È uno dei titoli tv più attesi dell’anno e finalmente è pronto a fare il suo debutto su Netflix l’11 febbraio.
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Stiamo parlando di Inventing Anna, la seconda serie nata dalla collaborazione tra la piattaforma streaming e Shonda Rhimes dopo Bridgerton, nonché la prima creata dalla nota showrunner e non solo prodotta da Shondaland, la sua casa di produzione.
Inventing Anna ripercorre la vera storia di Anna Delvey (all’anagrafe Sorokin), che qui è interpretata dalla straordinaria Julia Garner (Ozark), una ragazza che è riuscita a fingersi per anni la ricca ereditiera di un magnate tedesco, truffando l’alta società newyorchese.
La serie in dieci episodi di Shonda Rhimes ce la fa conoscere dopo il suo arresto, già sul banco degli imputati, per poi ricostruire la sua parabola “criminale”: dalle amicizie alle serate più esclusive, dagli alberghi a cinque stelle allo shopping di lusso, fino al tentativo di creare una fondazione artistica a suo nome.
Lo svelamento di quanto accaduto è proposto sullo schermo attraverso l’indagine che la giornalista Vivian Kent (Anna Chlumsky), tacciata di “bad journalism” per un fatto accaduto anni prima e per questo relegata a non seguire più nulla in cui crede davvero, conduce su Anna per scriverne un pezzo che riesca a ri-nobilitare la sua carriera, rimanendo poi ossessionata dalla sua storia.
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Con la sua messa in scena patinata, un mucchio di vestiti pazzeschi, una colonna sonora alzata a tutto volume, un cast azzeccassimo e tanto posh da far brillare gli occhi, la serie creata da Shonda Rhimes ci catapulta nell’universo di Anna Delvey e dei tanti personaggi che lo hanno animato, che si trovano a raccontare come sono stati ingannati.
Ma se la truffa è l’azione che porta avanti il racconto, l’interesse della showrunner rimane catalizzato sulla sua protagonista, su quel concentrato di follia, dialettica, menzogna ed ego che l’ha fatta arrivare in luoghi e a successi impensabili, come a quel prestito milionario che le banche le stavano per concedere appena prima che la verità venisse a galla.
Ecco cosa sapere prima di vedere la nuova serie scritta da Shonda Rhimes.
Inventing Anna: cosa dovete assolutamente sapere sulla nuova serie Netflix
(Continua sotto la foto)
Chi era Anna Delvey (o Sorokin)
Nata in un paesino fuori Mosca nel 1991, da genitori appartenenti alla working class poi trasferitisi in Germania, Anna Delvey - all’anagrafe Sorokin - dopo il liceo inizia l’ascesa in quel mondo da copertina che sente già suo frequentando la prestigiosa Central Saint Martins di Londra, per poi lasciarla e trasferirsi a Parigi, dove entra nella redazione di Purple.
Allo scoccare dei vent’anni, nel 2013, da temeraria, intraprendente e bramosa di visibilità quale è, Anna approda a New York, epicentro di moda, ricchezza, coolness e dove nessuno sa chi sia o si preoccupi da dove arriva il denaro che millanta di avere come “ereditiera”.
Anna dalla sua ha gusto, fascino e un’intelligenza brillante che le aprono qualsiasi porta convincendo semplici interlocutori, amici stretti, ma anche professionisti affermati, che sia davvero chi dice di essere.
Quando decide di istituire la Anna Delvey Foundation, una futura Mecca per artisti e ricchi da tutto il mondo, nessuno sa che in verità il fondo milionario di cui parla di continuo non esiste e che non abbia mai avuto un dollaro. Anna si è limitata a fare il “gioco delle tre banche”: grazie alla fiducia della prima, chiede denaro alla seconda e lo deposita poi in una terza. Tutto senza la richiesta di garanzie.
Ma il suo tenore di vita sopra le righe e i conti che a un certo punto non tornano, fanno crollare il suo castello di carte. Anna viene arrestata nel 2017 con l’accusa di frode e truffa aggravata.
Julia Garner e il resto del cast
È Julia Garner, la talentosa attrice che abbiamo già amato nel ruolo della tosta Ruth di Ozark, a vestire i panni di Anna Delvey nella serie.
Anna è una ragazza determinata, che vuole vivere la vita al suo meglio e soprattutto desiderosa di fama. Fissata con Instagram e presenza costante di ogni evento mondano newyorchese, Anna è arrivata a traguardi impensabili nella sua scalata al successo.
Julia Garner si concentra sul suo ego da vera “bitch” - come viene etichettata di continuo nella serie - riuscendo anche a far trasparire quel perenne senso di smarrimento e di paura di essere smascherata che porta con sé.
Sua co-protagonista della serie è Anna Chlumsky (Hannibal) nei panni della giornalista Vivian Kent. Grazie al suo personaggio Shonda Rhimes entra tra le mura di una redazione svelandone alcune dinamiche e introducendo tematiche non semplici come quella del bad journalism.
Vivian, che è incinta, prima di andare in maternità vuole riuscire a ri-nobilitare il suo profilo professionale, eclissatosi anni prima per un fatto che le ha messo contro l’opinione pubblica. E mentre in redazione i suoi capi pensano che la via più sicura sia farle scrivere un pezzo sul #MeToo, lei lotta per raccontare una donna la cui storia, seppur di minor valore etico, ha rilevanza e interesse.
Insieme a loro nel cast ci sono anche Laverne Cox nei panni di Kacy, personal trainer e amica di Anna insieme a Neff (Alexis Floyd), la concierge d’hotel che la inserì nelle liste vip più prestigiose di New York, e Rachel (Katie Lowes), la photo editor di Vanity Fair che ha anche scritto un libro sulla vicenda, su cui sembra che Lena Dunham stia lavorando per HBO.
Anders Holm è Jack, marito di Vivian, e Arian Moayed è Todd, avvocato di Anna.
L’abito fa il monaco?
Secondo Anna Delvey non ci sono dubbi: sì, sì e ancora sì.
Inventing Anna è una serie dove la moda è ovunque: nei vestiti di Anna, ma anche nelle sfilate o ai party esclusivi a cui partecipa, negli outfit da occasione o nello stile attraverso cui rendersi inconfondibile.
Balenciaga, Valentino, Prada, Chanel… vengono citati di continuo, diventando parte integrante di quel racconto “di gusto” di cui Anna si rende protagonista riuscendo a ingannare tutti intorno a sé.
Perché guardare Inventing Anna
C'erano una volta le principesse: ragazze che aspettavano l’avvento del principe azzurro per vivere una vita da favola. Shonda Rhimes ce ne propone una versione attuale e rivoluzionaria: una ragazza che ha provato a costruire da sola, con i suoi talenti e senza mezzi di partenza, il suo sogno.
Impossibile non rimanere affascinati da Anna Delvin, un po’ come accade alla giornalista Vivian Kent e alle numerose persone che la conoscono, e dalla sua storia.
Inventing Anna è infatti l’accattivante racconto di una truffa perpetrata da una ventenne ai danni di colossi bancari americani e di diverse personalità di spicco dell’alta società newyorchese.
È anche una storia di giornalismo: co-protagonista con Anna è proprio Vivian, con la sua ricerca di riscatto professionale e la sua maternità che non viene mai vissuta sullo schermo in modo canonicamente tenero, ma come limite fisico e temporale a cui sottostare.
Inventing Anna, infine, è una storia che parla di complicità: affettiva, amorosa, d’amicizia o di dipendenza. Ognuno dei suoi protagonisti è complice di qualcuno o qualcosa, a partire proprio dai fatti che hanno portato Anna a riuscire nel suo piano multi-zeri.
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