E se il segreto dell'amore eterno fosse vivere in case separate?
Convivere è difficile: spazi condivisi, tempi condivisi, meno tempo per se stessi.
** 15 cose che succedono quando si va a convivere **
E dato che al giorno d’oggi per quanto riguarda autonomia e libertà non si intende scendere a compromessi, si sta assistendo a uno strano fenomeno in ascesa: quello delle coppie fidanzate che decidono di non vivere assieme, standosene ciascuno a casa propria.
Una vera e propria rivoluzione che sta cambiando i modelli tradizionali di relazioni amorose.
Ma perché è in crescente aumento? Perché forse è la chiave giusta per salvaguardare passione e amore.
O forse no.
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Cosa significa LAT
Il fenomeno è così dilagante che ha già un nome. E addirittura un acronimo: LAT.
Le coppie LAT (che sta per Living Apart Together) sono sempre più numerose ed è più frequente incontrarle nelle grandi metropoli.
Si tratta di fidanzati ufficiali che decidono di comune accordo di non convivere, rimanendo ciascuno a casa propria ma continuando regolarmente la relazione.
Le donne sono quelle che meno vogliono convivere
Secondo i dati raccolti dal sito di dating Parship.com, meno di un terzo dei single sogna di convivere o tantomeno di sposarsi.
Dall’indagine svolta è emerso anche che sono le donne le meno portate alla convivenza: tra le giovani single, il 18% ha ammesso di volere essere fidanzata ma senza convivere con il partner.
Mentre soltanto l’8% degli uomini desidera invece mantenere l’indipendenza a livello domestico.
Che sia perché, nonostante l'emancipazione e la parità, è sulle donne che finisce il grosso della gestione della casa moltiplicato per due?
I pro del vivere in case diverse
Vivere in case separate ha indiscutibili vantaggi, gli stessi che si assaporavano quando eravamo fidanzati ma vivevamo assieme ai nostri genitori.
Innanzitutto la limitata responsabilità gioca un ruolo non secondario: se non si condividono gli spazi non si condividono nemmeno i doveri e gli oneri domestici, quelli che a lungo andare rischiano di fare saltare l’armonia delle coppie.
Mansioni come pulire la casa, buttare l’immondizia e tenere in ordine il bagno non competono alla coppia. Il risultato? Ci si sente alleggeriti da compiti e responsabilità.
Quando si convive è inoltre più facile e insidioso cadere nella routine quotidiana a livello amoroso, invece incontrarsi solo quando si ha realmente voglia fa assaporare una libertà di scelta di per sé positiva sul benessere psicologico di chiunque.
Anche l’effetto novità non scema mai: si ha l’impressione di avere un appuntamento con la dolce metà mentre condividendone la casa ciò non accadrebbe.
In case separate si tende a curarsi maggiormente per piacere di più all’altro, cosa che se si condivide lo stesso letto decade dato che ci si vede in pigiama, struccati e tutt’altro che curati.
I contro del vivere in case separate
Ci sono però anche dei contro. Innanzitutto la solitudine, inevitabile se si trascorrono notti e lunghi periodi in casa senza un compagno presente fisicamente. Stare da soli, senza condividere tempo e spazio con nessuno, rischia di consolidare questa abitudine con il risultato che a lungo andare diventerà sempre più difficile accogliere qualcun altro nella propria vita domestica.
Infine vivere sotto tetti diversi potrebbe dare adito ad altri di pensare che la vostra relazione non sia così seria, rischiando di alimentare eventuali avance da parte di terzi.
Cosa dice la scienza della convivenza
Eric Klinenberg, sociologo e direttore dell’Institute for Public Knowledge di New York, parla del fenomeno crescente di coppie che vogliono restare separate a livello domestico nel suo saggio Going Solo: The Extraordinary Rise and Surprising Appeal of Living Alone.
«Abitare da soli un tempo provocava tristezza e paura mentre oggi le persone privilegiate usano le risorse economiche per comprarsi la privacy, uno spazio autonomo».
Una scelta un tempo impensabile che nel presente invece promuove valori moderni come libertà, autonomia e realizzazione personale.
Secondo la psicoterapeuta Lucy Beresford stare assieme senza convivere permette «un equilibrio tra indipendenza e impegno emotivo», come afferma nel suo libro Happy Relationships.
Simon Duncan, professore emerito di politica sociale all'Università di Bradford, è invece meno entusiasta dei colleghi riguardo le relazioni LAT.
«Spesso la scelta di vivere separati può essere una "preferenza negativa", una scelta per preservare la relazione quando vivere insieme è insopportabile», ha scritto nel libro Reinventare le coppie.
Di cosa si ha davvero paura
La paura della convivenza è quella relativa al tempo: si ha paura di dovere ridurre il tempo da dedicare a se stessi. Il tempo dell’egoismo insomma.
Rinunciare alle serate con gli amici, al tempo che si dedica allo sport e agli hobby, ecco cosa si teme a livello pratico.
Abituati come siamo a lunghi periodi in cui usciamo dalla casa dei genitori e andiamo a vivere da soli - a differenza di quanto accadeva fino a qualche generazione fa - è sempre più difficile tornare a condividere gli spazi con qualcuno.
Scendere a compromessi è un lusso che pochi riescono a concedersi. Soprattutto perché la maggior parte crede che non sia affatto un lusso, anzi.
Coppie LAT famose
Tra le coppie LAT di Vip, una delle più storiche è la scrittrice femminista Simone de Beauvoir e il filosofo Jean Paul Sartre.
Anche Frida Kahlo e Diego Rivera vivevano in due case separate in Messico, collegate da un giardino.
Per loro si trattava di un’esigenza più artistica che amorosa, un po’ come per Helena Bonham Carter e Tim Burton che hanno vissuto dal 2001 al 2014 in case separate (collegate da un corridoio) nonostante la nascita di due figli.
Anche il bibliografo Michael Holroyd e la scrittrice Margaret Drabble vivono felicemente ciascuno a casa propria, stessa cosa per la cantante inglese Louise e il calciatore Jamie Redknapp.
La via di mezzo: letti separati
C’è chi sceglie il compromesso, ossia casa comune ma camere separate.
Non si tratta di coppie in crisi, i cosiddetti “separati in casa”, ma semmai di coppie che optano per questa scelta per migliorare la qualità del sonno.
C’è chi russa, chi parla nel sonno, chi si alza cento volte per andare in bagno, chi si agita durante la notte e chi sta con la luce accesa per ore a leggere: tutti questi comportamenti rischiano di disturbare il sonno altrui, motivo per cui spesso il dormire separatamente è una buona idea soprattutto per la salute.
Il sonno disturbato provoca infatti conseguenze poco piacevoli come ridotta capacità di concentrazione, sonnolenza durante il giorno, affaticamento, irritabilità e uno stato psico-fisico debilitato.
Il che può influire negativamente a più livelli, dal lavoro al rapporto amoroso stesso.
Se da un lato i letti separati comportano poca intimità e pochi abbracci notturni, dall’altro quando si decide di entrare nel letto del partner non è certo per russare o leggere fino a tardi.
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