalità. Sugli occhi, la morbida definizione dei toni neutri crea profondità senza dramma, mentre le labbra, satinate e impreziosite da un tocco di luce, completano il quadro di una bellezza naturale e raffinata.


Le acconciature hanno esaltato i tessuti senza sovraccaricarli, trasformandosi in un linguaggio estetico che riflette la filosofia della Maison. «Ho voluto creare ciocche libere, volumi leggeri e proporzioni naturali che richiamano i canoni storici e distintivi della filosofia del signor Giorgio Armani per valorizzare l’unicità di ogni donna», ha affermato Roberta Bellazzi che ha curato l'hair look delle modelle insieme al team di The Agency Aldo Coppola.



La chiusura di un ciclo
Questa sfilata non è stata soltanto un evento di moda, ma un passaggio di testimone. Ha rappresentato la conclusione di un percorso personale e creativo, un punto d’arrivo che è già promessa di nuovi inizi. Giorgio Armani ha lasciato una dichiarazione di coerenza e di visione, un ricordo che resterà inciso nel linguaggio della moda come sinonimo di purezza e armonia. Milano e Pantelleria, unite in questo omaggio, continuano a raccontarci il suo mondo, fatto di sobrietà luminosa, di eleganza mai gridata, di una forza che nasce dalla delicatezza.
I backstage beauty di Giorgio Armani: un nostro personale ricordo (con alcune delle collezioni che abbiamo amato di più)
«Ho avuto la fortuna – e la tenacia – di seguire i backstage di Giorgio Armani per ben quattordici anni. È stato lì, osservando da vicino il lavoro degli altri, che ho imparato una delle lezioni più preziose di questo mestiere: non dare mai nulla per scontato. Potrei raccontare mille aneddoti, ma quello che mi porto dentro con più forza è la precisione con cui il signor Armani curava la line-up, fino all’ultimo istante. Bastava vederlo spostare una modella, fare uno scatto prima e dopo, per cogliere l’enorme differenza: lì ho capito cosa significa avere una visione chiara, potente. Nel backstage vigeva una regola non scritta ma sacra: nessun flash, nessuno scatto mentre lui si concentrava sugli ultimi dettagli. Era un atto di rispetto che tutti conoscevamo e osservavamo con naturalezza. Riguardando l’archivio per scegliere le mie sfilate e i beauty look preferiti – frutto dell’incontro tra Linda Cantello e Giorgio Armani – ho realizzato ancora una volta il vero significato della parola creatività. E, soprattutto, cosa voglia dire avere una visione che guida ogni gesto. Essere lì, vivere quei momenti, è stato un privilegio potente. Un’esperienza che non dimenticherò mai» - Daniela Losini
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Credit ph: Armani Beauty, Aldo Coppola
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