Blake Lively parla per la prima volta della faida con Justin Baldoni: «l’anno più intenso della mia vita»


Blake Lively rompe finalmente il silenzio sul momento più difficile della sua carriera.
A pochi mesi dalla notizia della battaglia legale con il regista e attore Justin Baldoni, l'ex star di Gossip Girl ha scelto di condividere con il pubblico qualche pensiero su quello che definisce «l’anno più intenso della mia vita».
**Cosa sta succedendo tra Blake Lively e Justin Baldoni? Ve la spieghiamo in breve**
«I miei figli sono stati la mia ancora di salvezza» ha dichiarato durante un'intervista a Late Night with Seth Meyers. «Qualunque tipo di giornata io stia vivendo, devo essere Disneyland per loro. È la cosa migliore, anche se è un caos totale».
Con il marito Ryan Reynolds, Blake Lively ha quattro figli: James (10 anni), Inez (8), Betty (5) e il piccolo Olin (2). Ed è proprio nella quotidianità con loro che ha trovato la forza per affrontare un periodo carico di pressioni mediatiche e personali.
Anche se non ha potuto entrare nei dettagli del caso — che la vede opposta a Justin Baldoni, accusato di molestie — Blake Lively ha scelto parole misurate ma potenti. «Vedo così tante donne intorno a me che hanno paura di parlare, soprattutto adesso. Paura di condividere la propria esperienza. La paura è progettata per questo: è ciò che ci tiene in silenzio».
Quando il conduttore ha accennato alla sua impossibilità di parlare liberamente, osservando: «Immagino che tu sia in una situazione in cui non puoi dire nulla», l'attrice ha risposto con fermezza: «Quello che posso dire, senza entrare troppo nei dettagli, è che quest’anno è stato il più alto dei picchi e il più basso degli abissi della mia vita».
Parole che pesano. Perché mentre i riflettori restano puntati sul futuro processo previsto per marzo 2026, Blake Lively mostra un volto umano e autentico. Quello di una donna che non nega la vulnerabilità, ma la trasforma in consapevolezza.
«Mi sento fortunata ad aver potuto parlare. So che tante non possono. E credo che, come donne, abbiamo il diritto — e il dovere — di usare la nostra voce».
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