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Lifestyle

Pablo Larraìn: «Kristen Stewart nei panni di Diana in Spencer? Brava da far paura»

Pablo Larraìn: «Kristen Stewart nei panni di Diana in Spencer? Brava da far paura»

foto di Claudia Catalli Claudia Catalli — 22 Marzo 2022
spencer herospencer film hero piccola
Il regista racconta a Grazia.it la sua esperienza con l’attrice hollywoodiana in Spencer, svelandoci la sua opinione sulla Diana di The Crown

Vi avevamo raccontato del film più atteso del momento, Spencer con Kristen Stewart nei panni di una tormentata Lady Diana, già all’anteprima mondiale a Venezia.

In occasione dell’uscita del film nelle sale italiane il 24 marzo, ne parliamo direttamente con il regista, uno dei più talentuosi al mondo.

Si chiama Pablo Larraìn, ha 45 anni, è cileno e autore di film memorabili come Il Club e No-I giorni dell’arcobaleno. Ha firmato biografie convincenti come Jackie con Natalie Portman e ritratti femminili potenti come Ema. Ed è riuscito a dirigere al meglio Kristen Stewart in un ruolo complesso e delicatissimo, che le è valso la candidatura all'Oscar.

Quello della Principessa Diana in crisi, di coppia e personale, durante le festività natalizie con la famiglia reale a Sandringham.

Pochi giorni, fatidici, in cui la fiaba della principessa si trasforma nel tormento di una donna in frantumi, che soffre di depressione, disturbi alimentari e claustrofobia rispetto alla gabbia dorata in cui vive.

(Continua sotto la foto)

Kristen stewart

A Venezia ho definito il film “La fiaba di una principessa sull’orlo dell’abisso”, la convince?

«Mi pare una definizione decisamente interessante, per quanto in genere non ami definire i miei film, lascio questo piacere e questa libertà a chi li guarda».

Il film descrive bene la sensazione di claustrofobia e di allergia ai dettami di corte. È ambientato nel passato, ma credo abbia molto a che fare con il presente: penso alla decisione del principe Harry di rompere con la Corona e vivere negli Stati Uniti. Mi ha fatto pensare a Spencer, specie alla sua domanda iniziale: "Where the fuck I am?".

«Non trova sia una domanda che ci poniamo tutti spesso?»

Immagino di sì, anche se non tutti viviamo a corte.

«Non è solo questo. Non credo ci sia nulla di più naturale del preoccuparsi di dove siamo, se stiamo facendo o meno la cosa giusta. La velocità con cui si muove il mondo crea tante sfumature di sentimenti, la sensazione di sentirsi totalmente persi è qualcosa di molto contemporaneo. Non riguarda solo Diana o la famiglia reale, riguarda in un certo senso tutti noi.

Viviamo un senso di smarrimento che da spettatori possiamo condividere, non solo perché è affascinante vederlo negli altri, in questo caso in Diana, ma perché quando ti accorgi che un personaggio “sente” come te scatta la magia del cinema. L’empatia».

Come mai ha scelto proprio Kristen Stewart?

«Mi era molto piaciuta nel suo lavoro con Olivier Assayas (i film Clouds of Sils Maria e Personal Shopper, ndr), la trovavo bravissima a portare sullo schermo anche le emozioni più difficili da descrivere. Diana era una principessa assolutamente indescrivibile: un’icona conosciuta nel mondo e tuttavia mai conosciuta da nessuno veramente fino in fondo».

Ci racconta la cosa più strana accaduta sul set di Spencer?

«Prima di girare sceglievo per Kristen una canzone che desse energia alla scena che stava per interpretare. Durante le riprese lei mi faceva paura. Non perché somigliasse smaccatamente a Diana, ma perché era una creatura pura, innocente, totalmente immersa nel suo personaggio, ad un livello emotivo così profondo da raggiungere una verità al tempo stesso splendida e spaventosa. A volte mi fermavo per dire: "Ma come diavolo ha fatto?"».

spencer film

Posso chiederle se ha visto la Diana della serie The Crown e cosa ne pensa?

«Certo, mi sono guardato tutte le stagioni, non solo perché la ritengo un'ottima serie e la apprezzo molto, ma anche per la curiosità di vedere se ci fossero elementi in comune con il mio film».

Ne ha trovati?

«Sinceramente no. Lì si raccontano punti di vista diversi, è una storia corale con una serie di personaggi che interagiscono tra loro. In Spencer raccontiamo invece una sola prospettiva, quella di Diana».

Resta simile, tuttavia, il “dark mood” con cui è in entrambi i casi viene descritta Lady D.

«È un personaggio spezzato. La sua crisi d’identità è motivo di fascinazione per un film, una serie o qualsiasi rappresentazione. In Spencer l’abbiamo approfondita a fondo, sottolineando l’unicità di Diana, che aveva come potere speciale un’empatia capace di sbalordire tutti.

Per quanti libri abbiano scritto e continuino a scrivere su di lei, temo che nessuno riuscirà mai a cogliere la sua essenza che resta, come ho provato a raccontare nel film, un magnetico mistero».

© Riproduzione riservata

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