Dior: la sfilata Cruise 2021 a Lecce tra savoir-faire, musica e danza
L’evento è stato di quelli davvero imperdibili. A Lecce, in una surreale piazza Duomo deserta e illuminata a festa è andato in scena ieri sera l’attesissimo show targato Dior.
Il conto alla rovescia era già cominciato lo scorso gennaio, quando il Direttore Creativo della Maison, Maria Grazia Chiuri, aveva annunciato di aver scelto il Salento come location per la presentazione della collezione Cruise 2021.
Il defilè, che avrebbe dovuto svolgersi a maggio e che è poi stato posticipato a luglio a causa della pandemia, era stato inizialmente concepito dalla stilista come «una grande festa da condividere con l’intera comunità locale», ma ha finito per trasformarsi in una performance dai contorni decisamente più intimi che non ha comunque mancato di emozionare le decine di migliaia di persone connesse in diretta streaming da ogni angolo del globo.
«In questo periodo il mio impegno è stato diretto a donare una nuova dimensione allo sforzo collettivo. A dispetto di tutti gli svantaggi imposti dalla distanza, forza e immaginazione sono stati i vantaggi offerti dalla nuova prospettiva che le nostre vite hanno dovuto assumere» ha dichiarato la Chiuri, spiegando che la Puglia «con le sue molteplici energie, dove la magia sopravvive in culti come il tarantismo è divenuta in questo contesto particolare, una specifica forma di utopia, una nuova chiave di lettura del mondo».
Novanta le creazioni che hanno sfilato a ritmo di pizzica tra le suggestive luminarie progettate da Marinella Senatore - una fitta trama di luci colorate in cui l’artista visuale ha inserito frasi di matrice femminista - accompagnate dalle coreografie di Sharon Eyal.
L’intera collezione è frutto dell’incontro tra il know-how del marchio e la tradizione artigianale locale: così i tessuti della Fondazione Le Costantine - laboratorio di tessitura tutto al femminile che ha sede a Uggiano La Chiesa e che protegge anche la cultura del pizzo al tombolo - diventano protagonisti delle giacche più iconiche, incluso il modello Bar ideato da Monsieur Dior nel 1947 e reinterpretato nel corso del tempo dai direttori creativi che si sono susseguiti al timone del brand.
La storia della Maison si manifesta anche su lunghi e impalpabili abiti costellati di fiori selvatici e spighe di grano, candide camicie in cotone cinte da corsetti di pelle, gonne a vita alta movimentate da balze e motivi decorativi a contrasto.
Le texture ruvide e corpose dei completi si contrappongono alla leggerezza dei dress in tulle plissettato e ai vaporosi capispalla in shearling, mentre la palette cromatica contrappone ai toni assoluti del bianco e nero le nuance tipiche della macchia mediterranea: il rosso dei papaveri, il giallo ocra dei campi arsi dal sole, il verde della vegetazione costiera.
Maria Grazia Chiuri ci porta nei luoghi della sua infanzia - è proprio in Salento, nella sartoria di Tricase dei suoi genitori che la designer entra per la prima volta in contatto con il mondo della moda - delineando una “mappa sentimentale” che si dispiega anche attraverso gli accessori, dai fazzoletti in testa alle scarpe rasoterra in cuoio o tela, passando per stivali di pelle e gioielli dal sapore nostalgico che sembrano recuperati dai cassetti delle nonne.
Immancabili le borse, dalla Book Tote all’intramontabile Lady Dior, fino alla Bobby bag, ultima nata della casa di moda già consacrata a feticcio per le stagioni a venire.
«Questa collezione è un’opera corale che celebra la memoria, i valori, la cultura e il futuro della straordinaria maestria artigianale della Maison» ha sottolineato la Chiuri al termine della sfilata, chiusa in bellezza dalla voce di Giuliano Sangiorgi, salentino anche lui, e dalla musica dell’Orchestra della Notte della Taranta diretta da Paolo Buonvino.
Ph. Credits: Press Office/Teresa Cioca/Antonio Maria Fantetti
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