Un esempio di microricettività che promette di condurre gli ospiti a spasso nel tempo: tra coppie celebri e un'attenzione speciale per il design toscano contemporaneo
Tutte le case custodiscono memorie, segreti, storie, emozioni.
L'appartamento che Viola Villani, 34 anni, ha ereditato dal nonno a Firenze, in via Guido Monaco 9, per anni ha posseduto una doppia anima: ha infatti ospitato sia uno studio medico, sia un’abitazione privata. Dopo un intervento durato un anno e mezzo, l'antica casa ha cambiato pelle.
Si appresta - da dicembre 2018 - ad accogliere ospiti in visita nel capoluogo toscano desiderosi di soggiornare in un luogo distante, per stile e concezione, dalle soluzioni standardizzate, ormai individuabili senza fatica a qualsiasi latitudine.
«Frími significa free me, in italiano ‘liberami’. Vogliamo dare un’idea diversa dell’accoglienza a chi sceglierà di pernottare qui. Frími è una casa, ma con le comodità di un hotel, è un luogo dove sentirsi liberi e liberare il proprio desiderio di viaggiare, anche con la mente. Il vero lusso è quello di sognare: di essere altrove, di essere qualcun altro, di poter arrivare dove si vuole, con il proprio stile e con i propri tempi. Viaggiando sempre leggeri», racconta Viola Villani.
A sottolineare il carattere unico di Frími Boutique Rooms anche la scelta di collocare, all'interno delle camere, una scrupolosa selezione di pezzi acquistabili. Lampade artigianali, alcuni comodini, abiti e calzature vintage collocate nei diversi vani potranno infatti essere comprati dagli ospiti. La proprietaria ha già attivato una serie di collaborazioni con designer del territorio: Souvenir, brand di abbigliamento nato in Toscana; Veronica Chessa, artista toscana autrice di stampe surrealiste che campeggiano nelle aree comuni del Boutique Room; Camilla Pistolesi, designer di gioielli, Elena Masi, designer, Claudia Vincenzi, fotografa.
Gusto retrò negli spazi comuni

Dall'ingresso, si accede a un ingresso-reception in diretta connessione con la cucina, che è il cuore dello spazio comune della struttura. Con doppio affaccio sul giardino interno, a uso degli ospiti, dispone di un’area colazione e relax.
Anima eclettica per la stanza intitolata a Salvador Dalì e Gala

Tra le otto personalità individuate dalla proprietà ci sono Salvador Dalì e la sua musa e moglie Gala. La stanza intitolata a loro, come tutte le altre, è dotata di bagno interno privato e si caratterizza per il gusto eclettico. Gli ospiti potranno dormire in uno scenografico letto a baldacchino, tra mobili di antiquariato etnico e pezzi originali del popolo Qashqai. Alle pareti un mix ricercato di colori e pattern.
Una stanza dedicata a Frida Kahlo e Diego Rivera

Ricavata nella porzione dell'appartamento un tempo riservata allo studio medico, la stanza intitolata a Frida Kahlo e Diego Rivera è la più grande di Frími Boutique Rooms. Dispone infatti di una camera matrimoniale e di una ad uso singola, oltre che del bagno privato. Il riferimento ai due artisti messicani prende le distanze dai comuni canoni visivi a loro solitamente associati. I progettisti si sono indirizzati verso la ricerca di una modalità più sottile e raffinata di evocazione dello spirito della coppia e delle atmosfere della loro terra natale. Anche in questo caso, gli ospiti si troveranno di fronte a una pluralità di stimoli visivi e di colori, con autentici tocchi d'autore come le stampe giapponesi alle pareti, i letti in bambù - con e senza baldacchino - e il prezioso armadio della stanza principale.
Urban-industrial ricordando Johnny Cash e June Carter

Il registro cambia alloggiando nella stanza intitolata a Johnny Cash e June Carter. In questo distillato di stile urban-industrial, anche il trattamento di finitura delle pareti contribuisce a donare alla stanza un'immagine in divenire, informale, rock ed energica. Come sembra sottolineare anche la moto d'epoca: si tratta della Lygie, di produzione Atala, creata dalla nota azienda di biciclette negli anni Cinquanta e destinata esclusivamente al mercato francese.
Un omaggio alla storia di famiglia: la stanza Pupa e Forese

La memoria - e un pizzico di nostalgia per il passato - ha guidato la mano dei progettisti nell'ideare la stanza Pupa e Forese. La titolare di Frìmi ha scelto di ribattezzarla con i nomi dei suoi nonni, optando per un'impronta vintage e un animo romantico. Provenienti anche dalla storica Fiera Antiquaria di Arezzo, alcuni degli arredi sono autentici pezzi degli anni Quaranta, opportunamente trattati per questa "seconda vita".
Un giardino privato per degustazioni, lezioni di yoga e pilates

Anche nel giardino di proprietà, riservato agli ospiti e accessibile dalla cucina-living, si possono rintracciare il gusto e la cura che hanno ispirato i progettisti nella definizione degli ambienti interni. Lezioni di yoga e pilates, degustazioni ed eventi musicali saranno ospitati all'aperto, nella bella stagione.
Grande attenzione nell'uso del colore

Frími Boutique Rooms è il risultato di un lavoro di squadra. A recepire le richieste della committente, Viola Villani, è stato un team composto da due donne - Elena Frangioni, ingegnere edile, ed Elettra Panconesi, architetto, alle quali si deve la ristruttuzione complessiva dell'appartamento e di tutti gli impianti - e da un uomo - Farzad Shojaei, architetto d’interni, che ha sviluppato una palette cromatica ad hoc e e l’installazione luminosa della hall.
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