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Lifestyle

Avete paura di togliere la mascherina? Ecco cosa consiglia la psicologia

Avete paura di togliere la mascherina? Ecco cosa consiglia la psicologia

foto di Grazia.it Grazia.it — 28 Giugno 2021
mascherina foto hero granderagazza mascherina
Caduto l'obbligo della mascherina all'aperto c'è chi ha paura di separarsene: abbiamo chiesto a uno psicologo perché succede e come comportarsi

Finalmente sembra che ci si muova verso una normalità e dopo un lungo anno cade l'obbligo della mascherina all'aperto.

Non senza ripercussioni psicologiche che colpiscono ciascuno in modo diverso.

Ognuno di noi, infatti, ha creato il proprio circolo di sicurezze e le proprie abitudini di prevenzione, cercando di mediare tra buon senso e precauzioni.

E la mascherina, insieme al gel idroalcolico, è sicuramente quella che ci ha accompagnati durante l’intera pandemia più assiduamente dandoci più sicurezza.

Non stupisce dunque se ora, proprio come successe con il moltiplicarsi di casi di sindrome della capanna all’inizio delle riaperture dello scorso anno, in molti percepiscono un senso di vulnerabilità all'idea di toglierla.

** Avete paura di riprendere a vivere? Si chiama Sindrome della capanna: ecco di cosa si tratta **

Però bisogna reagire e trovare il modo per superare la paura, con responsabilità e pazienza.

Ma cosa succede quando quello che sembrava un obbligo insopportabile si trasforma in un oggetto che trasmette sicurezza?

È normale essere restii a separarsene?

** A cosa serve avere paura? Risponde la psicologia **

Da cosa dipende il senso di sicurezza che si sviluppa a livello individuale in ognuno di noi?

Ne abbiamo parlato con il dott. Giuseppe Iannone di Guidapsicologi.it, per capire come vivere al meglio questa fase di transizione, senza forzare i tempi personali di ognuno.

Perché si ha paura di togliere la mascherina (e come superarla)

(Continua sotto la foto)

GettyImages-sbloccare iPhone con mascherina

La mascherina è la nostra comfort zone

La mascherina rappresenta oggigiorno una conditio sine qua non. Senza non si va da nessuna parte. Un po’ come se fosse uscire di casa in mutande o senza scarpe. 

Ma benché sia una restrizione, è al tempo una protezione, ci tranquillizza: dietro alla mascherina ci sentiamo al sicuro. 

«Da oggetto sconosciuto e scomodo la mascherina è presto diventata un'appendice irrinunciabile in questi ultimi anni. E se all'inizio in molti la sopportavano male, con il trascorrere del tempo la mascherina è diventata oggetto che trasmette sicurezza. Sicurezza di non contagiare e di non essere contagiati. Ma anche libertà: la libertà di potersi muovere e socializzare nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia», spiega il dott. Giuseppe Iannone.

Il cambiamento genera scompenso

Il cambiamento è qualcosa che genera in noi una sensazione di disequilibrio, la rottura con un’armonia in cui tutto funziona.

O magari non funziona, ma è la nostra normalità, con la quale siamo abituati a vivere e all’interno della quale ci sentiamo sicuri.

Ogni cambiamento presuppone un piccolo (o grande) trauma con il quale il soggetto deve fare i conti, e non sempre è facile.

Bisogna ricostruire le proprie sicurezze, ricreare quelle condizioni che ci permettono di recuperare la tranquillità e il nostro personale equilibrio.

«Non stupisce quindi che, ora che finalmente intravediamo una luce alla fine del tunnel in tanti sono restii ad abbandonare, per ora pare almeno all´aperto, la mascherina.

In fondo è stata proprio lei a proteggerci in questi mesi. E a darci quel senso di controllo in più rispetto a un evento che ha sconvolto il pianeta.

La paura che spinge tante persone a separarsi dalla mascherina è in primis, quella di un possibile contagio quindi» aggiunge Iannone.

Sicurezza, fobie e insicurezza

«Il senso di sicurezza deriva sicuramente dalla percezione di avere un controllo diretto sulla prevenzione del rischio di contagio.

Merita invece un discorso a parte chi fa fatica a separarsi dalla mascherina perché questa può anche essere utile per nascondere un difetto fisico (naso, bocca, denti, mento, ecc.).

Nei casi più gravi si tratta di persone che soffrono di un disturbo ossessivo compulsivo chiamato dismorfofobia.

Similmente, potrebbero fare maggiore fatica a separarsi dalla mascherina chi soffre di fobia sociale o di disturbo evitante di personalità, due condizioni caratterizzate dall'ansia che deriva da situazioni in cui si è esposti all'altro.

Proprio come uno scudo, in questi casi la mascherina può offrire una protezione anche dallo sguardo giudicante dell'altro.

Chi soffre di panico, invece, sarà ben felice di dire addio alla mascherina e a quella fatica a respirare che ne caratterizza l'uso. Fatica a respirare che è spesso sintomo molto temuto da chi soffre di panico appunto» , conclude il dott. Iannone.

ragazza mascherina

Come superare la paura di togliere la mascherina

Come avvenne con la sindrome della capanna, ora ci si trova a fare i conti con una nuova problematica che potrebbe sorgere in modo più o meno acuto.

La sindrome della capanna nacque a seguito delle riaperture, quando poco a poco si poteva riprendere  a uscire di casa. In diversi soggetti si sviluppò una reticenza verso questa possibilità, e iniziarono a chiudersi tra le mura domestiche, presi dalla paura di cambiare ambiente dopo aver vissuto a lungo isolati, in prigione sì, ma anche al sicuro.

Anche in questo caso la raccomandazione fu di procedere per piccoli passi, in modo responsabile, e affrontare il problema per non lasciarsi sopraffare.

- Iniziare per gradi. Allentiamo le nostre misure personali, magari passando all’uso delle mascherine chirurgiche. Iniziamo dalla riapertura personale. 

- Iniziare quando ci si sente pronti. Il fatto che sia stato stabilito un giorno per dire basta alle mascherine non significa che tutti debbano adeguarsi e toglierla all’istante. Ognuno è libero di mantenere le abitudini che lo fanno sentire tranquillo, senza pressioni, e di prendere decisioni personali per la propria salute

- Se ci si deve vaccinare, aspettare di concludere il ciclo. Un’altra cosa importante, per sentirsi più sicuri, è concludere i vaccini. Una volta vaccinati il rischio di prendere la malattia e soprattutto di svilupparla in forma grave sono pochissimi. Questa consapevolezza ci aiuterà a rientrare nel mondo senza mascherine con maggiore tranquillità e protezione

- Evitare zone affollate. Non sfidiamo i nostri nervi e la nostra capacità di autocontrollo, evitiamo spazi affollati che ci facciano sentire più esposti e cerchiamo luoghi in cui valga la pena togliersi la mascherina perché è solo una molestia che ci impedisce di godere appieno del posto e del momento

- Continuare a frequentare gruppi ristretti di persone. Anche se ora le restrizioni si sono allentate, è bene mantenere un atteggiamento attento. Questo eviterà la possibilità di diffusione dei contagi e al tempo stesso ci farà sentire più tranquilli a livello emotivo.

- Parlare con persone che condividono queste preoccupazioni. Non sentirsi soli e fuori luogo è molto importante per evitare che la situazione diventi più grave di quello che è. Sono in molti a condividere queste paure, non si è soli, e si tratta di una reazione normale e comprensibile.

- Parlare con persone con un punto di vista opposto. Conoscere il punto di vista di chi non la pensa come noi è un ottimo esercizio per ampliare le nostre vedute e prendere in considerazioni ragioni che non conoscevamo e a farci ridimensionare le nostre preoccupazioni

- Portare sempre con sé la mascherina. Ci farà sentire più sicuri sapere di avere una mascherina a portata di mano, anche se si esce solo per fare due passi e non si ha intenzione di entrare in luoghi chiusi

- Darsi un tempo per accogliere il cambiamento e metterlo in pratica. Se si è soliti essere restii ai cambiamenti, questo è uno dei tanti. Non cerchiamo di fare tutto subito, non avrebbe senso, preoccupiamoci piuttosto di farlo bene. È bene evitare che un trauma si sommi a una paura già esistente

- Consultare uno specialista. Se ci si rende conto che la paura sta prendendo il sopravvento, e non si riesce a gestire in modo autonomo, si raccomanda di rivolgersi a uno specialista per trattarla. 

© Riproduzione riservata

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