Se vi svegliate ripetutamente durante la notte leggete qui


Capita a tutti: ci si addormenta senza problemi, ma poi ci si ritrova a svegliarsi di notte, magari sempre alla stessa ora, con la mente attiva e il corpo che non ne vuole sapere di rilassarsi di nuovo.
Il primo pensiero? Che qualcosa non vada. Che il sonno non sia stato “buono”, che il riposo sia compromesso. Ma non è sempre così.
Secondo gli esperti, infatti, svegliarsi di notte non è sempre un segnale negativo. Anzi, in molti casi è una parte normale del ciclo del sonno.
Il nostro riposo si divide in fasi precise, che si susseguono più volte durante la notte. Ogni ciclo dura circa 90 minuti e include momenti in cui il cervello è più attivo, più sensibile agli stimoli, e quindi più incline al risveglio. Nulla di preoccupante, a patto che si riesca a riaddormentarsi in tempi brevi.
**Secondo la scienza questo è l'orario migliore per andare a dormire**
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Un risveglio fisiologico, non un disturbo
Lo confermano gli esperti: svegliarsi tre o quattro volte per notte è perfettamente normale per la maggior parte delle persone, soprattutto se il sonno riprende subito dopo.
In pratica, spesso ci si sveglia anche senza rendersene conto poiché la fase più leggera del sonno – quella in cui è più facile svegliarsi – dura appena qualche minuto. Se ci si riaddormenta rapidamente, il ciclo continua senza problemi.
Il problema nasce quando il tempo passato da svegli si prolunga. Secondo i medici, se passano più di 20 minuti senza riuscire a tornare a dormire, forse c’è un problema che merita la nostra attenzione.
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Svegliarsi di notte: quando (e perché) il sonno è disturbato
Le cause di un sonno interrotto possono essere molte. Alcune sono fisiologiche, come nel caso di chi soffre di reflusso gastroesofageo o sindrome delle gambe senza riposo. Altre sono più legate alla sfera psicologica. Stress, ansia e preoccupazioni sono tra i principali nemici del buon sonno.
Non è un caso se svegliarsi di notte è uno dei sintomi più comuni nelle persone che stanno vivendo periodi emotivamente impegnativi.
Anche i cambiamenti ormonali possono giocare un ruolo importante. Gli sbalzi ormonali, uniti ad alterazioni della temperatura corporea o della regolazione del cortisolo, possono infatti facilmente rompere l’equilibrio del riposo.
In più, ci sono le abitudini quotidiane che, senza saperlo, interferiscono con il sonno. L’assunzione di alcol, caffeina o nicotina nelle ore serali, ma anche alcuni farmaci – come antidepressivi, diuretici o decongestionanti – possono incidere significativamente sulla qualità del sonno.

Svegliarsi di notte: cosa fare (e cosa no) per assicurarsi un buon riposo
Quando ci si sveglia nel cuore della notte, la tentazione più comune è restare a letto, cercando con forza di riaddormentarsi. Ma secondo gli esperti, questa strategia può essere controproducente. Restare svegli nel letto per troppo tempo, soprattutto se agitati o frustrati, può creare un’associazione negativa tra il letto e il riposo, peggiorando nel tempo la qualità del sonno.
Il primo consiglio? Accettare il risveglio senza allarmarsi. Svegliarsi di notte, come abbiamo visto, può essere del tutto normale. Se però il sonno tarda a tornare, meglio alzarsi e spostarsi in un'altra stanza.
È importante però non accendere schermi: né cellulare, né TV, né tablet. La luce blu emessa da questi dispositivi riduce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia. E se l’idea è quella di “scrollare un po’ per distrarsi”, il rischio è di attivare ancora di più il cervello.
Anche guardare continuamente l’orologio è una cattiva abitudine. Contare i minuti che passano può aumentare l’ansia da prestazione legata al sonno. Meglio voltare la sveglia o coprirla e cercare di ascoltare i segnali del corpo, senza concentrarsi troppo sul tempo.
Una strategia utile è invece quella di regolarizzare il respiro. Tecniche di respirazione profonda o esercizi di rilassamento muscolare progressivo possono facilitare il ritorno al sonno. In alternativa, si può provare con un breve esercizio di mindfulness: ad esempio, focalizzarsi sul respiro o ripetere mentalmente una parola neutra, come “calma” o “riposo”.
Per chi si sveglia spesso con la mente affollata da pensieri o “liste mentali”, tenere un diario del sonno può aiutare a individuare i fattori scatenanti. Scrivere qualcosa prima di andare a dormire, come un pensiero o una preoccupazione, può alleggerire il carico mentale. In alternativa, si può tenere a portata di mano un piccolo taccuino per annotare ciò che viene in mente durante la notte, evitando di rimuginare.
Infine, è utile non compensare con lunghi pisolini durante il giorno, che rischiano di alterare ulteriormente il ritmo circadiano. Se proprio serve, un riposino breve – non oltre i 20 minuti – nelle prime ore del pomeriggio è l’opzione più consigliata.
**10 consigli per dormire bene (e svegliarsi davvero riposati)**
Se, nonostante tutto, svegliarsi di notte diventa un’abitudine cronica, che impatta sulla vita quotidiana, è importante non sottovalutare il problema. In quel caso, consultare un medico o uno specialista del sonno può fare la differenza, aiutando a capire se ci sono cause sottostanti, fisiche o psicologiche, da affrontare con il giusto supporto.
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