Fotogallery Bianca Balti: «Meglio mamma che top model!»
...
Bianca Balti non ha dubbi, le piace stare in mezzo ai bambini, mentre si rincorrono e ridono. Chi meglio di lei può inaugurare un parco giochi? “Griffato”, naturalmente...
Bianca Balti non ha dubbi, le piace stare in mezzo ai bambini, mentre si rincorrono e ridono. Chi meglio di lei può inaugurare un parco giochi? “Griffato”, naturalmente...
Linate, imbarco del volo Milano-Brindisi.
Bianca Balti arriva accompagnata da mamma Bice, tenendo per mano la sua bambina Matilde, 5 anni appena compiuti.
Per la top model questo non è un viaggio di lavoro. La nostra destinazione è Ostuni (Brindisi) dove Bianca inaugurerà il nuovo parco giochi donato da Louis Vuitton a SOS Villaggi dei bambini, un’associazione internazionale impegnata nell’aiuto all’infanzia in difficoltà.
In jeans e ballerine, senza trucco, è bellissima. Matilde, che la modella ha avuto dal fotografo Christian Lucidi (dal quale si è separata nel 2010) saltella per l’aeroporto e fa immediatamente amicizia con la mia bambina, anche lei invitata alla grande festa di Ostuni.
Bianca si rivela una mamma previdente, attrezzata con Barbie, pastelli colorati e golfino per l’aria condizionata per Matilde. Ma è anche, a sua volta, una figlia premurosa con mamma Bice, che è una bella e dolce signora bionda.
Arrivate a destinazione, intervisto Bianca. Ci diamo del tu, perché passiamo insieme tutta la giornata e perché tra mamme si usa così.
Di “Bianca di Lodi”, 28 anni, si sa che da ragazzina era magrissima e non piaceva a nessuno; poi è stata una punk che viveva in una casa occupata, quando è stata notata e subito proiettata nell’Olimpo delle top.
Da punk a madrina di progetti benefici. In mezzo, le campagne per i più grandi stilisti, le copertine, il calendario Pirelli. E questo progetto per una griffe come Louis Vuitton.
«Mi sono subito innamorata dell’iniziativa Louis Vuitton per SOS Villaggi dei bambini. Quando ero piccola, accompagnavo mia madre che portava vestiti e giochi nella casa delle ragazze madri di Lodi. Noi non potevamo entrare, ma ricordo la bella sensazione che provavo. Mi è sempre piaciuta l’idea di un posto che accoglie le persone in difficoltà, come quello realizzato a Ostuni».
Che cosa significa far parte del progetto?
«Sono felice del fatto che Louis Vuitton abbia pensato a me come madrina. Come donna, ma soprattutto come mamma, penso che sia davvero importante garantire a tutti un’infanzia serena in un contesto familiare accogliente, che è l’obiettivo di SOS Villaggi dei bambini. Il parco giochi è il simbolo di un’età felice. Spero quindi che in questo bellissimo spazio anche i piccoli del Villaggio SOS di Ostuni possano trascorrere momenti spensierati, riacquistando una maggiore serenità».
Oggi non sei qui in veste di modella, ma come madrina del parco giochi. Che legame c’è tra moda e iniziative benefiche?
«Negli ultimi anni il mondo della moda è sempre più sensibile alle iniziative benefiche. È un bellissimo gesto, da parte di un’azienda, restituire al mondo qualcosa aiutando i meno fortunati. Louis Vuitton non è solo un grande marchio del lusso ma è sinonimo di amore per la trasmissione della cultura alle generazioni future, di un grande impegno nel supporto dell’arte attraverso le collaborazioni con gli artisti e di sostegno al diritto all’educazione. È bello uscire dal mio solito ruolo di modella, anzi usare la mia immagine a favore di questa causa. Sono davvero entusiasta ed emozionata all’idea di essere qui oggi, specialmente con la mia Matilde. Trovo sia importante condividere con lei un momento come questo. Mi piace stare in mezzo ai bambini, ma soprattutto vederli ridere e giocare».
Sei cresciuta in provincia. Com’è stata la tua infanzia?
«Bellissima, ho un fratello più grande e uno più piccolo, siamo molto uniti. La mia è la “famiglia del Mulino Bianco”. Tutto troppo perfetto, dovevo rompere un po’ gli schemi e così ho avuto un periodo di esplorazione. Se non fai tutte le esperienze possibili, è difficile poi formarsi un’opinione. Ho 28 anni ma mi sembra di aver già vissuto moltissimo...».
Mamma a 23 anni, hai avuto paura delle responsabilità?
«No, ero contenta. Ho sempre desiderato essere una madre giovanissima, ma non ci sono riuscita (ride, ndr). A 23 anni già lavoravo, ero sempre in giro da sola, autonoma da un punto di vista economico, prendevo decisioni importanti: avevo già un sacco di responsabilità. Secondo me le donne pensano troppo prima di avere figli».
Non tutte possono permetterseli. C’è il problema del lavoro...
«Certo, ma io vedo tante colleghe che ce l’hanno, ma sperano di fare ancora più carriera, di avere ancora più successo. Se ci pensi, non è mai il momento giusto. Anche per me non lo sarebbe stato. Viaggio e spesso devo lasciare mia figlia, ma averla è stato un gesto d’amore».
Che tipo di mamma sei? Molti divieti?
Leggi il resto dell’intervista a Bianca Balti sul numero 27 di Grazia
© Riproduzione riservata