Non solo attrice, modella, ballerina, fashion icon e Regina degli Scacchi: da oggi Anya Josephine Marie Taylor-Joy è anche Olga della Foresta delle Betulle.
La rincontriamo al cinema, nel film The Northman, con una lunga chioma liscia biondo-platino a incorniciare il suo volto lunare. Somiglia a una delle sue attrici-modello, Cate Blanchett ne Il signore degli Anelli.
«Olga è un archetipo - dice l'attrice - mi piaceva raccontarla in maniera fresca, originale e realistica, senza cadere nello stereotipo. Il mio lavoro è stato proprio giocare su questo confine e portare sullo schermo la forza di una donna slava, profondamente connessa con la Natura», racconta proprio Anya Taylor-Joy.
«È la parte di lei che mi affascinava di più, ammiravo la sua sicurezza nel credere e nell’aver fede. Riesce a dare un senso a ogni cosa e a vivere con facilità anche gli eventi più difficili».
Le somiglia? «Anche io sono una profonda amante della Natura, è la mia comfort-zone, il mio luogo felice. Non vedo l’ora di salire in cima a una montagna e godere del panorama che si apre di fronte ai miei occhi. Non scatto mai fotografie dei posti che amo, preferisco godermi il momento e perdermi nella bellezza di quei posti, divorandoli con lo sguardo».
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E a proposito di luoghi affascinanti, l'attrice ci racconta che «girare nel Nord dell’Irlanda è stato magico, ci ero già stata un paio di anni fa per lavoro e mi ero perdutamente innamorata della gente e dei paesaggi mozzafiato».
Nel film, che definisce «brutale, fantastico, etico e viscerale», condivide avventure e disavventure con Amleth, un Amleto vichingo assetato di vendetta che troverà in Olga/Anya l’alleata perfetta.
«Sono due anime convinte che ci sia un destino da seguire, lei lo aiuterà molto in questo».
Ad interpretare Amleth troviamo Alexander Skarsgård, a cui si deve l’idea del film e, da coproduttore, anche la sua realizzazione: «Alex è incredibile da guardare sul set, è un leader fantastico. Non importa quante volte lo vedi lottare in una scena, resta l’uomo più forte del mondo, perché riesce a mantenere alto il sorriso e un’energia positiva contagiosa. È stato di grande ispirazione per me».

Dietro la macchina da presa c’è il suo padrino cinematografico, quel Robert Eggers con cui Anya debuttò al cinema con The Witch nel 2015, un film che le ha letteralmente cambiato la vita: «Quando Robert mi ha chiamato dicendomi che aveva scritto un nuovo ruolo apposta per me mi sono emozionata e ho accettato d’istinto».
«Gli devo moltissimo - continua Anya Taylor-Joy - è stato il primo in assoluto a credere in me. Lavorare di nuovo insieme è stato esaltante, devo a lui il mio approccio attoriale e il mio modo di vivere il set e l’ho capito tornando ad essere diretta da lui. Ovviamente tra noi ormai c’è una comprensione immediata, adoro il fatto che la sua chiave sia sempre l’autenticità».
Esempi pratici del loro modo di lavorare insieme? «Amo che lui non interrompa l’azione, ma faccia delle riprese molto lunghe permettendoci di vivere davvero quello che recitiamo, senza interromperci ogni due secondi come accade su altri set. Con The Northman si è superato, riuscendo a ricreare davvero un mondo incantato: non avevamo bisogno di immaginare nulla, ogni cosa, dal costume al trucco, dalla scenografia alle luci, ci dava l’impressione di vivere veramente quella magica atmosfera».
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