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Lifestyle

Weekend a Trieste: cosa fare, vedere e assaggiare

Weekend a Trieste: cosa fare, vedere e assaggiare

foto di Martina D'Amico Martina D'Amico — 24 Novembre 2017
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Se non siete mai stati a Trieste rimediate: per la sua storia, il suo porto, i venti di Bora - e perché qui si mangia una delle Sacher più buone del mondo

Se ci sono mille modi per visitare una nuova città, noi per Trieste ne abbiamo scelto uno ben preciso.

Per perdersi, infatti, e scoprirla senza seguire un itinerario, ci vuole molto più tempo che un weekend.

Quindi, smartphone alla mano abbiamo scaricato Musement App e ci siamo creati un itinerario su misura con i suoi consigli.

Direttamente dalla App, infatti, si acquistano i biglietti per i musei e si saltano le code, si può prenotare una guida locale, un tour artistico, enogastronomico, sportivo, musicale o addirittura scegliere di crearsi un percorso esperenziale sui propri desideri.

Noi Trieste l'abbiamo girata così, con un clic. Vi raccontiamo com'è andata.

(Continua sotto la foto)

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Come le più importanti città d'Europa che riempiono i libri di storia, perché sono state il palcoscenico di veri e propri campi di battaglia, porti di mare, ma anche città uniche, ricche di arte e cultura che bruciavano come il fuoco sotto la cenere, anche Trieste vanta il suo storico caffè letterario.

Il Caffè San Marco è il quarto luogo più bello d'Italia per la letteratura: parola di Repubblica Robinson, che l'ha selezionato tra i migliori. E noi confermiamo.

È un ambiente d'altri tempi, la porticina a vetri scricchiola e quel suono già ti catapulta indietro, al 1914, azzerando i rumori delle auto e del traffico appena fuori.

C'è profumo di chicchi di caffè tostato, ci sono piccole paste e tortine deliziose da portare su uno dei tavolini di marmo rosa.

Ma se volete farvi un giro tra i libri nuovi e antichi custoditi in questo caffè, scendete i due gradini e lasciatevi rapire dai titoli.

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Succede che camminando camminando stop, ci si blocchi senza un perché.

C'è qualcosa che cattura e attira come un magnete.

Ecco, davanti alla porticina dell'Atelier Grassi, in via Felice Venezian, si sente il canto delle sirene.

Questo è L'Atelier Grassi, del grande pittore Pietro Grassi, un angolino di pareti di pietre antichissime che appartenevano alle mura del fortino medievale della città. Alla figlia Serena, proprietaria di questa galleria d'arte, quando parla di suo padre brillano gli occhi.

Lei racconta le sue opere con amorevole poesia e spiega come, a seconda della prospettiva da cui si guardano i suoi quadri, sembrano spruzzare la schiuma del mare fuori dalla tela. Serena è una conoscitrice della storia, di Trieste e dei racconti del nonno: il guardiano del Faro Vittoria, che la prendeva per mano e la portava in cima ad accendere la fiamma.

Storie vere che non si trovano nemmeno nei romanzi più belli.

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Sempre in via Venezian, nel reticolo di vie dei negozi di tendenza, si trova Officina Stranomavero.

Non c'è un solo articolo capitato per caso in questo negozio.

La proprietaria, Antonella, è designer di gioielli ed esperta nella lavorazione di ciondoli, anelli, bracciali e orecchini realizzati con un filo di acciaio anodizzato oro, bronzo, nero e color antracite.

Tutti abbinati agli accessori scelti e agli abiti pensati anche per le donne che delle forme hanno fatto un punto di forza e bellezza.

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Indirizzo imperdibile da segnare anche sul palmo della mano: Trattoria Nero di Seppia, vicinissimo al mare.

Comiciamo dagli antipasti? Tipo con la tartare di ricciola, salmone selvaggio, gamberi rossi e carpaccio di branzino.

Oppure dai primi che vanno dai fusi istriani con la coda di rospo e i porcini freschi ai bigoli con le seppioline e il loro nero?

I secondi si possono immaginare, forse, ma i dolci no.

Ognuno ha una storia che rimanda ad amori passati di principesse capricciose e sapori di terre lontane.

Ordinate la torta Rigòjanci, un'indescrivibile armonia di cioccolati diversi nata in onore della storia d'amore tra la principessa di Caraman Chimay, Clara Marie, e il violinista Rigò Jancsi.

Lei si sfilò l'anello di fidanzamento davanti al marito e nessuno riuscì più a fermare la loro passione.

I dettagli fateveli raccontare dalla gentile signora di casa.

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Prendete gli insetti che in estate rincorrete con palette elettriche o che cercate di asfissiare con gli zampironi, ecco, quelli. E ora trasformateli in trofei.

Ciondoli a forma di zanzara realizzati con fili di rame, enormi cicale da appendere al muro create con un solo filo di ferro, ma anche pesciolini, i piu semplici disegnati dai bambini e piccole e grandi meduse con i tentacoli al vento.

Da Spazio Artematta tutti gli esseri viventi sono degni di vivere una seconda vita. Anche quelli che pungono.

E poi ci sono collane di palline di corteccia di quercia, di anellini di vetro soffiato nel piccolo laboratorio a vista che c'è nel negozio.

Così si possono anche scegliere i colori e personalizzare il proprio bijoux.

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Si chiama Bogaloo questo negozietto di articoli vintage di qualità superselezionata.

Si trova nel quartiere bohemienne della città, proprio nella piazzetta che dà sull'Arco di Riccardo.

E la giovane proprietaria, che colleziona abiti da quando di anni ne aveva quattordici, seleziona solo capi di minimo vent'anni.

Tutti sono degli Anni 50-60-70, alcuni ancora con l'etichetta e garantiti.

Ci sono cappottini, pantaloni, abiti, gonne e anche accessori come borse e scarpe.

Poi c'è un'intera parete dedicata ai cerchietti per i capelli realizzati da lei, con cravatte vintage originali di tutti i colori e di tutte le possibili fantasie.

Ogni pezzo è unico e raro.

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E dopo tanto passeggiare un po' di languorino viene anche agli atleti dello shopping.

Se c'è un posto che da fuori potrebbe passare inosservato, ma che è in assoluto uno tra i più antichi e famosi fornai, è proprio Penso.

Che non ha nemmeno il tempo di rifarsi il look da tanto ha da fare da quel lontano 1918.

Qui, sappiatelo - è stato scritto e tradotto in più lingue, e al bancone c'è anche l'articolo originale - si produce la quarta Sacher più buona del mondo.

Leggermente diversa da quella di Vienna, meno dolce e con la copertura cremosa.

Il proprietario racconta sempre con estremo orgoglio che era stata preparata per la Principessa Sissi che era di passaggio da Trieste e che desiderava assaggiarne una fetta.

La prepararono per la prima volta esclusivamente per lei.

Che se ne innamorò ed è per questo che la ricetta, da quel giorno, non è mai cambiata di un grammo.

Anche qui, la torta Rigòjanci è assolutamente da portare via per consolarsi durante il viaggio di ritorno.

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Anche a Trieste c'è una via Torino, che qui rappresenta quella della gioventù, dei locali, dei pub con musica dal vivo e cioccolaterie che in estate rinfrescano e in inverno riscaldano.

Uno dei posti originali di questa strada si chiama Salumare.

Da fuori sembra una pescheria, in realtà è il paradiso delle mousse di pesce, delle tartine per l'aperitivo, ma soprattutto è la mecca di chi ama il pesce affumicato.

Non solo il salmone del nord, ma anche il pesce pescato nel mare che si trova a 500 metri da qui.

Se il vento non permette di gustarsi un aperitivo sui tavoli all'esterno, si può sempre entrare e accomodarsi in angoli inaspettati di pura dolcezza.

In fondo c'è addirittura un bancone pieno di libri e gadget che ricorda tanto la cameretta di ognuno di noi, con mensole, libri di ogni genere, abat-jour e portamatite per chi volesse scarabocchiare nell'attesa.

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In Italia ci sono alcuni alberghi che dicono di appartenere a una categoria pari a tre stelle, ma che a dormirci, capisci solo dopo di essere finito in un "due nuvole e una stella".

Per di più, cadente.

A Trieste abbiamo provato questo della catena francese B&B Hotels, in Italia ce ne sono già trenta nelle principali città, un signor 3 stelle, con prezzi a partire da 55 euro a notte, questo è vicino alla stazione ferroviaria ma in genere tutti gli hotel di questa catena sono in punti strategici e facilmente raggiungibili con i mezzi o in auto.

In camera si trovano wifi 100 mega gratuito e letto king size.

© Riproduzione riservata

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