Uno dei più famosi make-up artist al mondo firma il look per il balletto "Woolf Works", in questi giorni in scena alla Scala di Milano. Il racconto e l'intervista
Il suo legame con il teatro e il balletto è profondo – Michael Clarke, Diaghilev e Leon Bakst sono gli artisti che hanno uno spazio speciale nel suo cuore – come con tutto ciò che in qualche modo può essere spunto per la sua di arte, il make-up, anche se l'ispirazione non è qualcosa che arriva a comando. «Succede all'improvviso e quando hai un'idea del mood e di cosa hai bisogno per raccontare la storia, hai un sacco di opzioni che puoi esplorare e vedere dove ti portano».
Kabuki sorride quando racconta la sua vita e le sue passioni e gli basta poco per emozionarsi. Per esempio, quando sale su un palco, nel cuore della Scala, a Milano, per replicare, davanti a una folla super curiosa, i make-up che sfoggiano gli artisti del balletto “Woolf Works” (regia di Wayne McGregor), in teatro fino al 20 aprile.

Kabuki è la menta creativa, il key artist, colui che ha realizzato il trucco dei ballerini con un rigore maniacale per i dettagli. Lo capiamo osservando il modo in cui mescola i colori sulle palpebre, crea linee sul viso e colora le labbra con un twist finale che lascia a bocca aperta.
L'artista di MAC Cosmetics che piace al mondo dell'arte, della musica e dei performer – da poco, per esempio, ha girato una campagna con David La Chapelle e ha lavorato con FKA Twigs – ha creato un trucco scenografico con un tocco editoriale molto particolare. Lo abbiamo incontrato in una delle sale più belle del teatro milanese dopo la sua esibizione con, in sottofondo, le musiche del balletto, firmate da Max Richter.

Partiamo dal make-up per il balletto “Woolf Works": a cosa ti sei ispirato?
Il balletto ha tre atti: per ognuno ho creato un look basato sui diversi momenti della vita di Virginia Woolf. Per il primo atto il trucco è più classico e naturale: sugli occhi di Alessandra Ferri ho applicato un ombretto taupe e un liner nero lungo la rima cigliare, infine un rossetto opaco nude (“You Would Not Get it”). Per il secondo atto, invece, il make-up è decisamente più etereo e teatrale con un risultato quasi elisabettiano ed è ispirato al raccondo “Orlando”. L'ultimo, invece, è decisamente più astratto e grafico ed è caratterizzato da un intreccio di linee bianche e nere per un effetto “double-exposure”.

Il look per “Orlando” (secondo atto): tutti gli step
Kabuki ha “bloccato” le sopracciglia della modella con una colla e ha usato un fondotinta ad alta coprenza. Dopo, ha colorato le sopracciglia con un rossetto color lavanda, “Love Is Cherised” e con l'ombretto Extra Dimension in “Ready To Party”, mentre le labbra color burgundy sono state spazzolate con il rossetto “Spririt” e un tocco di crema oro/bronzo al centro. Per completare il look, Kabuki ha aggiunto fili d'oro nello spazio tra la palpebra e le sopracciglia e nella parte inferiore, fino allo zigomo, in modo che potessero catturare le luci del palco e creare una sorta di ragnatela.

Il look per “Le Onde” (terzo atto)
Il volto è stato diviso in due sezioni da una linea bianca (tracciata con MAC Acrylic Paint in White), poi intrecciata con linee e sfumature nere (realizzate con MAC Acrylic Paint in Black) che accompagnano il movimento dei ballerini.

A proposito di trucco di scena: quali sono gli step essenziali? Quali sono i prodotti must-have e quali sono gli errori da evitare?
Quando si tratta di progettare un make-up per il teatro, è importante testarlo in una prova generale. Bisogna sempre considerare l'illuminazione, ovviamente i costumi, le scenografie e gli artisti, ognuno con le sue specificità. Se, per esempio, un attore ha un problema con la pelle lucida, è sempre meglio usare un fondotinta waterproof come Studio Sculpt Foundation di MAC, eccellente per la durata e per la copertura. Per un trucco occhi long lasting, invece, consiglio MAC's Prep + Prime 24 ore Extend Eye Base. È preferibile, invece, non usare le ciprie e, se la ballerina ha i capelli lunghi, rinunciate a un rossetto rosso cremoso sulle labbra: potrebbe finire sui capelli! In generale, il mio consiglio è scegliere sempre prodotti a lunga durata e waterproof ma senza esagerare con la quantità.

Quali sono le differenze tra un trucco teatrale e un make-up per le sfilate di moda?
Se dovessi generalizzare, la moda è iperrealismo e la danza è impressionismo. Le sfilate di moda sono tutte incentrate sulle fotografie, quindi la cura per i dettagli è molto importante ed è facile intravedere l'errore mentre la modella cammina. Molto diverso il discorso per il teatro e per un balletto come questo: i ballerini sono in costante movimento. La sfida è avere un make-up che possa funzionare in queste circostanze. Anche se non puoi percepire tutti i dettagli, ci sono sempre delle impressioni che "ti arrivano" e che aggiungono elementi alla storia del personaggio e al mood: quello che tu percepisci diventa più importante di quello che vedi realmente.

La tua carriera è conosciuta come la lista delle celebrità con cui hai lavorato: cosa consiglieresti a coloro che vogliono fare il tuo lavoro e vogliono specializzarsi nel make-up per la TV, il cinema e il teatro?
Il miglior consiglio è non mollare, se sai che hai qualcosa da offrire e ti piace il lavoro. Mi ci è voluto molto tempo per staccare dalla mia carriera: mi sentivo come senza meta prima che Patricia Field mi chiedesse di fare il trucco per “Sex and The City”. Le opportunità arrivano in modo imprevisto e, a volte, dopo aver perso la speranza. Di sicuro più hai lavorato e imparato lungo la tua strada, più è facile farti trovare pronto. Inoltre, il nostro è un mondo piccolo quindi è fondamentale puntare alla qualità del lavoro perché alla fine determina la tua reputazione. A chi vuole seguire il mio percorso, consiglio anche di imparare a lavorare sui capelli e non solo sul make-up. Infine, oggi, chi fa questo mestiere ha maggiore consapevolezza e libertà nella scelta del look; si aprono infinite possibilità amplificate anche dai social media come Instagram, per esempio, che è la nostra galleria d'arte.
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