Fotogallery Charlize Theron: «Il trucco c’è (ma non ve lo dico)»
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Negli ultimi due anni Charlize Theron ha atteso il ruolo giusto. E ne sono arrivati tre che stravolgeranno il suo look: eroina misteriosa, strega cattiva e donna immatura. Il suo segreto? «Andare a letto senza lavarmi il viso...»
Negli ultimi due anni Charlize Theron ha atteso il ruolo giusto. E ne sono arrivati tre che stravolgeranno il suo look: eroina misteriosa, strega cattiva e donna immatura. Il suo segreto? «Andare a letto senza lavarmi il viso...».
Determinata, forte ed estremamente diretta. Charlize Theron, single da poco più di un anno, da quando è finita la sua relazione con l’attore e regista Stuart Townsend , non ha paura a dire quello che pensa. Splendida, da vicino la sua bellezza è ancora più sconvolgente, è totalmente disinteressata ad apparire glamour.
«Sono molto più a mio agio con un vecchio paio di jeans che sul red carpet», dice quando le chiedo chi ha firmato gli abiti indossati qualche giorno fa, alla presentazione del suo ultimo film. Siamo a Londra, in una suite del Berkeley Hotel.
La Theron, 36 anni, premio Oscar nel 2003 per la serial killer interpretata in Monster, è qui per presentare Young adult (nelle sale). Questo film di Jason Reitman e Diablo Cody, l’accoppiata vincente di Juno, racconta la storia di Mavis Gray, una scrittrice di bestseller per teenager.
Sola e alcolizzata, dopo aver saputo che il fidanzato del liceo si è sposato ed è diventato padre, decide di tornare nella cittadina dove è cresciuta (e dove era molto popolare) per riconquistarlo. Il fatto che lui si ricordi a malapena dell’ex reginetta della high school, per Mavis è solo un dettaglio.
AUDIO: ascolta l'intervista a Charlize Theron
Qual è stata la sua prima impressione leggendo il copione di “Young adult”? Si vedeva nella parte della ragazza che non vuole crescere?
«All’inizio credo di aver avuto una sensazione comune a molti spettatori: disagio, imbarazzo, vergogna. E, allo stesso tempo, simpatia per lei».
Si è mai sentita come Mavis?
«No, ma sono arrivata a comprenderla. Se riesci a capire le ragioni del tuo personaggio e il mondo in cui vive, chiunque diventa facile da interpretare. E poi ognuna di noi ha in sé una parte di Mavis, anche se non vuole ammetterlo: ecco perché è difficile trovarla simpatica! Ma i personaggi più intriganti sono proprio quelli che ti sfidano».
È vero che sul set si truccava da sola?
«Volevo essere una donna reale, non una che ha passato tre ore al make up. Ci sono state volte in cui, al termine della giornata, andavo a letto senza lavarmi il viso, in modo da ripresentarmi sul set molto trascurata, i capelli aggrovigliati, gli occhi cerchiati dal mascara... Proprio come Mavis dopo una serata al bancone del bar».
Anche lei è stata una “reginetta” ai tempi del liceo?
«Al contrario! Portavo gli occhiali, una montatura gigantesca e bruttissima. Nessuno mi notava».
In “Monster” ha dimostrato di essere a suo agio anche nei ruoli che comportano una radicale trasformazione del suo aspetto. Continuerà su questa strada?
«Quello che facciamo sul set al nostro viso, o al nostro corpo, è solo parte del mestiere».
Come si prepara a un ruolo?
«Questo è un po’ come chiedere a un mago di svelare i propri trucchi. Quando lo ha fatto, non ha più senso guardarlo, l’illusione è svanita. E poi, a essere sincera, non lo so neppure io. Non c’è un metodo o una ricetta segreta. Sono una perfezionista: il più delle volte mi immergo nel personaggio e il suo mondo diventa una specie di ossessione che spero di fare emergere davanti alla cinepresa. Quello che conta è il lavoro preparatorio, in modo che quando cominci a girare, tutto diventi naturale».
Dopo l’Oscar per “Monster”, è stato difficile scegliere nuovi ruoli da interpretare?
«A Hollywood ci sono moltissime attrici e alcune sono sicuramente bravissime, ma a loro magari non sono stati sottoposti copioni di qualità come capita a me. Poi, bisogna dire che non sempre si ha fortuna: prima di Young adult, per esempio, ero stata ferma per quasi tre anni».
Una scelta di vita?
«No, non trovavo nulla che mi stimolasse».
Tre anni sono davvero tanti. Non ha avuto il timore che le produzioni si scordassero di lei?
«Al contrario, mi piace l’idea di venire “dimenticata”. Essere fuori dal circuito - circo, direbbe qualcuno - rende il lavoro più semplice. Sono cresciuta con i film degli Anni 70, sono una fan di Meryl Streep da quando nessuno sapeva nulla di lei. Andavi a vederla e ne rimanevi incantato per come recitava, non per la sua vita privata. Oggi con questa ossessione di sapere tutto delle celebrities, questo incantesimo è sempre più difficile da replicare. E poi, non sono stata tre anni con le mani in mano! Ho una compagnia di produzione (la Denver and Delilah Films, dai nomi dei suoi due cani, ndr) e ho continuato a lavorare. Solo non sullo schermo».
Attrice, produttrice, modella, impegnata in numerose attività benefiche. Come riesce a organizzare il suo tempo?
«Ah, quello è un lusso, come lo è riuscire a dare il giusto spazio alle varie attività. Così, visto che la mancanza di equilibrio mi rende infelice, pianifico. Se ho voglia di viaggiare, viaggio. Se voglio prendermi una pausa, la prendo».
E se, invece, lavora su più film contemporaneamente? Dopo “Young adult”, la vedremo in “Biancaneve e il cacciatore” (nei panni della Regina cattiva) e nell’atteso “Prometheus” di Ridley Scott. Che cosa l’ha spinta a tornare sul set a questi ritmi?
«Basta poco. Una storia che mi eccita: se leggo qualcosa che mi piace, non riesco a togliermela dalla mente. Oppure un regista con cui muoio dalla voglia di lavorare, come Ridley Scott. Quando mi ha chiamata, non ho neppure voluto leggere il copione. Non ne avevo bisogno, perché sapevo che qualunque cosa mi avesse proposto, avrei accettato. Per quanto riguarda Biancaneve, invece, a stuzzicarmi è stato il ruolo. Io nei panni della Regina cattiva? Troppo bello per essere vero!».
Adesso ci ha incuriosite. Può dirci qualcosa di “Prometheus”, ora che ha sicuramente letto il copione?
«Se lo faccio, mi uccidono. Posso dire che ha lo stesso dna di Alien, di cui è il prequel, anche se Alien non c’è».
Se non sbaglio, lei ha fatto da giudice in un episodio di “Top Chef” (programma simile al nostro “Masterchef”, ndr). Ama cucinare?
«Sono una vera appassionata. Adoro tutto ciò che riguarda il cibo e, in particolare, amo la cucina spagnola. Poco tempo fa sono andata in Spagna, sono atterrata a Barcellona con uno dei partner della mia compagnia di produzione e, in treno, siamo andati a Madrid, Valencia e Siviglia. Un viaggio organizzato esclusivamente per tappe gastronomiche. A Valencia, dove ci siamo fermati per la paella, ero talmente entusiasta che l’ho persino fotografata con il telefonino».
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