Fotogallery Ilaria D’Amico: «Sono la schiava di un (piccolo) uomo»
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Ha solo due anni il “tiranno” di Ilaria D’Amico, che ha dettato i tempi di questa intervista. E che le fa dire: «Lo amo follemente». Più del lavoro (anche se non si ferma mai), della tv (sta preparando una nuova trasmissione) e persino della sua ultima fatica: un romanzo.
Ha solo due anni il “tiranno” di Ilaria D’Amico , che ha dettato i tempi di questa intervista. E che le fa dire: «Lo amo follemente». Più del lavoro (anche se non si ferma mai), della tv (sta preparando una nuova trasmissione) e persino della sua ultima fatica: un romanzo.
Ore 9,50 del mattino. Milano, centro. Sono in anticipo di dieci minuti all’appuntamento fissato con Ilaria D’Amico (conduttrice televisiva e, ora, anche scrittrice: è appena uscito il suo primo romanzo: Dove io non sono , Bompiani).
Arriva una telefonata: è Ilaria che annuncia un ritardo. Di un’ora.
Suo figlio ha la scarlattina e lei sta aspettando il medico. Obiezioni? Nessuna: la mamma è sempre la mamma.
Cerco di rassicurarla: mi prenderò un caffè (anche due o tre, mi sa).
Ore 11. Eccomi di nuovo: pronta per l’appuntamento. Ma di Ilaria nemmeno l’ombra.
Altra telefonata, altro ritardo: 10 minuti e poi 10 ancora.
La voce d’Ilaria è sempre più imbarazzata, la mia sempre più rassicurante («Si figuri, ci sono passata anch’io…»).
Ore 11,45. Sta per scadere la mia seconda ora di attesa, quando arriva un’altra telefonata.
No, non è Ilaria. È la scuola di uno dei miei figli: non sta bene e devo correre a prenderlo.
La mamma è sempre la mamma, dicevamo.
La mattina finisce così: Ilaria su un taxi che corre verso il nostro appuntamento. Io su un altro taxi, che va dalla parte opposta.
Al telefono ci scusiamo e rassicuriamo a vicenda: cose da madri che lavorano. Cose da matti?
Dopo quella mattina Ilaria mi ha dato un altro appuntamento telefonico (buca!) e poi un altro ancora: questo.
Ore 15: il telefono suona, puntualissimo. Ma è un sms. Di Ilaria, che non riesce a far addormentare Pietro.
Posso darle ancora dieci minuti? Certo che sì: la nanna è sempre la nanna.
È inutile che vi dica che i 10 minuti sono diventati 50 e che Ilaria si è profusa in molteplici scuse. Inutili: capisco.
Smetto di rassicurarla e sentenzio:
Vorrei poterle dire che, col tempo, i figli diventano meno impegnativi. Ma non è così e io ne sono la dimostrazione. La verità è che siamo sempre in prima linea con loro…
«Io l’ho capito subito. Quando Pietro è nato, due anni fa, ha pianto pochissimo e ha cominciato a scrutarmi. Con quel suo sguardo inquisitore. Mi sembrava che dicesse: “Vediamo se sei all’altezza delle mie aspettative”. Da lì in poi sono stata sua schiava. D’amore, ovviamente. Lo amo follemente e ricambiata. L’altro giorno mi ha detto: “Grazie mamma dei baci che mi dai”. Ovvio che mi sciolgo».
Come ha fatto a trovare il tempo per scrivere un libro (oltre che a condurre, ogni settimana, “Sky Calcio Show”)?
«L’ho scritto in un bar, fuori dal nido di Pietro. Consegnavo il bambino alle maestre e mi dedicavo al romanzo, in attesa dell’orario giusto per andare a riprenderlo».
Darsi un po’ di tregua, no?
«Io sono una pigra senza pace. Vorrei non fare niente e per questo continuo a procurarmi nuove cose da fare. La mia vita è come un quadro impressionista: vista da dentro è un casino incomprensibile. Ma, se prendo un po’ le distanze, mi sembra che abbia una forma. E un senso».
Adesso in quale nuova avventura si è buttata?
«Sto mettendo a punto una nuova trasmissione per Sky. Si tratta di una fascia giornaliera - di 45-50 minuti - di attualità e politica che andrà in onda prima (o dopo: ancora non è deciso) del telegiornale delle 20».
Un impegno pazzesco.
«Vero. Ma niente in confronto a quello che dovevo sostenere quando facevo il calcio per Sky ed Exit per La 7. Almeno adesso ho un solo editore a cui rendere conto».
Per questo ha lasciato La 7?
«Andarmene, dopo nove anni, è stato duro. Ma quella vita non era più a mia misura. Ho vissuto fra Roma e Milano. Ora ho bisogno di sapere che, ogni sera, potrò mettere a letto mio figlio o almeno vederlo dormire».
Aggettivi per Ilaria mamma?
«Viva, adeguata, inadeguata, giusta, sbagliata, presa dai sensi di colpa. Un caos, come è per tutte, credo».
Felice?
«Molto. Ho fatto la scelta giusta. Lasciando una delle due reti, la mia vita e il mio lavoro sono migliorati (gli ascolti di Sky Calcio Show sono aumentati del 40 per cento)».
Il nuovo programma somiglierà a “Exit”?
«No. Non sono il tipo che cambia canale, ma non cambia prodotto. Vorrei provare a parlare di politica senza mettere in capo le solite facce e i soliti toni. Vorrei altre voci e molti collegamenti con il mondo reale».
Paura di non farcela?
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