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Grazia

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Lifestyle

Naomi Campbell: «Sono bella (ma anche voi)»

Naomi Campbell: «Sono bella (ma anche voi)»

foto di Gabriella Cherubini Gabriella Cherubini — 26 Gennaio 2012

Fotogallery Naomi Campbell: «Sono bella (ma anche voi)»

  • NaomiCampbell NaomiCampbell
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell e Vladimir Doronin Naomi Campbell e Vladimir Doronin Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
  • Naomi Campbell Naomi Campbell Naomi Campbell nasce a Londra il 22 maggio 1970.
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Parola di Naomi Campbell, che torna a sedurci come testimonial. Il suo segreto? Nessuna  paura del tempo. Perché quello che conta non è solo ciò che si vede....

Parola di Naomi Campbell, che torna a sedurci come testimonial. Il suo segreto? Nessuna  paura del tempo. Perché quello che conta non è solo ciò che si vede....

Eccola. 41 anni, bellezza epocale (impermea-bile ai tipi, alle mode, alle tendenze), il cigno nero riprende ancora una volta il suo posto come icona di stile: lei, che è stata l’avanguardia assoluta del mondo black in versione patinata.

Non che sia scomparsa dalla cronaca: tra charity, bizze universali, interviste famose e un matrimonio annunciato e rinviato (con l’imprenditore russo Vladislav Doronin. Le nozze sembravano imminenti proprio la scorsa estate), Naomi non ci ha mai fatto mancare la sua presenza agrodolce.

E nemmeno ha lasciato il mondo dell’immagine: chi non la ricorda magnifica, inquietante Venere nuda, con Stefano Pilati (lo stilista di Yves Saint Laurent), nel 2008? Adesso ritorna in video e sui cartelloni con una campagna, quella di Pinko per la primavera-estate, che la vede unica protagonista, vestita d’oro, d’argento, di bianco e di nero, come un idolo: donna-farfalla in abito lungo o fasciata in un minidress gioiello o ancora ieratica, con gonna lunga e  gambe scolpite.

Le abbiamo chiesto com’è andata sul set. «Sono contenta di aver lavorato per Pinko, è stato come ritrovarsi tra amici, anzi, di più, impegnarsi in una nuova sfida. Perché avevano scelto proprio me, anche la prima volta, quando il marchio è stato lanciato. E visto che già allora aveva avuto tanto successo...».

Li ha scelti lei i vestiti che indossa?
«No, ma mi piacciono tutti, uno per uno».

I fotografi con cui ha lavorato, Daniele e Iango, le hanno dato un input preciso?
«Con loro si scatta senza fare riunioni preliminari, si decide l’interpretazione a seconda del vestito. Ma sanno precisamente quello che vogliono. E visto che io sono una persona alla quale piace essere diretta, è stato un team perfetto».

Lei è una regina di bellezza. Il suo segreto?
«È molto semplice. Una buona pulizia del viso, la mattina e la sera, e una dieta sana e moderata. Ho smesso di bere alcolici anni fa e da poco ho eliminato anche le sigarette occasionali. E ammetto che ora sto meglio».

La moda per lei è importante anche nella vita privata, lontana dai fotografi?
«Oh, assolutamente sì! Anche se, quando non lavoro, mi piace vestire in modo comodo. Ma io amo la moda, è stata talmente importante nella mia vita... Aver conosciuto tanti stilisti, aver toccato con mano la loro creatività ha lasciato il segno. E poi, andare a fare shopping, be’: lo adoro, semplicemente».  

Si considera ancora una perla, una creatura molto rara, come ha dichiarato una volta?
«No, ma credo di essere una persona onesta e indipendente, una capace di difendersi».

Nonostante il clamore dei suoi capricci, lei sembra un tipo con i piedi per terra. Conferma o smentisce?
«Sì, ho un carattere forte, ma alle volte sono anche molto vulnerabile, credo d’altra parte che tutti abbiamo dei momenti di incertezza. Anzi, a essere proprio sincera, io non sono mai sicura di me stessa al cento per cento».

In che cosa crede? Come definirebbe oggi la sua spiritualità, di cui ha parlato tante volte?
«Ho studiato la kabbalah in varie riprese, sin dal 2000, ed è un insegnamento che ho preso sempre più sul serio, con il passare del tempo. Ho capito che non puoi cambiare quello che la gente dice o il modo in cui si fa delle opinioni, ma quello che puoi modificare è il tuo modo di porti nei confronti della realtà e il tipo di energia che lasci fluire dentro di te. Continuo a studiarla, perché per me è come un luogo calmo e positivo, dove posso stare. E questo mi aiuta molto».

Molti dei suoi amici sono chiaramente figure paterne (Naomi non ha mai conosciuto suo padre, ndr) e tra queste c’è Nelson Mandela. Quando l’ha conosciuto la sua vita è cambiata. Che cos’è successo, esattamente?
«Nel 1992  sono andata in Africa per lavoro e sono rimasta così scioccata da quello che ho visto, la povertà, le condizioni di vita, che ho deciso di donare tutto quello che avevo guadagnato lì all’African National Congress. Loro mi proposero di incontrare Nelson Mandela e così presi un volo per Johannesburg. Ricordo di essermi sentita completamente travolta, in presenza di una persona umanamente così intensa e coraggiosa, com’era Nelson. Non ci potevo credere! Da quel momento l’ho incontrato tante altre volte ed è sempre un onore per me. Quando le cose non vanno e la vita non è proprio rose e fiori penso al suo esempio».

In seguito ha scelto di aiutare gli altri, sostenendo vari progetti di charity. Ne ricorda uno a cui è legata in modo particolare?
«Ho iniziato il progetto Fashion for Relief nel 2005, all’indomani dell’uragano Katrina. Ero lì a New Orleans per un servizio fotografico per l’edizione britannica di Elle. Quando è arrivato l’uragano, la tv ha cominciato a trasmettere in continuazione immagini di gente per la strada che non sapeva dove andare. Ero sconvolta. Mi sono detta: “Che cosa posso fare?”. L’ho sentita come un’urgenza personale. Con l’aiuto di amici e colleghi del giro della moda abbiamo messo su una sfilata durante la settimana della moda di New York. I vestiti donati dai designer sono stati messi all’asta e, con il ricavato, abbiamo potuto aiutare gli sfollati. Da allora organizziamo sfilate di questo tipo in tutto il mondo, raccogliendo fondi per varie organizzazioni benefiche».

È stata anche giornalista, ha incontrato Fidel Castro, Hugo Chávez, Cristina Fernández de Kirchner. Emozionante?
«Ho fatto quelle interviste ed è stata una grande esperienza. Ho trascorso molto tempo con  Hugo Chávez, mi ha fatto visitare in lungo e in largo il suo Paese e mostrato il lavoro fatto negli ospedali. Ho un bel ricordo anche di Luis Inácio Lula da Silva: quando ho seguito un progetto a sostegno dei bambini delle favelas brasiliane, era lui il presidente».

Adesso passa molto tempo a Mosca, la città del suo attuale compagno, Vladislav Doronin. Come si sente lì?
«Lavoro molto, in realtà, perciò mi sposto in continuazione, ma effettivamente la mia base adesso è Mosca. Una città che amo. Sì, confesso di sentirmi molto ben accolta...».

Sembra che lei abbia nel cuore anche l’Italia...
«Oh, il vostro Paese per me è come una seconda casa. E poi, vogliamo parlare dell’arte, la cultura, la moda, o del cibo italiano?».
 
Negli Anni 80-90 è stata amica di Gianni Versace. Che ricordo ha di lui?
«Gianni era una persona geniale, mi è sempre piaciuto guardare come lavorava. E poi ci coinvolgeva: aveva l’abitudine di chiedere a me e alle altre modelle che cosa pensavamo, quali vestiti volevamo indossare, insomma facevamo parte di un progetto. Una volta ricevette un premio e ci invitò tutte, diceva che lo meritavamo anche noi. Gianni mi ha ispirato molto, ma prima di tutto, è stato un grande amico e un alleato».

Come giudica la bellezza, oggi, che ha girato il mondo e avuto esperienze tanto diverse?
«La bellezza non è una questione di lineamenti: è in ogni persona. E viene da dentro».

© Riproduzione riservata

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