Rose Villain: «Ho iniziato a fare musica grazie a Britney Spears»
«Ho iniziato a fare musica grazie a Britney Spears: la vedevo su MTV ballare Baby One More Time e dicevo a me stessa ‘Voglio essere lei!». Rose Villain ha confessato alcuni retroscena della sua carriera, cosa pensa di Sanremo e della parità di genere durante un incontro con i fan organizzato da Apple Music nello store di Via Del Corso.
«Una donna che si sente sicura di sé e sexy fa paura, cosa c’è di più potente? Sentirsi a proprio agio con il proprio corpo è una parte fondamentale dell’arte e dell’essere un’artista, se poi hai le palle di metterti in bikini mentre lo fai, allora tanto di cappello!
Anche questo accompagna la tua storia, come nel caso di Elodie che nel suo tour ha portato la pole dance. Ma cosa critica la gente? Che poi va ai suoi concerti e fa le foto, stesse muta e ascoltasse la musica».
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Rose Villain è stata ospite di un evento speciale presentato a Roma da Apple Music in occasione delle celebrazioni dell’International Women’s Month.
Durante l’appuntamento con i fan – moderato dalla giornalista e scrittrice Alice Valeria Oliveri – ha cantato in acustico alcuni dei suoi brani più amati come ‘Click Boom’, presentato all’ultimo Festival di Sanremo e già disco di Platino, e ‘Io, me ed altri guai’, e risposto ad alcune domande del pubblico in uno scambio molto intimo e sentito.
Al centro dell’incontro l’empowerment femminile, tema legato a doppio filo con l’ultimo album dell’artista al secolo Rosa Luini, Radio Sakura, uscito proprio in occasione della Giornata internazionale della donna: un mix di generi diversi tra hip hop, punk, elettronica, bachata e ricco di tante collaborazioni importanti come Madame, Ernia, Bresh, thasup e Guè.
«Non è stata una coincidenza lanciare l’album l’8 marzo. È stato anche un segnale per dire basta al confronto perenne a cui noi donne siamo costrette, ‘quella è più bella’, ‘quella è più brava’.
Per esempio noi ragazze della scena rap, che siamo ancora poche in Italia, ci sembra di dover sempre essere in competizione l’una con l’altra quando invece abbiamo preferito conoscerci.
Il supporto reciproco ci fa bene, anche perché spesso il giudizio di una donna pesa più di quello ricevuto da un uomo», racconta la cantante che a 18 anni si è trasferita a New York per inseguire il suo sogno di fare musica (e dove ha conosciuto anche il marito, il produttore Sixpm).
Rose Villain – che in tempi non sospetti era stata selezionata da Apple Music per il programma Up Next Italia, l'iniziativa rivolta all'identificazione e alla valorizzazione dei talenti emergenti – ha svelato anche la sua personale visione su Sanremo:
«Erano dieci anni che non vinceva una donna? Se fino a quel momento gli uomini erano più bravi, giusto così. Io sono contro ogni tipo di discriminazione, il problema vero è che noi donne siamo di meno numericamente e poi il pop femminile si è risollevato solo da poco».
Durante l’appuntamento di Today at Apple è stato anche possibile partecipare a una sessione di ascolto in audio spaziale di Radio Sakura – sequel di Radio Gotham, uscito a gennaio dello scorso anno – che ora è disponibile in audio spaziale con Dolby Atmos su Apple Music.
«Con questo disco – ha raccontato Rose - mi sono sentita più libera che mai di essere fragile, irriverente, ambiziosa e con questa musica, per me la migliore che ho mai scritto, sono fiorita nell'artista e donna che sognavo di essere».
E a proposito di sogni, un altro che si è realizzato è quello di aprire i concerti dei Coldplay in programma a luglio allo Stadio Olimpico di Roma: «Vorrei che il pubblico cantasse così forte almeno ‘Click Boom’ da far intimorire pure Chris Martin prima di salire sul palco!», le parole di Rose.
In autunno poi via al tour con quattro date live a ottobre già confermate: 17 a Firenze, 18 a Padova, 25 a Napoli e 29 a Milano, città con cui l’artista ha confessato di avere un rapporto di alti e bassi.
«La vedo come una vecchia signora chic, col botox e pure un po’ incattivita ma è pur sempre il mio nido al punto che le ho dedicato un brano del mio ultimo disco, ‘Milano almeno tu’».
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