15 locali e ristoranti nuovi da provare a Roma

Ristoranti tradizionali, locali particolari o cucine innovative: ecco locali e ristoranti nuovi da provare assolutamente a Roma quest'anno
Negli ultimi mesi sono state tantissime le nuove aperture a Roma: locali giapponenesi o ristoranti della tradizione romana, forni per aperitivi gustosissimi o cocktail bar di design.
*** Qui quelli che vi avevamo segnalato l'anno scorso ***
La carbonara migliore di Roma, dicono, è quella di Luciano Monosilio, che dopo aver lasciato i locali di Pipero ha aperto un ristorante tutto suo, Luciano appunto. Ma non è da sottovalutare quella de Il Marchese.
Moi è un ristorantino al Flaminio dalle spiccate note architettoniche contemporanee, mentre i piatti parlano la lingua della tradizione, ma con quel tocco d'originalità che tanto piace. Sono perfetti per i più giovani che hanno gusto i piatti di Clorofilla Cucina e Distillati che ha aperto a due passi da Campo dei Fiori, mentre chi vuole mangiare e sentire musica contemporaneamente può provare Klang al Pigneto.
Chi ama la carne può provare Meaters a Ponte Milvio o Brado al Tuscolano, mentre eleganti e glamour sono Ego Bistrot (che è anche romanticissimo), Caviar Kaspia, Liòn e Aquaroof - Terrazza Molinari a via del Vantaggio, non lontano da piazza del Popolo.
Ecco i 15 indirizzi nuovi di Roma da provare al più presto.
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Il Marchese
(Centro - via di Ripetta, 162)
Primo amaro bar capitolino e primo in Europa per numero d'etichette: 500.
Il Marchese, però, è anche di più: c'è un'enorme cucina a vista e il menù è romano ma accuratamente presentato, mentre le ricette tradizionali sono rispettate il più possibile.
Da non perdere la carbonara (tra le più buone della città, con la pasta cotta al chiodo), i ravioli ripieni di coda alla vaccinara e assolutamente i dolci.
Dal lato beverino, chiedete della degustazione verticale: solo per veri intenditori.
Ego Bistrot
(Trastevere - vicolo del Canale, 14)
Romanticissimo, dall'atmosfera intima e magica. La sala ha pochissimi coperti: 20 o al massimo 30 per le esigenze. Grandissime vetrate affacciano sul Tevere, davanti al Giardino degli Aranci.
Ma la vera chicca è la splendida terrazza tra i tetti trasteverini e con magnifica vista su Roma. Il menù è gourmet, ma le ricette prendono spunto anche dalla tradizione.
Caviar Kaspia
(Centro - via del Velabro, 9)
All'interno della Fondazione di Alda Fendi Rhinoceros nel cuore della città, questa è stata probabilmente una delle aperture più attese.
E non solo per la posizione e per la bellezza dello stabile, ma anche e soprattutto per la sua proposta enogastronomica, in linea con gli altri ristoranti della catena: antipasti, primi, secondi sono impreziositi da pregiato caviale, ma per tutte le tasche c'è anche un bistrot dove fermarsi a pranzo.
Brado
(Tuscolana - viale Amelia, 42)
La protagonista è, ovviamente, la carne proveniente da animali che vivono allo stato brado.
Da non perdere la tartare e la tagliata di selvaggina del giorno, cotta al barbecue, ma non si sbaglia ordinando i pici al ragù bianco di cinta senese: saporiti al punto giusto.
Tra i contorni, imperdibili ovviamente le famose patate di Avezzano da accompagnare alle salse homemade.
Malandros
(Ponte Milvio - via Flaminia 496/C)
Ristorante spagnolo che propone il meglio della cucina ispanica in un ambiente coloratissimo con murales che ricordano le opere di Gaudì e di Picasso.
Non perdete, oltre al tagliere di jamon serrano, la paella valenciana e quelle de marisco e mixta, ma anche il pulpo a la gallega, patatas bravas e i golosi churros come dolce.
Il tutto sia in porzioni normali (ración) che formato tapa. E per gli aperitivi, come da tradizione, ecco i pinchos.
Drink Kong
(Monti - piazza di San Martino ai Monti, 8)
Un menù fusion con enormi note giapponesi si sposa a perfezione con cocktail realizzati a regola d'arte all'interno di un locale ben arredato nel rione Monti, uno dei più frequentati. Si tratta del classico locale dove andare all day long: per l'aperitivo, per la cena, per il dopo cena.
Da non perdere i bao e i cocktail del guru del buon bere, Patrick Pistolesi, che ha azzardato anche nella realizzazione di drink con la birra: il risultato è riuscitissimo, chiedete quelli con birra Asahi e non ve ne pentirete.
Hiromi Cake
(Prati - via Fabio Massimo 31)
Prima pasticceria giapponese a Roma, gestita da un team completamente al femminile: paste e pasticcini, quindi, seguono le ricette nipponiche. Così in quest'angolo colorato nel quartiere Prati, all'interno di un locale che prende spunto dagli izakaya, si esalta la cultura wagashi e si acquistano piccole opere d'arte leggere e golose.
Gli ingredienti principali? Farina di riso, fagioli azuki, patate dolci, agar-agar, sesamo, soia. E - ben venga per la linea - pochissimo zucchero.
Terra
(Ostiense - piazzale 12 Ottobre 1492)
All'interno di Eataly, questo ristorante con cento coperti propone per lo più pietanze alla griglia (ce n'è una di tre metri): gli ingredienti arrivano dall'orto, dalla pescheria e dalla macelleria del megastore gourmet, pronte per essere gettate sul fuoco.
Da non perdere il cartoccio di cozze grigliate: da leccarsi i baffi.
Liòn
(Centro - largo della Sapienza, 1)
Un locale dall'atmosfera cosmopolita, un po' americano e un po' londinese. Colori, linee e giochi di luci e ombre rendono il ristorante-cocktail bar interessante da un punto di vista di design e architettonico, ma non deludono le carte.
Quella dei drink è esigente e parla la lingua dell'alta qualità, mentre quella del food comprende ostriche, ortaggi biodinamici, ricette laziali.
Leo's gyoza factory
(Ostiense - via Pellegrino Matteucci, 17)
Certo, a Milano è ormai pieno di locali dove gustare i buonissimi ravioli giapponesi. Ma per Roma è un po' una novità: di locali simili, nella Capitale, ce ne sono così pochi che si contano sulle dita di una mano.
Ci sono i classici, quelli col bamboo, quelli veggie e addirittura quelli da mangiare in brodo. E poi una serie di piatti d'accompagnamento, da gustare come antipasto o contorno.
TBSP Gallia Lounge Restaurant
(San Giovanni/Appio Latino - via Gallia, 83)
Le carni dell'importante Gruppo Galli sono pronte per essere cotte, esposte come gioielli su un bancone che le valorizza: in un ambiente ricco di vetrate e dallo stile post-industriale, informale ma pur sempre curato, si ordinano costine affumicate, alette di pollo, sandwiches con pastrami alla maniera americana, burger con maiale sfilacciato e di macinato, anche affumicato.
Manco a farlo a posta, le regine sono carni deliziose e cotte in un forno che trattiene e conserva vapori, profumi e sostanze organolettiche: le bistecche si sciolgono letteralmente in bocca. Da bere vini e anche cocktails al bancone, ma soprattutto birre artigianali e ricercate.
Diliscando
(Flaminio - viale del Vignola, 7-9)
Design elegante e curato, con tonalità che ovviamente ricordano quelle del mare.
Una carta dei vini ricca e realizzata con passione dal proprietario (e sommelier) Alessandro Di Pinto e un menù dal taglio originale rendono interessante questa nuova apertura al Flaminio.
Tartare del giorno, carpaccio di tonno con cipolla rossa in agrodolce, capperi cucunci e indivia e ceviche di ombrina al lime e jalapeño con melone invernale e corallo nero sono solo alcune delle proposte più interessanti del ristorantino.
Da non perdere, tra i primi, gli agnolotti “Diliscando” - quelli della casa - con ristretto di pesce e carpaccio di ricciola e lo spaghettone Felicetti con sarde, finocchietto e mollica.
Marigold
(Ostiense - via Giovanni da Empoli, 37)
Il locale che a Roma mancava. Arredamento country chic che sa di casa e profumo di pane e di buono che inebria l'aria tutto il giorno lo rende perfetto per una colazione, per acquistare filoni, per una merenda ma anche per un pasto vero e proprio: gli ingredienti? Solo stagionalissimi.
Motivo per cui pranzare qui non stufa mai, grazie a piatti sempre diversi. L'atmosfera, poi, porta con la mente un locale immerso nella campagna o in una boulangerie francese.
Trattoria L'Avvolgibile
(Appio - circonvallazione Appia, 56)
Trattoria popolare nei piatti e, soprattutto, nei prezzi.
Il progetto prevede portate ipertradizionali servite su tovaglie a quadri in un'atmosfera piacevolmente "caciarona", ma mai che disturba.
Anzi: è proprio per quest'esperienza proposta che lo chef stellato Adriano Baldassarre ha fatto centro.
L'arredamento è retrò e riporta con la mente ad anni fa. Intanto arrivano i piatti: carbonara, amatriciana, ma anche pasta e fagioli o con le patate, saporite fettuccine "co le regaje".
Chiancheria
(Ostiense - via Ostiense, 52)
Altro locale a base di carne, Chiancheria è hamburgeria, gastronomia e macelleria gourmet.
La lista di hamburger è lunga, ma tra i più golosi c'è quello di vitello marchigiano (180 grammi della Fattoria Carpineto), golosa provola filante (e fumante: attenti al morso) e succulenti friarielli napoletani.
Ampia scelta anche di carni, ma tra i piatti preferiti c'è il cartoccio di patate e polpette: una tira l'altra.
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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
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