Ecco in che modo il lockdown sta modificando il nostro cervello
Il lockdown è una prova di resistenza a tutti gli effetti.
Lo sa bene chi ha provato la zona rossa, ma anche quella arancione vive tutte le difficoltà del caso.
In poche parole infatti si tratta di un isolamento sociale in cui gli unici contatti che si possono (e si finisce per) avere sono quelli con il proprio nucleo familiare.
Stesse persone, stesse dinamiche, nessun tipo di stimolo esterno alla propria abitazione e, di conseguenza, poche esperienze.
A mano a mano il cervello quindi modifica la propria struttura.
Vi spieghiamo in che modo e cosa avviene. E soprattutto cosa provare a fare per rallentare il processo.
Ecco in che modo il lockdown sta modificando il nostro cervello
(Continua sotto la foto)
Lo stress diventa cronico
La continua preoccupazione per la salute, l’isolamento sociale, la limitata rotazione delle attività (casa-lavoro-casa per chi ancora va in ufficio, casa-supermercato-casa per gli altri) fa in modo che si instauri una situazione di stress cronico.
L’ormone dello stress circola ad alti livelli per lungo tempo e questo può modificare le risposte infiammatorie e immunitarie.
Accorgersi dei segnali di fatica che ci invia il nostro corpo può essere determinante per agire subito ricercando piaceri che possano far circolare endorfine.
** 39 cose da fare in quarantena per non avere l'impressione di buttare via il tempo **
Cercando stimoli (pur nella limitatezza concessa) si riuscirà a rallentare questo processo dando un po' di respiro al nostro cervello.
Cambiano le emozioni
Il California Institute of Technology ha dimostrato che in situazioni di isolamento sociale prolungato per più di due settimane aumenta la proteina neurochina B.
Il livello di tale proteina può causare irritabilità, paura, aggressività e ipersensibilità agli stimoli esterni.
Insomma: quello che sentite è normale e può essere una conseguenza di questo momento difficile.
** Non ho voglia di fare niente: ecco perché la quarantena toglie la voglia di fare e rende apatici **
La corteccia prefrontale si modifica
La corteccia prefrontale si modifica in situazioni di isolamento sociale.
I ricercatori dell’Icahn School of Medicine hanno scoperto che ci sono cellule della corteccia prefrontale mediale che si attivano in situazioni di socialità.
Se queste non sono istruite ad accendendersi in età infantile faranno fatica ad attivarsi anche in età adulta.
Queste cellule sono quelle responsabili dell’interazione umana che quindi, da adulti, potrebbe risultare più faticosa.
© Riproduzione riservata