Fotogallery Daniel Radcliffe: «Harry Potter, a noi due!»
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Daniel Radcliffe torna al cinema e prova a “liberarsi” dal personaggio che lo ha reso famoso. Come? Con
un thriller in cui interpreta un giovane avvocato. «Niente maghi: ora i miei nemici sono i fantasmi». Ecco, ci risiamo: si vede che è proprio allergico alla vita normale...
Daniel Radcliffe torna al cinema e prova a “liberarsi” dal personaggio che lo ha reso famoso. Come? Con un thriller in cui interpreta un giovane avvocato. «Niente maghi: ora i miei nemici sono i fantasmi». Ecco, ci risiamo: si vede che è proprio allergico alla vita normale...
Quando Arthur Kipps, con la valigia in mano, si reca alla stazione per mettersi in viaggio alla volta dello sperduto (e spettrale) villaggio di Crythin Gifford, be’, tutti gli spettatori in sala sono colti da un déjà vu. Si dimenticano che stanno assistendo alla proiezione del nuovo film di Daniel Radcliffe - dopo che ha smesso i panni e gli occhialetti di Harry Potter , il personaggio che lo ha reso celebre in tutto il mondo - e pensano di ritrovarsi in una nuova avventura del maghetto, al binario 9 e 3/4 nella stazione di King’s Cross.
«Invece, ad aspettarmi alla Eel Marsh House, teatro di questa ghost story, non ci saranno maghi, ma fantasmi e streghe, che dalle pagine del romanzo scritto da Susan Hill si sono trasferiti in questo thriller diretto da James Watkins», dichiara il 22enne attore inglese. Che, alla prima londinese di The woman in black, nei cinema italiani dal 2 marzo, sembra molto più grande della sua età.
Forse per l’abito scuro di taglio classico e il foulard che spunta dal taschino. «Recito la parte di un avvocato vedovo che, per salvarsi da una situazione economica disastrosa e riuscire a mantenere suo figlio, deve cercare di vendere una proprietà infestata dagli spiriti in un borgo sperduto della campagna britannica», continua l’attore.
Detto così sembra lo scenario ideale per l’intervento di Harry Potter...
«Magari avessi avuto i suoi poteri magici per scacciare le presenze soprannaturali che infestano Eel Marsh e quella misteriosa donna in nero! Invece posso contare soltanto sul mio sangue freddo e sul mio entusiasmo, doti che anche fuori dal set non mi fanno difetto. Con questo film la mia separazione dal personaggio di Harry Potter è, diciamo così, graduale. Anche se, rispetto alle avventure del mio maghetto, in The woman in black c’è molta più suspense: ogni volta che si apre una porta di quella magione in mezzo alla palude, non sai mai che cosa ti potrà accadere...».
Ammetterà che fa uno strano effetto vederla improvvisamente cresciuto, nei panni di questo avvocato padre e vedovo.
«Sono molto fiero di avere interpretato Harry Potter (ruolo che gli ha fatto guadagnare complessivamente oltre 60 milioni di euro, ndr): io e il maghetto siamo diventati grandi insieme. E poi mi somiglia: è un ragazzo allegro e pignolo, proprio come me. Ma è arrivato il momento di mettermi alla prova in altri ruoli, di dimostrare che so recitare per il grande schermo anche lontano dalla scuola di Hogwarts».
Le sue qualità di attore erano già emerse quando, a 17 anni, ha interpretato (nudo, ndr) la pièce “Equus” al Gielgud Theatre di Londra. Lei sembra molto più maturo della sua età: forse perché la vita che ha avuto, grazie al ruolo nella trasposizione cinematografica del romanzo di J.K. Rowling, non è paragonabile a quella di nessun altro teenager al mondo.
«Ho vissuto in un sogno, sono stato fortunato. Ma ho anche imparato prestissimo, a 11 anni, che cosa significa il lavoro di attore: i set di Harry Potter erano estremamente impegnativi, dovevo sempre dare il massimo, l’aspettativa era molto alta, soprattutto dopo il successo del primo film della saga. So che il pubblico e anche la critica sono ancora ben disposti verso di me, ma “l’effetto Harry” non durerà in eterno, quindi d’ora in poi dovrò darmi da fare per essere apprezzato come Daniel».
Non solo cinema: recentemente è finito sui giornali anche per le sue dichiarazioni contro la discriminazione sessuale, che hanno fatto molto rumore.
«Sono un giovane impegnato, che ha idee di sinistra e usa la propria popolarità per difendere persone spesso vittime di ingiustizia. Mi batto per l’educazione sessuale nelle scuole, il matrimonio tra omosessuali, così come sono contrario all’influenza della religione in campi estranei alla materia della fede. Un attore fa parte della società come tutti gli altri: se la sua parola può essere utile, perché stare zitti?».
Chi lo avrebbe detto che Harry Potter, in fondo, è un politico in erba...
«Io l’avrei detto, eccome! E adesso cercherò di orientare le mie scelte professionali verso personaggi più realistici, anche per raccontare il periodo in cui viviamo. Con maghi, streghe e fantasmi ho chiuso. Senza nulla togliere al mio ultimo ruolo, l’avvocato Arthur Kipps, che è molto articolato e mi ha richiesto un lungo lavoro introspettivo per interpretarlo al meglio».
Che cosa fa nel tempo libero?
«Sono “malato” di cricket, posso guardarlo per ore alla televisione. E poi adoro leggere, andare a teatro, sono appassionato di pittura, frequento le gallerie d’arte a Londra, vado al cinema con i miei amici. E tra loro - ho già previsto la sua prossima domanda - ci sono anche Rupert Grint ed Emma Watson (Ron ed Hermione in Harry Potter, ndr). Con Rupert vado ai concerti nei club, mentre con Emma parliamo di quello che succede nel mondo, lei è davvero una secchiona! Ci vogliamo bene, tra noi c’è un affetto sincero, non esistono invidia o rivalità e spero di potere contare sempre su di loro».
Dunque la magia di Harry Potter continua.
«Sì, in un certo senso. Quel personaggio mi ha cambiato la vita, ma se non avessi avuto la testa sulle spalle e una famiglia accanto, il peso del successo mi avrebbe travolto. Invece, eccomi qui, pronto a nuove sfide».
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