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Grazia

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Lifestyle

Caterina Balivo: «Parlando con gli angeli, Craig mi ha detto: è lui l’uomo della tua vita»

Caterina Balivo: «Parlando con gli angeli, Craig mi ha detto: è lui l’uomo della tua vita»

foto di Stefania Rossotti Stefania Rossotti — 8 Marzo 2012

Fotogallery Caterina Balivo: «Parlando con gli angeli, Craig mi ha detto: è lui l’uomo della tua vita»

  • Caterina Balivo Caterina Balivo
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo e Carlo Conti Caterina Balivo e Carlo Conti Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo e Massimo Giletti Caterina Balivo e Massimo Giletti Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo e Biagio Izzo Caterina Balivo e Biagio Izzo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo e Marco Liorni Caterina Balivo e Marco Liorni Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo Caterina Balivo Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
  • Caterina Balivo e Guido Brera Caterina Balivo e Guido Brera Caterina Balivo nasce a Napoli il 21 febbraio 1980.
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A sinistra, il libro scritto con il sensitivo Craig Warwick. A destra, col fidanzato Guido Brera, da cui aspetta un figlio (nascerà a giugno).

A sinistra, il libro scritto con il sensitivo Craig Warwick . A destra, col fidanzato Guido Brera, da cui aspetta un figlio (nascerà a giugno).

Ho incontrato Caterina Balivo , per la prima volta, due anni fa, nel suo camerino alla Rai: piccolo, accogliente e intasato di scarpe (decine di paia: tutte tacco 12 o su di lì). Oggi Caterina un posto alla Rai non ce l’ha più (niente Pomeriggio sul 2 e nemmeno la Domenica In che le era stata promessa).

La passione per le scarpe, quella invece c’è ancora. E infatti l’intervista comincia con una (autoironica) precisazione: «Voglio che il mondo sappia che porto il numero 41, non il 43!», ride. «Wikipedia ha pubblicato online una notizia sbagliata e mi ha rovinata: gli stilisti mi mandano scarpe che non mi vanno bene».

Aggiungiamo qualche altro dato biografico (non di sole scarpe vive la donna): Caterina ha 32 anni, da due è fidanzata con il finanziere milanese Guido Brera e da cinque mesi e mezzo è in attesa di un bambino. Passiamo alla carriera: niente tv per ora. Ma scrittura: il suo libro Tutti quanti abbiamo un angelo (Rizzoli) è stato per più di tre mesi nella classifica dei bestseller. E ancora: Radio Monte Carlo tutte le mattine. E una rubrica di posta sul Mattino di Napoli.

«Di solito rispondo a chi ha problemi sentimentali. Ma ormai sono sempre più numerose le lettere di persone disperate perché non hanno lavoro. Ieri mi ha scritto un ragazzo, confessandomi di essersi ridotto a fare lo spacciatore, dopo anni di disoccupazione».

Lei che cosa gli ha risposto?
«Niente. Non avevo parole».

Crede davvero negli angeli, Caterina?
«Ho scritto il libro insieme a Craig Warwick, una persona molto complicata e straordinariamente sensibile. Lui dice di vederli gli angeli. E, in effetti, è stato in grado di dirmi cose che non poteva sapere e di predirmi un futuro per me impensabile».

Per esempio?
«Un giorno avevo in mano un racconto scritto da un uomo che avevo conosciuto da poco. Craig mi ha detto: “È lui, sarà l’amore della tua vita”».

Vero?
«“Lui” oggi è il mio compagno».

E vabbè.
«Guardi che quando Craig me l’ha detto io gli ho riso in faccia. All’epoca avevo duecento corteggiatori e lui era uno dei tanti. Pensavo che fosse uno scrittore un po’ sfigato. E la cosa mi piaceva moltissimo».

E invece è un importante operatore della finanza. La cosa le piace meno?
«È meno romantica. Mi ero innamorata dell’idea di aver scelto Guido senza sapere chi fosse davvero. Un amico un giorno mi ha detto: “Caterina, tu quando conosci un uomo fai sempre dei calcoli. Ti chiedi se ha un lavoro, se si droga, se ha una cultura internazionale… Rilassati: cerca di conoscere una persona”».

Ha mai pensato che un uomo potesse stare con lei per calcolo?
«Certo. So benissimo di essere stata fidanzata o anche solo corteggiata da uomini che volevano solo alzare le loro quotazioni o aggiungere un’altra bella figurina all’album delle loro conquiste».

Umiliante?
«Per niente. Basta saperlo e sorridere per la foto. Pensando che, in realtà, sei tu che stai facendo il tuo album».

Trovo irresistibile la sua schiettezza.
«Mia nonna me lo diceva sempre: “Sei una linguaccia”».

Adesso aspetta un bambino, che nascerà a giugno. Basta tv per un bel po’?
«Scherza? Se c’è un buon progetto, io da settembre sono di nuovo in pista. Le mamme danno la vita ai figli, ma i figli non devono togliere la vita alle mamme».

Il lavoro è la vita?
«Per me sì. Ho cominciato a pagare i miei contributi allo Stato a 17 anni e non ho mai smesso di lavorare. Ho sempre voluto essere indipendente: a 16 anni saltavo la scuola per un lavoro da hostess (mi servivano i soldi per fare un regalo al mio ragazzo). A 18 anni già pagavo le bollette».

Sono sempre importanti i soldi?
«Io vengo da Acerra, dove ci sono i ricchi e i poveri. La mia era una famiglia media: tre figlie, due stipendi. Potevamo fare 15 giorni di vacanze l’anno, ma i miei non potevano mai uscire a cena. Io vedevo i ricchi e mi sentivo povera, più povera di quello che in realtà fossi».

Ambiziosa?
«Molto».

Competitiva?
«Anche. Quando andavo a scuola studiavo come una matta per essere la migliore».

Il merito paga?
«Certo non nel mio settore. Ma non ne parliamo: voglio essere buona, sono incinta…».

Se non lo fosse, di chi altro mi parlerebbe male?
«Di alcune colleghe ancora giovani e già rifatte».

Lei niente ritocchi?
«Niente, ma non è merito mio. È stata la natura a darmi una pelle che regge e la terza di reggiseno».

Lei ce l’ha un angelo custode?
«Di sicuro. Sono una donna fortunatissima. Per scaramanzia vorrei asfaltare di sale le strade che percorro ogni giorno».

Sul serio: crede alla possibilità che esista un’altra dimensione con cui comunicare?
«Penso che se c’è (e c’è) qualcosa dopo di noi, non possiamo non credere che esistano persone in grado di comunicare con questa dimensione».

Lei sembra una persona che non lascia niente al caso.
«Infatti, sono sempre stata molto determinata, molto programmata. Poi la vita mi ha preso alla sprovvista».

Come?
«Niente più trasmissioni in Rai e un figlio in arrivo».

Non era programmato?
«Sapevo di voler diventare mamma, ma non credevo che sarebbe successo così presto».

Perché ha nascosto la gravidanza per cinque mesi?
«Non l’ho nascosta. Semplicemente ho evitato di comunicarla. I primi tre mesi sono stata malissimo: passavo le giornate a correre in bagno a vomitare. Per la prima volta in vita mia, ho sperimentato che cosa voglia dire essere piegati da qualcosa. Io che sono sempre stata un panzer».

Sarà anche una mamma panzer?
«Penso di sì. Non sono il tipo che si perde dietro ai particolari. Per dire: non ho affatto cominciato a preparare la cameretta, a comprare i vestitini e i pupazzetti. Ogni tanto ho paura di non essere in grado di fare tutto quello che una buona mamma deve fare».

Ansiosa?
«Per niente. Sono solo molto responsabile: a otto anni già curavo la mia sorellina che urlava come una matta»
.
A proposito di urla: è vero che ha dovuto farsi operare alla gola dopo aver litigato con il suo ex fidanzato Nicola Maccanico?
«Certo che è vero. Era un amore che finiva dopo quattro anni e in malo modo. Ma lo giuro: non griderò più per un uomo. Non l’ho più fatto e mai lo rifarò».

Cosa fa da allora, quando le cose si mettono male in amore?
«Me ne vado. Io non sono l’infermiera di nessuno: se un uomo non è all’altezza delle mie aspettative lo saluto. Io combatto per me stessa, per il mio lavoro».

© Riproduzione riservata

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