GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • Young Generation

    Young Generation

    Young Generation

  • Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

    Primavera Estate 2021

  • Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

    Borse: tutti i modelli cult del momento

  • It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

    It Shoes: le scarpe più belle della stagione

  • Canali
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • Casa
  • Magazine
  • Oroscopo
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
  • Newsletter
    • Pubblicità
    • Gruppo Mondadori
    • Network
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • © 2021 Mondadori Media S.p.A. - via Bianca di Savoia 12 - 20122 Milano - P.IVA 08009080964 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Lifestyle

Cécile De France: «Sapete tenere un segreto?»

Cécile De France: «Sapete tenere un segreto?»

foto di Cristiana Allievi Cristiana Allievi — 27 Maggio 2011

Cassel è un’aquila, Eastwood emana amore, Matt Damon è un sex symbol «ma intelligente»... Cécile De France, l’attrice che ha stregato Cannes con
Il ragazzo con la bicicletta, di sé e della sua vita privata non dice (quasi) nulla. Ma quando parla dei suoi partner non lesina rivelazioni!

cecile de france

Ha un viso luminoso, ma irregolare, difficile da descrivere. Uno di quelli che, una volta visti, non si scordano più. Belga, 36 anni, Cécile De France era stata definita da Variety una delle dieci attrici su cui Hollywood deve puntare, già subito dopo il ruolo di giornalista in Hereafter, di Clint Eastwood.

E ora, incoronata dalle critiche e dagli applausi di Cannes per Il ragazzo con la bicicletta, la pellicola dei fratelli Jean Pierre e Luc Dardenne, è pronta a entrare nel cuore del pubblico italiano che, da pochi giorni, può vedere il film nelle sale.

È una storia delicata, scarna (solo 87 minuti) e solare, in cui Cécile è Samantha, una parrucchiera che incontra Cyril, un ragazzo abbandonato dal padre. Le loro vite, da quel momento, non si separeranno più. Riservatissima sulla sua vita privata, abile nel rispondere sorridendo, senza scucirti nemmeno un dettaglio, Cécile dice che sono i suoi film a parlare di lei. E visto che ha lavorato con i migliori attori e registi, su questo ha molto da raccontare.

“Il ragazzo con la bicicletta” è stato definito un film sulla maternità intesa come percorso. È d’accordo?
«Io aggiungerei che è anche un film sulla paternità. Il mio personaggio, infatti, è un misto di “padre” e “madre”, ed è il motivo per cui hanno scelto proprio me per interpretarlo. Dicono che, nel mio corpo e nel mio viso, si vedano tratti dolci, ma anche forti e maschili».

Come è stato calarsi in questo ruolo?
«La storia è molto profonda, le emozioni sono intense. I Dardenne cercavano un’attrice capace di non apparire troppo sentimentale. Ho dovuto fare un grande sforzo in questo senso. Mi dicevano di essere molto spontanea, non volevano che “costruissi” troppo il personaggio».

È stato difficile?
«Di solito lavoro molto sul ruolo che interpreto, fa parte della mia creazione del personaggio. Questa volta mi sono dovuta fidare ed eseguire quello che mi chiedevano. Se facevo ai Dardenne troppe domande “psicologiche”, mi rispondevano: “Devi essere solo te stessa. Nient’altro”. È stato faticosissimo».

Altri ostacoli?
«Abbiamo girato seguendo la cronologia della storia. Nelle prime scene, per non rivelare subito il tono emotivo della vicenda, mi sono dovuta controllare molto. Sono state le peggiori da girare. Poi è andata meglio».

Un attore può scegliere la sua scena preferita in un film di cui è protagonista?
«Posso solo dirle che il momento del film che amo di più è quello in cui Ciryl, il ragazzino, si fa male, in macchina, poco dopo che il padre gli ha detto che non lo vuole più vedere. È in quell’occasione che il personaggio di Samantha sente inequivocabilmente che non potrà mai più lasciarlo solo».

Essere madre nella vita vera l’ha aiutata?
«Direi di no. Mio figlio Lino ha tre anni, il nostro rapporto è diverso da quello che ho con Cyril nel film. Lì ho davanti un piccolo adulto, non un bambino, ma qualcuno che è più al mio livello. Thomas Doret, il giovanissimo attore, era alla sua prima volta sul set e non ha dovuto fare la mia fatica per mettere da parte tutte le esperienze precedenti per risultare davvero spontaneo».

Com’è stato diventare madre, tre anni fa?
«È bellissimo avere un figlio. Direi che me la sto cavando bene. Seleziono con attenzione i film giusti, cercando di valutare sempre come tenermi del tempo libero per la mia famiglia».

Come sceglie i ruoli da interpretare?
«Devono avere tre caratteristiche: un personaggio davvero interessante, un’ottima sceneggiatura (che dev’essere come uno di quei libri che non molleresti mai) e un regista dalla forte personalità. Sono fortunata perché ho sempre potuto decidere io».

Partiamo da Clint Eastwood, che cosa l’ha colpita di lui?
«Si fida molto del suo cast, lascia che ci sia libertà d’espressione. Sa cosa le dico? È un’esperienza forte avere la fiducia di Eastwood nella propria vita. Fuori  scena è un uomo generoso, divertente. È una persona che “emana” amore».

E che cosa l’ha colpita di Matt Damon, suo partner sul set di “Hereafter”?
«Sapevo già che era un grande attore e  nei due giorni in cui abbiamo lavorato insieme ne ho avuto conferma. Vederlo “giocare” con le scene è molto affascinante, riesce a essere intenso dal primo ciak. Poi, quando le luci del set si spengono, scopri anche che è una persona normale, molto protettiva. Molto più intelligente di un semplice sex symbol».

Già che ci siamo, passiamo allora a un sex symbol francese, Vincent Cassel. Com’è lavorare con lui?
«Vincent è un attore con un talento davvero impressionante. Ha sempre il controllo totale dei suoi personaggi. È come un’aquila che sa esattamente dove vuole arrivare a colpire».

Ma lo vede anche lei come un seduttore, come accade a noi in Italia?
«Certo, ha una bellezza molto speciale...».

E che cosa ci dice di Gérard Depardieu?
«È stato molto generoso con me quando abbiamo girato When I was a singer (presentato a Cannes nel 2006, regia di Xavier Giannoli, ndr), non mi ha mai rubato la scena. Con una giovane attrice come me avrebbe potuto farlo molto facilmente, sfruttando la mia timidezza. Invece, mi ha preso per mano e mi ha fatto “volare” verso un successo».

In passato lei ha fatto ruoli complessi: la lesbica, la donna dura... La femminilità pura e semplice le piace?
«Ho interpretato anche molte parti romantiche. Anzi, direi che le mie possibilità in questo senso sono più ampie, più in sintonia con il mio vero carattere».

In quale film la vedremo, prossimamente?
«Ho appena finito di girare Talk show, di Xavier Giannoli. È la storia di un caso mediatico, di un uomo che diventa famoso, suo malgrado, e di una donna che finge di amarlo. In tutto questo ci si mette di mezzo un personaggio molto cinico, che guadagna da questa situazione».

In Italia non sappiamo nulla della sua vita privata, a parte il fatto che è madre di Lino. Del suo compagno, per esempio, si sa solo che è un produttore...
(Ride). «Non è vero. È un errore che ha fatto qualcuno, non so come sia successo. Con il produttore Guillaume Malandrin ho solo lavorato a un film belga. Un giornalista ci ha “fidanzati” e da quel momento siamo insieme, ma solo nelle biografie in Rete!».

E chi è il fortunato compagno, invece?
«Non voglio dire niente di lui, preferisco che resti quell’errore e che la verità sia sconosciuta. In Francia non si legge nulla sul mio privato, sui giornali. Bene così!».

© Riproduzione riservata

  • IN ARRIVO

  • La normalità di essere prime. Intervista a Elisabetta Casellati

  • 5 cose da sapere sul fidanzamento di Paris Hilton

  • Scarpe a punta quadrata: sono loro la nuova ossessione di stagione

  • 5 outfit con i pantaloni in pelle (o in similpelle) che vi sorprenderanno

Grazia
Vuoi abilitare le notifiche?
Attendi…

No, grazieSi, attiva