Dieci cose da fare se lui non chiama (invece di restarci male)

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Mai far dipendere la propria felicità da una telefonata: se lui non chiama, ci sono dieci cose che dovreste fare invece di soffrirne

Lui non chiama e voi vi ritrovate a casa da sole con la ceretta fatta di venerdì sera.

Oppure lui non chiama e nel frattempo avete scofanato una confezione di gelato, due pacchetti di crackers e uno di patatine fissando il telefono in attesa di un cenno.

Quante volte vi è capitato di rovinarvi una serata, o un weekend e in ogni caso l'umore per colpa di un uomo che non chiama?

Quante amiche avete tediato con il vostro umore nero il sabato sera?

È ora di piantarla e di cambiare atteggiamento, di vedere le cose con più leggerezza e di affrontare le relazioni in modo più positivo.

Perché se lui non chiama di sicuro non si merita di rovinarvi la vita. Nemmeno per qualche ora.

Ecco cosa dovreste fare invece.

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avete tempo per voi

Fate qualcosa per coccolarvi 

Approfittate del fatto di esservi ritagliate del tempo dagli impegni per regalarlo a voi stesse già che ci siete.

Che vi frega di uscire con uno che è sparito, volete veramente stare con uno che non vi fa del bene?

La risposta ovvia è no, per ricordarvi questa cosa dovreste regalarvi una coccola e ricordarvi che nessuno sa prendersi cura di voi meglio di voi stesse. 

Mettetevi nella vasca da bagno con un bicchiere di vino o sul divano con una maschera nutritiva in faccia e una sui capelli.

Il cellulare va lasciato silenzioso in un'altra stanza.

essere tristi per un flirt

Cambiate musica! 

Dare il potere di modificare il vostro umore a un uomo con cui siete uscite solo poche volte e che conoscete relativamente poco è come dare le chiavi di casa alla cassiera dell'Esselunga.

Solo le persone molto importanti della vostra vita dovrebbero avere questo potere, non chiunque.

Non datevi il permesso di autocommiserarvi: mettete una canzone che vi mette allegria e fate girare l'umore a forza nell'altra direzione, al gran urlo di chissenefrega.

focalizzarsi sul presente

Focalizzatevi sul presente 

Non pensate a quello che non avete, a come stareste se lui ci fosse o a quanto vorreste sentirlo.

Se non è così, se lui non c'è, è inutile andare a torturarsi: vivete il presente, quello che avete intorno, le persone che sono lì in quel momento con voi se no rischiate di perdervi un possibile attimo bello della vostra vita.

Siete a prendere un aperitivo con gli amici e speravate che lui si facesse vivo per raggiungervi? Non lo fa? Pazienza!

Fatevi tornare il sorriso, spegnete quel benedetto cellulare e divertitevi con le persone che avete intorno.

l’amore non è qualcosa che si da a tutti copia

Ricordatevi che l'amore è un'altra cosa 

La parola amore viene usata a sproposito, spesso si usa anche per le ossessioni e il possesso sulle persone finisce per governare a sproposito le vostre azioni.

Vi importa veramente di lui? O volete solo che lui si faccia risentire per avere delle conferme su voi stesse?

non tutte le storie sono perfette

Accettate che non tutti sono principi azzurri 

Non tutti gli uomini sono quelli giusti, non sempre una notte di passione si trasforma nella storia della vita e tutto questo non ha per forza a che fare con voi: è la vita, va così, e le persone non si comportano sempre bene.

Nel momento in cui non lo collegherete più al vostro valore tirerete un sospiro di sollievo.

potete chiamare un altro

Chiamate un altro

Buone notizie: se lui non si fa più sentire potete uscire con un altro, con quello carino che avete conosciuto al bar sotto casa o con il compagno dell'università che non sentite da un po'.

Insomma, tirate fuori un possibile flirt dal cilindro, mettetevi un bel vestito e uscite fuori.

potete uscire con più di uno

Dovreste flirtare con più di uno 

Se siete attive su più fronti, per uno che sparisce c'è sempre uno che si fa sentire. È matematica.

E negli investimenti lo si fa sempre: si chiama differenziazione degli investimenti per una riduzione del rischio, così avrete più probabilità che qualche storia vada a buon fine e sopratutto non rischiate l'effetto ossessione che li fa scappare a gambe levate.

qualcosa di meglio vi aspetta

Pensate che c'è qualcosa di meglio che vi aspetta

In Inglese si dice The best is yet to come e cioè Il meglio deve ancora arrivare: non è meraviglioso?

Dovreste esattamente pensarla così: se lui è sparito non era quello giusto, e c'è sicuramente qualcosa di migliore dietro l'angolo che vi aspetta - andategli incontro con un sorriso.

scrivergli voi

Chiamatelo voi 

Non sempre gli uomini devono fare il primo passo, per un paio di volte potete anche fare qualcosa per sbloccare gli eventi, se poi vedete che non reagisce come dovrebbe lasciate stare.

Che cosa avete da perdere? Al massimo scoprirete che è un idiota, ed è un infomazione che prima avete meglio è.

uscire con le amiche è più divertente

Uscite con le amiche 

Ok, non è la serata a lume di candela che vi eravate immaginate, ma potrebbe essere anche molto più divertente: andate a cena, fatevi trascinare in qualche club e non tornate prima dell'alba, vedrete che sarà una serata meravigliosa, di quelle da ripetere.

Chi meglio delle vostre amiche può farvi stare così bene? (Di sicuro non un cretino che non vi chiama).

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Se l’amore diventa routine cambiate questo (e non partner)

Quando l’amore entra nella routine quotidiana può sembrare spento, ma spesso è solo una fase: ecco come riconoscerla e affrontarla

Succede anche nelle relazioni più forti e stabili: le giornate scorrono tutte uguali, i messaggi diventano automatici, le cene si assomigliano una all'altra. Non siete infelici, ma nemmeno davvero entusiaste.
Non è che l’amore sia finito: è che è diventato routine.

Questo però non significa necessariamente che ci sia una crisi di coppia. A volte è solo un segnale: non di rottura, ma di immobilità. È il segnale che forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa.

Non la persona accanto a voi, ma il modo in cui state insieme.

La routine in amore non è la fine (finché non diventa automatismo)

La routine, di per sé, non è un problema. Anzi. È ciò che rende una relazione sicura, affidabile, abitabile nel tempo. Sapere cosa aspettarsi dall’altro, condividere abitudini, sentirsi “a casa” è una base sana.

Il punto critico arriva quando tutto diventa automatico. Quando i gesti non sono più scelti ma ripetuti, quando le attenzioni esistono ma senza intenzione, quando le domande (anche le più banali tipo “com’è andata la giornata?”) vengono fatte senza ascoltare davvero la risposta.

È lì che la routine smette di essere contenitore e diventa inerzia. Non fa rumore, non crea scosse, ma spegne lentamente la curiosità. E senza curiosità, anche l’amore più solido rischia di appiattirsi.

Se vi sembra di essere in una situazione di stallo nella vostra relazione, allora i seguenti consigli vi aiuteranno a porre rimedio. 

**4 trucchi per ravvivare la vita di coppia e scongiurare la noia**

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Come riconoscere la routine in amore

Uno degli errori più comuni è confondere lo stallo emotivo con una crisi di coppia. In realtà, i segnali sono molto più sottili e quotidiani. Vi sentite più coinquiline che partner, parlate soprattutto di organizzazione e impegni, fate progetti perché “si è sempre fatto così”.

Magari non litigate quasi più. Ma non perché tutto vada bene: semplicemente perché non avete più voglia di affrontare certi discorsi. Le piccole cose iniziano a infastidirvi più del dovuto, mentre quelle belle non sorprendono più.

Non sono campanelli d’allarme da ignorare né red flag da drammatizzare. Sono segnali di immobilità emotiva, che indicano che la relazione ha bisogno di movimento, non di una fine.

Perché pensiamo che, senza passione, l’amore sia finito

Siamo cresciute con l’idea che l’amore debba essere sempre intenso e travolgente. Film, serie tv e social ci raccontano una versione dell’amore fatta di picchi continui, di scintille costanti, di storie che non conoscono pause.

La realtà è diversa. La passione non scompare, ma cambia forma. Non è più adrenalina pura, ma presenza, scelta e attenzione. Il problema nasce quando continuiamo a confrontare il presente con l’inizio della relazione, come se fosse l’unico parametro valido.

Così, invece di chiederci cosa possiamo nutrire oggi, restiamo bloccate a rimpiangere quello che eravamo. E perdiamo di vista quello che potremmo diventare.

**Come mantenere viva la passione nella coppia? 4 consigli salva-relazione**

La domanda giusta da farsi (insieme)

Quando l’amore sembra diventato routine, la domanda da farsi non è “lo amo ancora?”. Spesso, infatti, la risposta è sì. La domanda più utile allora è un’altra: stiamo crescendo insieme o stiamo solo andando avanti?

Cambiare qualcosa dentro una relazione non è un fallimento, bens' un atto di cura. Significa riconoscere che anche l’amore, come le persone, ha bisogno di essere aggiornato e ripensato.

Perché una relazione non si salva, ma si coltiva giorno dopo giorno. 

**Come capire se una relazione non è più giusta per voi**

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Cosa cambiare davvero (senza cambiare partner)

In queste situazioni, molto spesso, il modo in cui ci muoviamo dentro la relazione può aver bisogno di una revisione. Superare la routine non significa stravolgere tutto, ma rimettere intenzione dove si è inserito l’automatismo.

Il primo passo allora è smettere di dare per scontata la connessione. Parlare non solo di cosa va fatto, ma di come ci si sente davvero. Anche quando sembra scomodo, anche quando non c’è un problema evidente. Riportare conversazioni emotive nella quotidianità aiuta a uscire dalla modalità “gestione” e a tornare a quella di relazione.

Un altro punto chiave è interrompere, anche solo a tratti, i ruoli fissi che con il tempo si cristallizzano: chi organizza tutto, chi si adatta, chi tiene insieme, chi si defila. Rimettere in discussione queste dinamiche permette di vedersi di nuovo come individui, non solo come funzione all’interno della coppia.

Serve poi creare spazio per esperienze che non abbiano uno scopo pratico. Non per forza viaggi o grandi gesti, ma momenti non programmati, tempo di qualità passato insieme, occasioni in cui non c’è nulla da risolvere o decidere. La routine spesso nasce quando ogni momento è funzionale a qualcosa; l’intimità, invece, ha bisogno di gratuità.

Infine, è importante accettare che cambiare non significa tornare a com’eravate all’inizio. Quella fase non va replicata, ma superata.

Ogni relazione sana evolve, e attraversare momenti di piattezza è normale. La differenza la fa il modo in cui li si attraversa: con rassegnazione o con presenza.

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Ecco il motivo psicologico per cui restiamo in relazioni che non funzionano più

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Ci illudiamo di poter guarire amando chi ci ferisce. Ma spesso restare in relazioni sbagliate è solo un modo per provare, ancora una volta, ad aggiustare quello che non ha funzionato nel nostro passato

Ci sono relazioni che non funzionano da tempo, eppure restiamo.

Restiamo anche quando non siamo più felici, quando i silenzi fanno più rumore delle parole, quando ci sentiamo più soli dentro un abbraccio che fuori. Restiamo e intanto ci raccontiamo che è per amore, per i figli, per paura di ricominciare.

Ma spesso non è per nessuna di queste ragioni. Restiamo perché speriamo, inconsapevolmente, di aggiustare qualcosa che si è rotto molto tempo fa.

**Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)**

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Le dinamiche del passato condizionano le dinamiche del presente

Ognuno di noi porta nelle relazioni adulte le dinamiche che ha vissuto da bambino in famiglia; come è stato amato e come ha visto amarsi i propri genitori.

Si porta con sé le mancanze, gli sguardi che non ha ricevuto, l’amore condizionato — quello che dovevi meritarti con il comportamento giusto, la versione “buona” di te.

Così da adulti, senza rendercene conto, cerchiamo di riscrivere quella storia.Scegliamo persone che ci ricordano proprio chi non ci ha saputo amare, e proviamo, con loro, a ottenere finalmente ciò che non abbiamo avuto allora.

È come se l’inconscio dicesse: “Se questa volta ce la faccio, se riesco a farmi scegliere da qualcuno come lui o come lei, allora guarirò”.

E così restiamo.

Restiamo anche quando ci sentiamo invisibili, anche quando ogni discussione diventa una guerra fredda, anche quando il rispetto si è perso per strada. Restiamo perché se andassimo via, dovremmo guardare in faccia il fallimento del nostro tentativo di guarigione.

E allora preferiamo restare in un dolore conosciuto, piuttosto che affrontare un vuoto nuovo.

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Ma non si guarisce dove ci si è feriti. Restare nelle relazioni che non funzionano più sperando che diventino la cura è come cercare di medicare una ferita con ciò che l’ha provocata.

Il presente non aggiusta il passato: lo ripete.

E mentre cerchiamo di sistemare l’altro, finiamo per trascurare ancora noi stessi - come abbiamo imparato a fare da bambini, quando per sopravvivere bisognava essere “bravi”, adattarsi, capire tutto prima, anche il non detto.

La verità è che certe relazioni non si aggiustano perché non nascono per funzionare: nascono per insegnarci dove fa male. E quel dolore, una volta riconosciuto, non va negato o ignorato, ma attraversato.

Capire perché restiamo è il primo passo per smettere di restare. Non per diventare più forti o più cinici, ma per diventare più liberi.

Guarire, in fondo, non è riuscire a farsi amare da chi non può o non sa farlo. È smettere di cercare in un altro la prova del proprio valore. È restare dove l’amore non chiede di essere dimostrato, ma semplicemente vissuto.

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Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)

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Capire quando una relazione non fa più stare bene è difficile, soprattutto se non ci sono crisi evidenti: ecco i segnali più importanti da osservare

Può capitare che in una relazione non ci siano particolari problemi: non ci sono litigi, crisi evidenti o grandi drammi. Eppure, qualcosa non va.

È come se la vostra energia fosse spenta, come se la spontaneità avesse perso intensità e alcune parti di voi fossero rimaste indietro senza un motivo preciso. Succede più spesso di quanto si pensi: tutto sembra “a posto”, ma dentro si percepisce una sottile sensazione di blackout emotivo.

È una sensazione che molte persone vivono senza riuscire a darle un nome, perché “sulla carta” è tutto a posto: la relazione funziona, c’è affetto, c’è routine, c’è stabilità. Ma non sempre questo basta a far sentire vivi. 

Qui proviamo a raccontare proprio quella zona intermedia e difficile da definire, dove i segnali non sono immediatamente riconoscibili, ma parlano comunque di qualcosa che merita attenzione.

**“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando**

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terapia di coppia

Quando non succede nulla… ma non vi sentite più voi stesse

Le relazioni non diventano difficili solo quando scoppiano i conflitti. A volte la fatica arriva quando tutto procede in modo apparentemente tranquillo, ma voi avete la sensazione di non riconoscervi più.

È una forma di cambiamento lento, che si manifesta quando iniziate a fare meno cose che vi fanno brillare gli occhi, a parlare meno di ciò che amate, a chiudere un occhio un po’ più spesso per evitare discussioni inutili. Magari vi scoprite meno spontanee, più controllate, più attente a non disturbare che a condividere.

E mentre all’esterno tutto sembra “normale”, dentro qualcosa vi dice che la vostra energia emotiva non scorre più come prima. È quel tipo di stanchezza che non viene dalla giornata pesante o dalla mancanza di sonno, ma dal sentirvi un po’ più piccoli di come eravate. Una forma di adattamento che vi costa più di quanto vi restituisca.

I piccoli segnali che non sembrano segnali

Quando una relazione inizia a togliere più di quanto dà, di rado lo fa in modo evidente. Spesso tutto avviene in una serie di dettagli: piccole rinunce quotidiane che sembrano irrilevanti, ma che nel tempo costruiscono una distanza tra chi eravate e chi siete diventati.

Capita, ad esempio, di trovarsi a parlare meno dei propri sogni perché non si percepisce entusiasmo dall’altra parte. Oppure di sentire che ogni discussione potenziale va evitata, così da non introdurre tensioni che sembrano sempre troppo grandi per essere affrontate.

Con il passare dei mesi questa dinamica diventa quasi automatica. La voce si abbassa, i desideri si riducono, la spontaneità lascia spazio alla prudenza. Persino il corpo manda segnali: meno energia, meno iniziativa, meno voglia di condividere momenti che un tempo sarebbero stati fonte di piacere. E non perché la relazione sia “sbagliata”, ma perché la somma delle piccole cose può finire per erodere la vitalità emotiva più di quanto ci si accorga.

Quando ci si accorge che stanno cambiando i propri desideri

Il desiderio è uno dei primi elementi a risentire di una relazione che non nutre. E qui non si parla soltanto di desiderio sessuale, ma di quella forza interna che dà direzione alla vita: i piccoli progetti personali, le idee nuove, le scelte che fanno brillare gli occhi.

Se tutto questo sembra spento, se non si prova più entusiasmo per ciò che prima vi faceva saltare di gioia, forse è il momento di cercare di capire cosa sta succedendo.

A volte si tratta di un semplice periodo di stanchezza, ma altre volte ciò che si riduce non è la voglia di fare, ma la percezione di potersi permettere di esistere pienamente dentro la relazione. Quando i desideri si appiattiscono, quando i momenti di gioia diventano più rari, quando ci si sorprende a mettere in pausa parti importanti di sé “per il bene della coppia”, il punto non è trovare un colpevole, ma capire come recuperare spazio per la propria autenticità.

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È davvero la relazione… o è un momento della vita?

La domanda più difficile, e spesso anche la più importante. Non sempre una sensazione di “spegnimento” è legata al partner: lo stress del lavoro, la famiglia, la salute mentale, la fatica accumulata possono trasformare anche la relazione più sana in un luogo di minor energia. Vale la pena chiedersi se, al di fuori della vita di coppia, si prova la stessa sensazione.

Ciò che può aiutare a fare chiarezza è una domanda semplice ma rivelatrice: con questa persona ci sentiamo più noi stessi o meno noi stessi?

Perché le relazioni sane non cancellano i momenti difficili, ma li attraversano creando spazi di sostegno e non di ulteriore fatica. A volte parlarne con sincerità permette di aprire una porta nuova dentro la coppia; altre volte rivela che il malessere non ha a che fare con la storia ma con il periodo della vita.

Cosa fare se non vi riconoscete più

Accorgersi di essersi un po’ spenti non significa dover chiudere una relazione. Significa, piuttosto, prendersi cura di ciò che si prova, senza minimizzarlo.

Recuperare spazi solo per sé può essere un primo passo: un corso, un'amica da rivedere, un hobby messo in pausa, un po' di tempo di qualità con la propria interiorità. Condivisione e autonomia, nelle relazioni, crescono insieme.

Parlarne con il partner – con calma, senza accuse – può essere un momento prezioso: l’altro non può intuire ciò che non viene espresso. E se serve un confronto esterno, amici di fiducia o un percorso psicologico possono dare strumenti utili.

Qualunque sia il percorso successivo, una cosa resta vera: l’amore che fa bene è quello che permette di espandersi, non di rimpicciolirsi. È quello che accende, non quello che spegne. E nessuna relazione dovrebbe mai privare della possibilità di sentirsi pienamente vivi.

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“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando

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Le frasi usate da un partner manipolatore possono sembrare banali, ma non lo sono: ecco le più comuni alla quale prestare attenzione

Non sempre chi manipola alza la voce. A volte, infatti, la manipolazione passa da frasi gentili, apparentemente affettuose, pronunciate con calma o con il sorriso. Frasi che sembrano normali, eppure lasciano dentro un senso di colpa sottile, la sensazione di essere sbagliate o troppo sensibili.

Un partner manipolatore non si riconosce sempre a prima vista. Lui stesso, a volte, non è nemmeno consapevole del fatto che vi sta manipolando.

Ma certe frasi, se ricorrenti, possono rivelare molto più di quel che sembrano. Spesso, infatti, non è l’intensità con cui vengono dette, ma la frequenza con cui vi fanno sentire sbagliate a fare la differenza.

E se vi fanno dubitare di voi stesse, se iniziate a giustificarle più che a sentirvi comprese… allora è tempo di fermarsi.

**Dieci comportamenti da non accettare mai in un fidanzato**

6 frasi che vi aiuteranno a riconoscere un partner manipolatore

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“Ti stai inventando tutto”

È la frase classica del gaslighting: la tecnica più subdola di manipolazione emotiva. Il partner non nega un fatto con una spiegazione, ma nega direttamente la realtà che avete percepito. Vi siete sentite ignorate, sminuite, o ferite da un suo comportamento? "Non è successo", dice lui. "Te lo sei immaginato". Con il tempo, iniziate davvero a dubitare della vostra capacità di giudizio. Ecco perché è tra i segnali più pericolosi di un partner manipolatore.

“Se mi amassi davvero, non mi faresti questo”

Colpevolizzare è una delle tecniche più comuni nelle relazioni disfunzionali. In questa frase, i vostri bisogni diventano automaticamente un atto di egoismo. Se mettete un confine, se chiedete tempo per voi, se non acconsentite a qualcosa che lui desidera, ecco che scatta la trappola emotiva: siete voi le insensibili. Il risultato? Si innesca il senso di colpa, e iniziate a mettere da parte voi stesse pur di "non ferire" l’altro.

“Io sono fatto così, sei tu che devi accettarmi”

Sembra una dichiarazione onesta, ma è una scappatoia. Serve a evitare il cambiamento, a congelare le dinamiche. In una coppia sana, ci si viene incontro. Quando invece ogni discussione si chiude con un “devi adattarti tu”, c’è una chiusura al dialogo. Chi la usa spesso può rivelarsi un partner manipolatore che si sottrae a ogni responsabilità emotiva. Anche se ve lo dice con tono calmo.

“Tutte le mie ex erano pazze, solo tu sei diversa”

All’inizio sembra un complimento. Vi fa sentire speciali, scelte. Ma in realtà è l’inizio di un discorso già sentito: un racconto in cui tutte le ex sono state isteriche, problematiche, irrazionali. Questo tipo di frase crea due effetti: da un lato isola, perché vi spinge a prendere le distanze da chi c’era prima; dall’altro, vi mette sotto pressione. Perché se un giorno non sarete più “diverse” abbastanza, potreste diventare la prossima ex pazza.

“Ti dico queste cose solo perché ti amo”

Una critica mascherata da affetto. È la classica frase che arriva dopo commenti su come vi vestite, vi truccate, parlate, o vi comportate in pubblico. La manipolazione qui è sottile: si presenta come preoccupazione, ma in realtà è un modo per esercitare controllo sotto forma di amore. Un partner manipolatore può usare frasi del genere per ridurre la vostra autostima senza che ve ne accorgiate.

“Nessuno ti capirà mai come ti capisco io”

Potrebbe sembrare una frase romantica. Ma non lo è. È, al contrario, una frase che isola, che vi fa sentire al sicuro solo dentro la relazione, e inadatte a essere comprese fuori. Serve a creare una dipendenza affettiva: voi da sole non bastate, solo lui può capirvi. Ma l’amore non ha bisogno di rinchiudere. Se sentite spesso questa frase, è il momento di chiedervi: vi sentite amate o vi sentite imprigionate?