Nicholas Hoult: «Sono io il Signore degli anelli»
Al cinema Nicholas Hoult è l'autore della saga fantasy più famosa. La stessa che leggeva al suo debutto sul set da bambino
«Signora, suo figlio ha una capacità di concentrazione fuori dal normale per la sua età». Lo disse un regista alla sua mamma quando lui aveva solo tre anni. E dopo poco tempo quel bambino sconosciuto, ma talentuoso, avrebbe esordito al cinema. Era il 1995, quel film s’intitolava Relazioni intime e da allora Nicholas Hoult ha diviso il set con tante star.
Oggi l’attore, arrivato al successo con About a Boy - Un ragazzo, con Hugh Grant, ha 29 anni e continua a seguire due binari paralleli: da una parte il cinema d’autore, come in A Single Man di Tom Ford, dall’altra è un supereroe che richiama nelle sale il grande pubblico. È stato Eusebios di Scontro tra Titani, la Bestia di tutti i film sugli X-Men, e ancora zombie e cacciatore di giganti.
Dal 26 settembre lo vedremo al cinema, insieme con Lily Collins, in Tolkien, nel film sul papà della saga Il Signore degli anelli, lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien.
L'attore Nicolash Hoult indossa un orologio Master Ultra Thin Moon Enamel (Jaeger-LeCoultre)
Lo incontro alla Mostra del Cinema di Venezia, dove anche quest’anno Hoult ha voluto celebrare la sua amicizia con Jaeger-LeCoultre, il marchio di alta orologeria cui è legato da tempo.
Mi colpiscono l’eleganza dell'attore e la sua attenzione per tutto quello che dico. Sono qualità che seducono e capisco come Hoult abbia potuto conquistare prima la star Jennifer Lawrence, sua fidanzata fino al 2014, poi la modella Bryana Holly, che da poco lo ha reso padre. Ma lui, anche quest’anno, non ha saltato l’appuntamento con la Mostra del Cinema di Venezia.
Lei lavora nel cinema da 23 anni. Si dice ancora “bravo” dopo ogni film?
«Uno che, come me, ha iniziato a fare l’attore da bambino non si sente mai veramente bravo. Anzi, cresce con l’idea che ogni set sia una scuola e che le cose da imparare non finiscano mai».
Lei è entrato nel mondo del lavoro quando non era ancora adulto. È difficile crescere sotto i riflettori?
«Questo mestiere mi ha dato sin da piccolo molto più di quanto mi abbia tolto. Mi piaceva recitare così come ai miei compagni di classe piaceva fare sport o suonare uno strumento musicale. Continuavo ad avere una vita tutto sommato normale e, in qualche modo, frequentavo anche la scuola».
Come si sentiva rispetto ai suoi compagni?
«Da una parte sapevo di essere fortunato, dall’altra, a posteriori, sono un po’ dispiaciuto di essermi perso la spensieratezza degli anni tra i banchi di scuola. Però mi sono rimasti gli amici di quel periodo».
L'attore Nicolash Hoult, qui indossa un orologio Reverso Tribute Small Seconds (Jaeger-LeCoultre)
Frequenta le stesse persone di quando non era ancora noto?
«Non credo che la fama mi abbia cambiato molto. Così gli amici sono rimasti gli stessi, anche se viaggio più di loro e ci vediamo poco. So che ovunque vada, ci sarà sempre ad attendermi, a Londra, un bicchiere di vino con loro».
Per interpretare i personaggi lei deve spesso modificare il suo aspetto fisico con lunghe sedute di trucco. I fan la riconoscono per strada?
«Sì e sono sempre gentili e rispettosi. La cosa più bella che ultimamente è capitata è che, anziché chiedermi semplicemente un selfie, mi fermano, mi stringono la mano e mi dicono: “Sai che mi è piaciuto davvero tanto quello che hai fatto?”. Questo tipo di riconoscimento conta ancora di più di una foto insieme».
Sente la responsabilità di essere un modello per i giovani?
«Per nulla, ma mi piace se quello che faccio può ispirare altre persone, che sia un bel film sul potere della scrittura come Tolkien o uno della serie X-Men. Qualcuno dice che le storie sui supereroi abbiano stancato, invece conta solo quello che pensano i fan: sarò sulla strada giusta fino a quando i miei film saranno un’ispirazione per il pubblico. Spero che gli X-Men non muoiano mai, perché i fumetti da cui nascono hanno una tradizione forte».
Anche il mondo fantastico di Tolkien ha un successo che non tramonta. È stato difficile dare un volto allo scrittore inglese?
«Sono un suo fan. Quando giravo About a Boy, gli altri attori mi prendevano in giro perché passavo tutto il tempo a leggere Lo Hobbit, il primo romanzo del ciclo del Signore degli Anelli. Con il regista, Dome Karukoski, abbiamo fatto un lungo lavoro per raccontare l’infanzia e l’adolescenza dello scrittore, la sua passione per la letterature e l’inesauribile fantasia. Era uno che non aveva paura di sbagliare e sapeva quello che voleva».
Lei ha diviso il set con le più grandi star, da Charlize Theron a Kristen Stewart. Che cosa l’ha colpita di loro?
«Charlize Theron è una donna molto forte, creativa e professionale. Ma pochi sanno che è anche spiritosa: sul set di Max Mad: Fury Road ho scoperto che abbiamo un senso dello humor simile e ci siamo fatti un sacco di risate. È una persona che può cambiare l’atmosfera intorno a lei. Anche Kristen è una donna che non si risparmia e dà sempre il massimo. Ricordo che per il film Equals scrisse lei stessa una parte dei suoi dialoghi, portandoci sul set le sue poesie».
Lei ha sfilato sul tappeto rosso di Venezia e nel 2018 era accanto a Emma Stone. Si sente più a suo agio sul set o tra i flash del red carpet?
«Meglio il set. Il tappeto rosso è un posto bizzarro dove la gente urla e io mi sento un po’ intimidito. Vuole mettere quando, invece, sono uno X-Man davanti alla cinepresa? Ma ho scoperto che c’è un altro posto dove mi sento come a casa».
Quale?
«Sono stato al Salon International de la Haute Horlogerie di Ginevra, invitato da Jaeger-LeCoultre, un marchio che mi ha sempre sostenuto e a cui devo molto. Lì ho ammirato l’incredibile manualità di artisti che si impegnano giorno per giorno a creare orologi che, di fatto, sono opere di amore oltre che d’arte. Ho capito che, in un’altra vita, vorrei essere come loro: un maestro orologiaio».
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