Fotogallery Noel Gallagher: «Non sono (più) un ribelle»
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Archiviata l’esperienza con gli Oasis («Una delle band migliori della storia»), ancora in lite con il fratello Liam, Noel Gallagher debutta da solista con un disco e una tournée. E rivela una passione sfegatata per un’altra “testa calda” come lui: Mario Balotelli
Archiviata l’esperienza con gli Oasis («Una delle band migliori della storia»), ancora in lite con il fratello Liam, Noel Gallagher debutta da solista con un disco e una tournée. E rivela una passione sfegatata per un’altra “testa calda” come lui: Mario Balotelli .
Due anni fa a Parigi aveva abbandonato i suoi Oasis a poche ore da un concerto, lasciando compagni e fan senza parole: i leggendari battibecchi e le liti furibonde con il fratello Liam, che hanno scandito la carriera della band inglese più famosa dell’ultimo ventennio, erano ormai arrivati a un punto di non ritorno.
Eppure Noel Gallagher - 44 anni, da Manchester, geniale autore e chitarrista - non ha proprio l’aria dell’attaccabrighe. Per presentare il suo primo album da solista, Noel Gallagher’s high flying birds (Warner music), in uscita il 18 ottobre, arriva all’intervista con camicia abbottonata fino al colletto, jeans classici, sneakers da città e risponde con calma alle domande sorseggiando un tè.
Altro che caratteraccio: oggi sembra un perfetto gentleman inglese, pacato e disponibile.
«Il periodo della ribellione è finito. Del resto alla mia età, con una moglie (Sara MacDonald, sposata a giugno, ndr) e tre figli, non potrebbe essere altrimenti».
Questa tranquillità emerge anche dall’album: c’è poco rock e tanta melodia.
«Però le dieci tracce non sono il frutto di questa recente serenità: io scrivo di continuo e negli anni ho accumulato una quantità enorme di materiale. Non ho fatto altro che scegliere i pezzi migliori».
Quindi i brani inediti avrebbero potuto far parte del repertorio degli Oasis.
«Sì, certo. Liam ha fatto lo stesso con i Beady Eye (la band formata dopo lo scioglimento degli Oasis, che raccoglie tutti gli ex componenti tranne Noel, ndr). Le loro canzoni giravano in studio, quando lavoravamo insieme».
A proposito di suo fratello: avete ricominciato a frequentarvi?
«No, però so che ha ascoltato il singolo The death of you and me. Ne ha parlato su Twitter».
Forse comunicare attraverso i social network potrebbe essere la tecnica giusta per riallacciare i rapporti.
«Peccato che io non sia affatto un tipo tecnologico. Il mio primo computer me l’hanno regalato lo scorso Natale. E poi trovo ridicolo raccontare i fatti propri su Twitter o Facebook: perché mai dovrei scrivere il colore dei calzini che indosso o che cosa ho mangiato oggi a pranzo? No, grazie, non fa per me. Esistono mille modi per ingannare il tempo».
Per esempio?
«Tifare per la tua squadra del cuore: io non mi perdo una partita in televisione del Manchester City dei vostri Roberto Mancini e Mario Balotelli, un grande. Lo adoro: se lo incontrassi, lo bacerei in fronte».
Che cos’altro fa nei momenti di relax?
«Niente: o mi incollo al televisore per guardare il calcio, o suono».
Allora sarà contento di partire in tournée tra poco (passerà da Milano il 28 novembre, all’Alcatraz, per l’unica data italiana, ndr).
«Sì, ma sono un po’ preoccupato: sarò il frontman e io non amo molto stare al centro dell’attenzione. Non sono capace di dire battute e fare mossette per eccitare il pubblico».
Sul palco, però, non sarà solo: accanto avrà il suo gruppo.
«Non è un gruppo, questo è un progetto personale nel quale mi accompagnano dei musicisti. Dopo che hai fondato gli Oasis, una delle band migliori della storia, fatichi a crearne un’altra».
Non c’è proprio nessuna possibilità che torniate insieme? Fareste la felicità di migliaia di fan in tutto il mondo...
«Mai dire mai. Non condanno di certo i gruppi che si riuniscono per denaro: a chi non piacciono i soldi? Ma posso dirvi con certezza che non è prevista una reunion degli Oasis a breve. Intanto, se volete, fate la vostra offerta».
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