A poche settimane dal debutto della seconda stagione, Winona Ryder parla della sua esperienza sul set di Stranger Things: ecco com'è stato essere madre per finta
Winona Ryder è una delle attrici più talentuose di Hollywood anche grazie alla sua capacità di immedesimarsi alla perfezione nel ruolo che le viene assegnato e nel suo contesto, quasi come fosse davvero parte della sua esperienza di vita.
Così è stato per la maggior parte delle pellicole cui ha preso parte in 30 anni di carriera e così è accaduto anche per Stranger Things, il telefilm che l’ha riportata alla ribalta dopo un periodo di oblio.
Il ruolo di Joyce Byers, la madre di Will, che nella serie scompare in circostanze misteriose, sembra averla toccata particolarmente, al punto da ritrovarsi in lacrime ogni giorno sul set, tanto era il coinvolgimento emotivo.
Un aspetto, quello dell’emotività, che è stato il suo punto di forza ma anche di debolezza.

Le emozioni sul set di Stranger Things
In una lunga intervista per l’edizione britannica di Marie Claire, Winona racconta quanto è stato difficile doversi calare per la prima volta nei panni di una madre disperata e incredula per la scomparsa del figlio.
Cosa non semplice per una che di bambini non ne ha mai avuti. Per questo ha chiesto aiuto alla madre, per cercare di comprendere e rendere al meglio le sensazioni del personaggio di Joyce:
«Ho detto: “Mamma, se ogni logica ti dicesse che tuo figlio non c’è più, ti rifiuteresti di crederlo?” E lei mi ha risposto: “Assolutamente”. E io: “E se ti mostrassero il suo corpo?” E lei mi ha detto: “Finché non lo vedi accadere con i tuoi occhi non ci credi”. È una sensazione assurda, primordiale. Ma forse io sono andata anche troppo oltre, perché mi ritrovavo a piangere e dare di matto ogni giorno».

Il ritorno sulle scene
Stranger Things ha rappresentato un grande ritorno e anche una rivalsa per la star, che era sparita da un po’, dopo anni e anni di riflettori puntati e di gossip continui sul suo conto:
«È stato il mio iato o comunque lo si voglia chiamare. Ho voluto prendermi un periodo di pausa, ma è stato reciproco. Avevo bisogno di un po’ di tempo. Ora è così travolgente. Non so come sia per le persone davvero famose, ma io continuo a sentire di gente che si veste come me nel personaggio di Joyce. E a me sembra tutto assurdo».

Ragazzina prodigio
Eppure al successo Winona dovrebbe essere abituata, visto che negli anni Novanta era una delle attrici più desiderate di Hollywood.
La star ha raggiunto la notorietà da giovanissima quando nel 1986 è stata scelta per la sua prima parte nel film Lucas, che le è valso le attenzioni di Tim Burton che successivamente l’ha voluta per il cult Beetlejuice (in italiano tradotto col titolo di Spiritello Porcello).

Il bullismo al liceo
Non sempre è stato tutto rose e fiori, però. Nel corso dell’intervista la star ha raccontato di essere stata vittima di bullismo da ragazzina e la notorietà raggiunta con la pellicola di Tim Burton, in cui interpretava la giovane strega Lydia Deetz:
«Ricordo che pensavo: “Oh, è un film pazzesco. Renderà le cose fantastiche a scuola”. Ma in realtà è stato solo peggio perché tutti mi chiamavano strega».

La preoccupazione per i ragazzi di Stranger Things
Proprio la sua brutta esperienza l’ha portata ad avere a cuore il destino dei ragazzini compagni di set, che oggi rispetto al passato hanno molte più pressioni dall’esterno.
«Sono felice di avere iniziato in un periodo come il mio. Per quanto possa amare questo lavoro, non credo sarei mai riuscita a farlo se avessi cominciato oggi. Non avrei saputo come gestire tutto questo e mi preoccupo dell’enorme esposizione mediatica che hanno a quell’età», ha detto.

Il rapporto con gli uomini
Winona ha raccontato di essere riuscita ad avere comunque un’infanzia felice grazie all’amore dei suoi genitori:
«Non avevamo molti soldi, ma compensavano con un affetto straordinario. Mio padre rendeva ogni cosa eccitante. Si dice che la vera famiglia è quella che ti scegli, ma io avrei scelto loro anche se non fossero stati i miei genitori. Sono i miei migliori amici. E poi sono ancora pazzamente innamorati, come dei ragazzini. A volte è imbarazzante».
Proprio questo aspetto ha in parte condizionato il suo modo di rapportarsi agli uomini: «Ho avuto delle relazioni che non hanno funzionato. Ma quando hai un esempio del genere, che rappresenta il gold standard, è difficile reggere il paragone».
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