Coachella vs Glastonbury: Festival style a confronto
Dopo due anni di pandemia la ruota panoramica più instagrammata che ci sia torna a girare. Il 15 aprile si apre la stagione dei festival musicale, a partire da una nuova e tanto attesa edizione del Coachella Valley Music and Arts Festival, meglio noto come "il Coachella", il festival musicale per eccellenza.
Non lo stiamo dicendo dal punto di vista della line-up che di certo vanta gli artisti più amati a livello internazionale e non solo, ma lo diciamo dal punto di vista dello stile. Quello che si può vedere a Coachella è infatti, da un decennio abbondante, un vero e proprio fenomeno di costume riconoscibile a occhio nudo, un elemento che ha contribuito alla fama di questo appuntamento che, nel caso qualcuno l'avesse dimenticato, è un evento musicale. E non è certo il solo: forse è uno dei più ambiti, ma non è l'unico. Di festival musicali ce ne sono tanti, ma solo alcuni hanno costruito negli anni una propria immagine, capace però di andare oltre al genere musicale, alla classiche e un po' banali associazioni biker-jacket = metallaro, cresta=punk che ci sono sempre state proposte.
A Coachella come a Glastonbury, altro attesissimo appuntamento in agenda per il prossimo giugno, si esibiscono artisti come Billie Elish e Doja Cat, ma lo stile del pubblico pronto ad accoglierle è completamente diverso.
Ci avete mai fatto caso? Dal sole della California alle proverbiali piogge del Somerset, gli artisti che si esibiscono, negli anni sono diventati quasi gli stessi e il pubblico che li segue spesso non cambia, ma cambia ciò che decide di indossare.
Vediamo come, mettendo a confronto due dei festival più mediatici di sempre, due appuntamenti che hanno lanciato tendenze e creato delle vere icone di stile a mezzo social. Troveremo differenze sostanziali, dettate da dettagli scontati come la geografia, e tanti punti in comune, dovuti alle origini Seventies che caratterizza entrambi: Glastonbury in quanto festival nato in quegli anni, Coachella in quanto evento che, in termini di estetica, ha attinto parecchio ai '70.
Nessuna gara, ma solo una semplice analisi per capire se, dopo gli ultimi due anni di stop forzato, il pubblico tornerà a vestire o i suoi amatissimi panni.
Coachella: i must-have
Voliamo subito oltreoceano: sotto il sole della California, nella contea di Riverside, vanno per la maggiore i look leggeri, d'ispirazione boho, anche se negli ultimi anni ha attinto parecchio allo stile più "audace" del Burning Man, appuntamento un po' più radical che si tiene nel deserto del Nevada.
A Coachella, per antonomasia, non mancano mai abiti svolazzanti, meglio se con dettagli crochet e trasparenze e qualche frangia qua e là. Stivali in pelle o in suede, cappelli a tesa larga, stampe bandana e tea-shades, gli occhiali da sole tondi per eccellenza.
Cosa ci piace dello stile Coachella? La leggerezza ovviamente, il mood "aperitivo in spiaggia". Ci convince meno il modo in cui certi riferimenti alla cultura hippie vengono declinati in chiave un po' troppo artificioso per un evento nato agli albori degli anni 2000, quasi come un travestimento a tema. Certi però che il bello di queste occasioni è anche quello di vestirne i panni.
Dai must-have alle icone: chi sono i volti più cool di Coachella? Senza dubbio supermodel, celebrities e influencer (al loro posto dieci anni fa c'erano le "socialite" come Paris e Nicky Hilton) che si sono fatte portavoce di questo stile a prova di Instagram.
Da sinistra: Paris e Nicky Hilton, Chiara Ferragni, Alessandra Ambrosio durante le scorse edizioni del Festival. Credits: Getty Images
Glastonbury: i must-have
Dalle palme chilometriche passiamo al verde dei prati inglesi o meglio, al fango di Glastonbury. Partiamo proprio da questo elemento naturale per definire quello che è lo stile di questo festival e quali sono i suoi relativi must-have: parliamo degli Hunter boots. Gli stivali di gomma sono stati e sono infatti il simbolo indiscusso di questo appuntamento, da accessorio utile per quanto detto sopra (anche se ci sono temerari che non rinunciano alle Converse in tela), a vero e proprio simbolo di un evento.
Insieme a loro troviamo tanto denim, giacche in pelle, l'inglesissimo Barbour e anche qui i cappelli in quanto degni sostituti degli ombrelli.
Veniamo a cosa ci piace di Glastonbury: le citazioni british e una maggiore "rilassatezza"; troviamo look meno artificiosi, più autentici, grazie anche alla lunga storia che il Festival si porta dietro, dagli anni '70 a oggi. Cosa ci piace meno? Il fango e la pioggia ovviamente, anche se hanno il loro fascino e contribuiscono in modo efficace all'effetto dimesso-ma-cool di certi outfit.
Dai must-have alle icone: quali nomi ci vengono subito in mente se pensiamo a Glastonbury? Kate Moss e Alexa Chung prima di tutte: i look che hanno proposto negli anni sono stati tra i più copiati e i loro nomi, come trendsetter, sono più fermi che mai nell'immaginazione collettiva. E il bello è che certe cose le hanno sempre messe, semplicemente, per gusto personale.
Ma lo "stile festival" piace ancora?
L'identikit del look perfetto per queste occasioni l'abbiamo tracciato. Quello che però ci stiamo chiedendo, non solo noi, alla vigilia del ritorno sotto il palco, è: dopo due anni di pandemia il modo di vestirsi e il modo di inseguire le mode del momento è cambiato radicalmente, ha perciò senso parlare ancora di festival style?
Viviamo in un'epoca che promuove l'idea dell'unicità, dell'essere se stessi, del mostrarsi per quello che si è, a partire dallo stile. E forse anche le teorie dell'occasion wear, dell'adattare il proprio modo di vestire all'occasione, sta cedendo lentamente il passo a una ritrovata voglia di libertà. Libertà che è poi alla base di questo tipo di eventi.
Glastobury, 1992. Credits Getty Images
Per scoprire se frange e turchesi da una parte e galosce e cerate dall'altra fanno ancora tendenza, non ci resta che aspettare i look che vedremo nei prossimi giorni e riguardarci insieme quelli che hanno fatto la storia.
Coachella, 2011. Credits Getty Images
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