I migliori ristoranti di Milano per mangiare milanese

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Volete assaporare la cucina milanese e i piatti della gastronomia meneghina? Ecco i ristoranti di Milano più buoni per mangiare milanese

A Milano è possibile provare le cucine di tutto il mondo. Da quelle in città ormai da lunga data, come quelle cinesi, a quelle di più recente acquisizione, come quelle nordeuropee.

Ma se è vero che è stimolante scoprire sapori nuovi, a volte si sente il bisogno di tornare alle proprie radici, anche culinarie.

E in città anche questo desiderio può essere esaudito, sempre a patto di conoscere gli indirizzi giusti, per gustare le più buone cotolette (preparate secondo la ricetta originale o rivisitate) e i più squisiti Mondeghili e risotti.

Che vogliate ricordare i piatti delle vostre nonne oppure far conoscere ai vostri amici in visita a Milano la tradizione locale,  ecco i migliori ristoranti dove mangiare milanese.

(Continua sotto la foto).

Trattoria Arlati

Trattoria Arlati, via Nota, 47

Questo locale è nato negli anni '30 in zona Bicocca, dove in origine serviva pasti caldi agli operai della Pirelli.

Da tre generazioni vanta una gestione familiare sempre attenta ai dettagli.

Piatti tradizionali come Risotto al salto alla milanese (con crosta e zafferano), cotoletta e ossobuco vengono serviti in un ambiente riccamente arredato, tra quadri, abat jour policrome e sculture di vari formati, includendo un busto di Beethoven e uno struzzo gigante.

Degustate il vostro calice di vino - ampia e ottima la lista da cui sceglierlo - e sorseggiatelo su una delle sedie con rivestimento di colore rosso cardinale.

Trattoria del Nuovo Macello

Trattoria del Nuovo Macello, via Lombroso, 20

Nei pressi di porta Vittoria, questa cucina ha aperto nel 1928 di fronte all'allora appena inaugurato macello.

La famiglia che tuttora la gestisce ha puntato sui grandi classici della tradizione culinaria meneghina, in versione rivisitata.

Tra le specialità della casa: Mondeghili (polpette di carne fritte nel burro), cotoletta alta e dalla cottura rosata e Torroncino ghiacciato di nocciole e rosmarino

Piatti ricercati, presentati impeccabilmente, si apprezzano in un'atmosfera curata e fresca, con una manciata di oggetti - tra cui una vecchia radio e delle brocche di ferro smaltato - che ricordano il passato.

Per cena, se volete provare una carrellata di sapori autenticamente locali, ordinate l'antipasto Assaggiando Milano.

Trattoria Albero Fiorito

Trattoria Albero Fiorito, via Pellizzone, 14

Da quanto è stata fondata, questa trattoria nascosta in una via chiusa dell'Ortica non ha cambiato pressoché nulla, tanto che varcata la soglia vi sembrerà di essere nella Milano degli anni '50

Dimenticate le taverne chic. Qui regnano le tovaglie a quadrettoni e le liste scritte a mano dai proprietari.

Un menù decisamente casereccio include risotto alle ortiche, cotoletta di pollo, trippa e formaggio fritto. 

Il servizio è celere e senza fronzoli.

Il contesto più che mai informale: le bibite si ritirano direttamente al bancone e l'ordine va trascritto su un bigliettino.

Vige il divieto assoluto di scattare foto, pena l'arrabbiatura del gestore. 

Il Liberty

Il Liberty, viale Monte Grappa, 6

È Andrea Provenzani lo chef milanese di questo ristorantino nelle adiacenze di Porta Garibaldi.

La politica del locale prevede: un menù che segue la stagionalità, una selezione accurata delle materie prime e una continua rielaborazione delle ricette tradizionali.

Sedie in legno scuro, tinte azzurro tenue e pareti con mattoni a vista creano un clima intimo dall'elegante semplicità

Provate la cotoletta alta dal cuore rosato, servita con contorno di pomodori dolci e patate croccanti.

E non rinunciate a un primo come Linguine integrali ai ricci di mare (con coriandolo, lime e pistacchi).

Tagiuria

Tagiura, via Tagiura, 5 

Fondato nel '63 da tre fratelli piacentini, questo bar-trattoria e ristorante del quartiere Washington continua a soddisfare i palati di clientele disparate, dagli impiegati in pausa pranzo ai professionisti, passando per qualche VIP. 

Cinque diverse sale e un giardinetto esterno vedono alternarsi tovaglie bianche, ampi tendaggi, cuscini orientaleggianti, piante, candelabri e trompe l'oeil.

Non potete sbagliarvi. Dalla pasta fatta in casa al risotto alla milanese, dall'Orecchia d'elefante ai dolci e al tagliere di formaggi (servito con marmellate, miele e composta di frutta), tutto merita di essere provato.

Osteria Alla Grande

Osteria Alla Grande, via delle Forze Armate, 405 

Questa locanda vecchia scuola di Baggio, come si legge nella homepage del sito, si autoproclama: "ultima roccaforte contro hamburger, cibi per vegetariani e caffé d'orzo".

Dal 1982 viene gestita da Smilzo, il proprietario sedicente "esperto nell'arte del cazzeggio", dal suo socio Sintesi, e dalla moglie Elena, che prepara un'ottima torta di pesche e cioccolato. 

Sedetevi tra targhe, orologi e oggetti di modernariato e ordinate ossobuco con polenta, gnocchi fatti a mano o cotoletta.

Qui non troverete rivisitazioni, o versioni light, ma la tradizione milanese in tutta la sua (burrosa) autenticità.

La Pesa Trattoria

La Pesa Trattoria 1902, via Fantoni, 26

La Pesa, tra De Angeli e San Siro, è una cucina storica dall'atmosfera distinta, tra pavimentazioni a scacchi, credenze in legno scuro e quadri dalle cornici dorate.

Il nome della Trattoria deriva dal fatto che a questo indirizzo nel 1800 venivano pesate le merci che arrivavano da fuori città per stabilire i dazi da pagare.

La cotoletta qui viene preparata seguendo la ricetta originale, che ne prevede la frittura nel burro chiarificato.

Da non perdere anche il risotto, sia allo zafferato che con l'ossobuco.

Enoteca Regionale Lombarda

Enoteca Regionale Lombarda, via Stampa, 8 

Il successo di questo locale in zona Carrobbio è strettamente legato alla scelta accurata delle materie prime e all'accoglienza impeccabile dei suoi gestori.

Tra arredi dalla fine sobrietà si può scegliere uno dei calici (o delle bottiglie) proposti dal lungo elenco disponibile.

Le pietanze della tradizione, come Risotto al salto con farcitura del giorno, sono realizzate in una versione alleggerita e riadattata ai nostri tempi.

Assaggiate anche le specialità di ispirazione mediterranea e non perdete il Tonno di gallina.

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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

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Il piatto delle Feste per eccellenza vi stupirà: ecco perché.

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.

Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.

In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

(Continua sotto la foto)

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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate. 

Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.

Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.

E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.

Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella. 

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Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.

Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.

Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.

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Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).

E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!

Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo. 

Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95