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Grazia

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Lifestyle

Bianca Guaccero: «Ho preso 6 e mezzo»

Bianca Guaccero: «Ho preso 6 e mezzo»

foto di Stefania Rossotti Stefania Rossotti — 26 Febbraio 2012

Fotogallery Bianca Guaccero: «Ho preso 6 e mezzo»

  • BiancaGuaccero BiancaGuaccero
  • Bianca Guaccero Bianca Guaccero Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero Bianca Guaccero Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero, Paolo Poeti, Serena Autieri, Eleonora Di Miele e Alessia Mancini Bianca Guaccero, Paolo Poeti, Serena Autieri, Eleonora Di Miele e Alessia Mancini Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero e Sergio Assisi Bianca Guaccero e Sergio Assisi Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero, Sergio Assisi, Kaspar Capparoni, Luca Ward e Gabriella Pession Bianca Guaccero, Sergio Assisi, Kaspar Capparoni, Luca Ward e Gabriella Pession Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero, Piero Chiambretti, Pippo Baudo e Andrea Osvárt Bianca Guaccero, Piero Chiambretti, Pippo Baudo e Andrea Osvárt Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero Bianca Guaccero Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero Bianca Guaccero Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
  • Bianca Guaccero Bianca Guaccero Bianca Guaccero nasce a Bitonto, in provincia di Bari, il 15 gennaio 1981.
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È il voto che si da Bianca Guaccero come attrice. Troppo esigente con se stessa? E rincara la dose: «Per me è arrivato il momento di studiare». E anche: «Non ho ancora imparato a essere più femminile e sensuale». Possibile? Guardatela qui a fianco e giudicate voi...

È il voto che si da Bianca Guaccero come attrice. Troppo esigente con se stessa? E rincara la dose: «Per me è arrivato il momento di studiare». E anche: «Non ho ancora imparato a essere più femminile e sensuale». Possibile? Guardatela qui a fianco e giudicate voi...

Pazza idea di usare un’intervista (anzi due) come un diario a puntate. La propongo a Bianca Guaccero, che ho incontrato quattro anni fa (dopo il successo della sua presenza al festival di Sanremo ) e che ritrovo oggi, alla vigilia dell’uscita di un film (Si può fare l’amore vestiti) e due fiction in tv (Walter Chiari, 26 e 27 febbraio, su RaiUno ed Enzo Tortora, in primavera sempre su RaiUno).

A dir la verità, Bianca un diario vero l’ha sempre avuto, molto privato e “nero”: lo scrive solo quando sta male, o quando non capisce più chi è. E vuole scoprirlo, salvo poi spaventarsi: «Perché certe cose di me stessa, proprio non le so», mi ha detto l’ultima volta che l’ho vista. «E, quando le vedo scritte, mi prende il panico».

Che fine ha fatto quel diario, Bianca?
«C’è sempre».

Ultima volta che ha scritto?
«L’estate scorsa. Stavo male. Sapevo di dover cambiare».

Scrivendo, che cosa ha capito?
«Che devo imparare a dire alle persone che amo: così non va. Oppure: no, questo proprio no».

Ha trovato “un uomo che corre più veloce” di lei? Quattro anni fa dubitava che ci fosse…
«Trovato (il regista Dario Acocella, ndr)».

E lei ha smesso di correre?
«Sì, quasi sempre. Ero una che non riusciva a star ferma in un posto. Una che non si sentiva a casa da nessuna parte e viveva con la valigia sotto il letto: pronta a partire. Adesso ho un compagno, una casa, un cane (il cane, per la cronaca, in questo momento, si azzuffa con un altro sul tappeto di casa, sollevando peli come nuvole e divertendosi un sacco, ndr)».

Adesso le piace stare a casa?
«Molto, a volte pure troppo. Oggi partirò per due giorni (due!) per Napoli e ho salutato il mio fidanzato con un gran magone. Anche questa è una cosa che stiamo imparando a fare».

Che cosa?
«Dirci la verità, semplicemente. Prima, a ogni saluto, sceglievamo due strade: o l’indifferenza ostentata o il melodramma. Adesso, se sono triste perché vado via, lo dico. E basta».

Fa fatica a partire?
«Non sempre. Ma il mio lavoro è così: non puoi permetterti di perdere un treno. Non puoi dire: questa volta, passo. Basta un attimo e sei fuori dal giro».

Quattro anni fa aveva un obiettivo: diventare una donna. L’ha raggiunto?
«Ho 31 anni, girare la boa dei 30 è stato difficile, ma è servito».

Poi voleva imparare a essere più femminile, più sensuale. Ce l’ha fatta?
«No. Eccomi qua (stivali piatti di camoscio, sigarette fumate a ciminiera. Ma anche: trucco perfetto, mani con french manicure, ndr)».

Dunque, adesso è più forte?  
«Le critiche mi feriscono ancora. Non tutte, alcune».

La più insopportabile?
«Quando mi dicono che sono “troppa”: troppe labbra, troppi capelli, troppi contrasti, troppo rotonda, troppo mediterranea. Non ci posso fare niente: sono così. Una donna del Sud».

Che voto si dà come attrice?
«6 e mezzo».

Poco più della sufficienza. Severa.
«Devo ancora imparare molto. Recito da quando avevo 16 anni, ma non ho mai seguito lezioni. Sono sempre andata a istinto. Non va bene: è arrivato il momento di studiare. L’istinto è la base del mio lavoro, ma non mi basta più».

Com’è diventata attrice? Sacro fuoco?
«No: determinazione. E fortuna. Se le racconto la mia storia di attrice, non ci crede e pensa che voglia fare la Cenerentola».

Può darsi. Ma ci provi.
«Sì, glielo racconto anche perché sono stufa che si pensi che per arrivare in tv si debba sempre scegliere la strada dei “compromessi” (tanto per usare un eufemismo). Io sono la prova vivente che non è vero e, come me, ce ne sono tantissime».

Allora, questa favola?
«Mia madre mi ha iscritto a un provino che si teneva vicino al mio paese. Io non ci volevo andare perché ero timida, spaventatissima.  Lei mi ha convinta a “passare di lì”, mentre andavamo al mare. Sono arrivata sul set con la borsa da spiaggia, senza avere studiato la parte. Ero la ventunesima e quando è toccato a me avevo imparato quello che dovevo dire e fare. Ed ero arrabbiata, molto arrabbiata. E avevo paura, molta paura. Per fortuna il provino era su una scena di aggressione: forte, violenta. Mi sono buttata e sono entrata in una bolla…».

Una bolla?
«Succede così, quando entri in un ruolo: vai da un’altra parte, via».

L’hanno presa?
«Sì. Come protagonista, in Terra bruciata, con Raoul Bova, Giancarlo Giannini, Michele Placido. Roba da matti, non potevo crederci».

E così la sua vita è cambiata, come lei aveva sempre sognato. Guarda ancora le stelle chiedendosi perché esiste?
«Non guardo le stelle, ma quella domanda me la faccio ancora».

Il suo motto era: “Niente avevo, niente avrò”. Nel senso: non ho niente da perdere. Adesso che cos’ha?
«Gliel’ho detto: ho una casa, un fidanzato, un cane. E poi: ho quattro o cinque amici, a Roma, prima ero così sola, qui».

Pochi amici.
«Sì, quelli veri sono pochi».

Da che cosa li distingue?  
«Dal fatto che stanno con me: nella buona e cattiva sorte».

Il suo ultimo momento brutto?
«Paradossalmente a spaventarmi è stato il successo. Dopo Sanremo ho avuto paura di perdere tutto: anche il tenore di vita che avevo raggiunto. Io vengo da una famiglia qualunque».

Com’è riuscita a superare l’ansia?
«Ho pensato che dovevo investire i soldi in qualche cosa di solido: case, mattoni. Per mettermi al riparo nei tempi bui».

L’ha fatto? Ha comprato immobili?
«Chi, io? Sto pagando il mutuo della casa in cui vivo (ride)».

Vabbè, l’importante è avere in mente una strategia.
«E un sogno. Io credo nei sogni, il mio si è realizzato».

Mi ha detto che, se mai avesse avuto un figlio, avrebbe smesso di recitare. Perché la sua professione e la maternità sono due cose forti, estreme, inconciliabili. La pensa ancora così?
«Assolutamente no. Non voglio privarmi di una parte di me,  togliermi una possibilità».

Se n’è andata da Bitonto, il suo paese, perché non poteva pensare di fare sempre la stessa strada, vedere la stessa gente.
«Guardi che è un rischio che si corre anche qui, a Roma. Sono ancora convinta che, per tenere la rotta, ogni tanto si debba cambiare strada».

Lo fa?
«Ho fatto un videoclip: Look into my self…».

L’ho visto, è molto cliccato su YouTube. C’è lei ragazzina e dark lady: in perenne conflitto. Poi la “sintesi”: donna sexy e matura. Si sente così?
«Magari...».

Che parte le piace fare nella vita?
«Parte? Nessuna».

Dai, è un privilegio di voi attori: mettere in scena qualcosa, se occorre…
«Non sono capace di recitare nella vita reale. Ma so dire, molto bene, le bugie».

Quando le dice?
«Quando non voglio ferire. Bugie protettive».

© Riproduzione riservata

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