Perché alcune persone soffrono il caldo più di altre?


Caldo: c'è chi lo ama e chi lo odia.
Non è solo questione di gusti: la verità è che non tutti siamo progettati allo stesso modo per tollerare le alte temperature. Alcune persone sembrano attraversare le ondate estive con disinvoltura, altre invece faticano a dormire, sudano copiosamente o si sentono spossate già dopo pochi minuti al sole.
A dircelo non sono solo le nostre esperienze quotidiane, ma anche la scienza: la tolleranza al caldo dipende da una combinazione di fattori biologici, ormonali, sociali e persino alimentari.
**Cosa succede al nostro corpo quando fa (troppo) caldo**
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Genetica, età e sesso: il corpo non reagisce allo stesso modo per tutti
La nostra capacità di sopportare il caldo è, in parte, scritta nel nostro DNA. Esistono infatti persone che per natura tollerano meglio il calore, proprio come accade per lo sport o la resistenza fisica.
Ma a influenzare questa capacità intervengono anche età, sesso biologico e caratteristiche fisiche.
Bambini e anziani, ad esempio, sudano meno rispetto agli adulti: ciò significa che riescono a disperdere meno calore corporeo e sono quindi più esposti a disidratazione e colpi di calore.
Le donne, inoltre, secondo svariati studi, hanno un rischio maggiore di complicanze durante le ondate di caldo, a parità di esposizione rispetto agli uomini. Le cause? Differenze ormonali, cardiovascolari e metaboliche, ma anche fattori sociali: le donne, in molti contesti, hanno meno accesso a risorse per proteggersi efficacemente dal caldo.
Il ruolo dello stile di vita
Al di là della genetica, sono le nostre abitudini quotidiane a fare la differenza quando il caldo si fa sentire.
L’uso eccessivo dell’aria condizionata, per esempio, può essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato ci protegge, dall’altro riduce progressivamente la nostra capacità di acclimatarci. Il passaggio brusco da 20 a 35 gradi, quando si esce di casa o dall’ufficio, può provocare un vero e proprio shock termico, con sintomi che vanno dalla debolezza alla tachicardia, fino a svenimenti nei casi più estremi.
**Come combattere il caldo (senza aria condizionata)**
Anche il livello di attività fisica è un fattore cruciale: chi è più allenato tende ad avere un sistema cardiovascolare più efficiente e riesce a disperdere meglio il calore in eccesso.
Inoltre, alcune condizioni mediche (come il diabete) o l’uso di determinati farmaci (tra cui diuretici e antistaminici) possono ridurre la capacità del corpo di sudare, aumentando il rischio di soffrire il caldo.
Cosa mangiamo influenza come ci sentiamo
Infine, anche ciò che portiamo in tavola può incidere (e parecchio) sul modo in cui affrontiamo le alte temperature. I cibi ricchi di grassi o proteine animali, ad esempio, richiedono uno sforzo metabolico maggiore per essere digeriti: questo si traduce in una produzione interna di calore, che va ad aggiungersi a quello esterno. Non è un caso se dopo una grigliata abbondante, anche all’ombra, iniziamo a sudare copiosamente.
Per combattere il caldo a tavola, meglio puntare su piatti leggeri e ricchi d’acqua: insalate, frutta fresca, verdure crude, pesce azzurro e cereali integrali.
Sì anche a bevande naturali come acqua con limone o infusi tiepidi, che aiutano a mantenere l’idratazione e stimolano la termoregolazione. Da evitare, invece, l’alcol, che contribuisce alla disidratazione e peggiora la percezione del caldo.
**Cosa mangiare con il caldo per soffrirlo meno**

Si può imparare a tollerare meglio il caldo?
Sì, e la chiave sta nell’ascoltare il proprio corpo e prepararlo gradualmente.
L’esposizione progressiva al caldo, unita a uno stile di vita sano e a scelte alimentari consapevoli, può aiutare chiunque a vivere meglio anche l’estate più torrida.
In un mondo dove i picchi di temperatura sono sempre più frequenti, abituarsi al caldo sarà una forma intelligente (e necessaria) di adattamento.
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