Inside Primark: ecco cosa abbiamo scoperto in una giornata nel quartier generale del brand

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Moda a prezzi accessibili ma anche attenzione alle persone e alla qualità: cosa c'è alla base del successo di Primark? Abbiamo trascorso 24 ore nel loro headquarter di Dublino con le persone che ci lavorano tutti i giorni!

Se vi diciamo Primark, cosa vi viene in mente? Probabilmente la prima a cui cosa a cui penserete è capi d'abbigliamento a prezzi accessibili e "popolari". Fin qui tutto giusto ma c'è dell'altro. L'universo e la storia di questo marchio sono molto più ampi e articolati di un brand che vende capi basic per tutti in grande quantità (anche se sicuramente è parte importante del loro successo). Si tratta di una realtà fatta di attenzione alle persone e che sta lavorando con impegno per gestire un tema molto delicato e "sensibile", soprattutto per la moda, come quello della sostenibilità con concretezza e senso di responsabilità. 
Per saperne di più siamo "volati" a Dublino, là dove tutto è nato, per visitare il quartier generale di Primark, proprio pochi piani sopra a quello che è stato il primissimo negozio del brand!

Grazie a una serie di session speciali abbiamo avuto modo di conoscere e parlare con le persone che ogni giorno lavorano per la crescita e il successo del marchio e che i hanno dimostrato che fare moda accessibile vuol dire pensare anche alle persone e al pianeta. 


Primark: la sua storia dal 1969 a oggi

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Non tutti lo sanno ma Primark è nato nel 1969 a Dublino ma all'inizio aveva un altro nome: Penneys! Così lo aveva battezzato Arthur Ryan, il fondatore, commerciante intraprendente e di talento, quando quell'anno apre il suo grande magazzino di abbigliamento al numero civico 47 di Mary Street con un concept ben preciso: "amazing fashion to amazing price". 

Il nome Primark arriva nel 1973, quando vengono aperti i primi negozi in Inghilterra, per distinguersi da un altro marchio presente sul mercato, JC Penney, questo passo segna una nuova era: dal 2006 seguono le aperture in Spagna, Olanda, Germania, Francia, Austria. Nel 2015 l'arrivo sul mercato americano con l'inaugurazione del primo store Primark negli States, a Boston, Massachussets. 
Nel 2016 arriva in Italia con il negozio nel centro commerciale di Arese, il primo nel nostro paese, seguito nel 2022 dal grande store di Milano, nella centralissima via Torino. 

E oggi? 17 mercati, 80.000 dipendenti, 453 store nel mondo dopo, Primark è il primo retail per volume in Spagna, Uk, Irlanda e Portogallo. Ma l'impegno del marchio, fedele alle sue tre parole chiave, "caring", "dynamic" e "toghether", si sta dirigendo sempre più verso una crescita mirata e consapevole, dove temi come sostenibilità, tracciabilità e inclusione non sono semplici parole ma parte integrante del lavoro di tutti, per proporre ai clienti un prodotto sì accessibile ma, al tempo stesso, sempre più  responsabile. 

Primark: l'experience in store al centro

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La filosofia del marchio è sempre stata quella di puntare tutto sugli store fisici. Il digitale? C'è ma unicamente a supporto della vendita in negozio! A oggi in UK è in atto una fase di "roll up" per testare il servizio di "click & collect" in alcuni punti vendita selezionati. Niente e-commerce in senso stretto, una scelta che oggi, nel 2024, può suonare azzardata e anacronistica ma che per il brand in realtà è fortemente voluta e per nulla casuale. Al centro, infatti c'è l'esperienza in store: abbigliamento donna, uomo, bimbo, beauty e casa, tutto a disposizione del cliente che può facilmente accedere a capi e taglie in perfetta autonomia. Ma non solo: Primark ha intenzione di rendere l'experience fisica ancora più piacevole e ricca. Come nello store di Mary Street (gigantesco, 3 piani e quasi un isolato di metratura!) dove trovano spazio un nails bar dove concedersi una manicure o un cambio smalto tra un acquisto e altro. Oppure, di prossima apertura di food corner dove fare un break goloso e recuperare energie nello shopping sfrenato!

E proposito di prodotto: quello che è emerso in una delle session con Mary Lucas e Gavin Daniels Trading Director rispettivamente della parte Womenswear e Kidswear, a centro c'è il concetto di valore: l'idea è di produrre un capo che risponda a un'esigenza e un desiderio del cliente a un prezzo accessibile ma che comunque possa durare nel tempo e nel guardaroba.

Anche per questo l'analisi accurata di tutte le tendenze, che provengano dalle passerelle, dai social, dal mondo della tv e della musica sono essenziali: Primark lavora con un team centralizzato (in totale 16 persone) che definisce, stagione dopo stagione, temi, colori e stili in base a gusti e alle tipologie di clienti, che siano affezionati ai capi più basici (che rimangono uno dei "core" del business) o che seguano con passione gli ultimi trend (come nel caso della linea The Edit, la più legata alle tendenze "modaiole" del momento). Il tutto con un sistema produttivo che permette, grazie a grandi acquisti di materie prime con tempistiche molto anticipate rispetto ai competitors, di garantire un assortimento ampio di pezzi a un prezzo competitivo. I prodotti saranno poi gli stessi per tutti i mercati, ovviamente "declinati" però sulle caratteristiche specifiche di quel paese: pensiamo solo alla presenza di cappotti o giacche in diversi momenti a seconda del clima!
E sempre a proposito di tendenze, grandi spazio in store per quelle che sono le collab con altri marchi o talent: Disney, NBA, Netflix, Kappa sono solo alcune delle licenze che attirano migliaia di clienti nei  negozi di Primark.

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Primark e le tematiche sociali

Non solo prodotto: Primark punta sempre più a temi di impatto sociale, tanto da avere una divisione dedicata (la Diversity & Inclusion). Non solo parole o discorsi "di facciata" ma un impegno attivo, come nel caso del Pride che vede il marchio impegnato "in presenza" e in prima linea durante le manifestazioni in giro per il mondo. E poi attenzione alle necessità dei clienti: che si tratti di capi unisex e genderless, intimo o abbigliamento inclusivo che abbracci un range ampio di taglie e di tonalità di pelle (pensiamo al così detto colore "nude" e a come oggi sia una palette davvero molto più ampia rispetto a qualche anno fa, come nel beauty). E poi ancora l'intimo "adaptive" o adattivo, pensato per le persone con disabilità, semplice e facile da gestire per garantire il massimo dell'autonomia. 
Tra i progetti più a cuore del brand c'è la salute e in primis la campagna per la prevenzione del cancro al seno: Primark da quattro anni, in ottobre, mese della sensibilizzazione sul tema, promuove attraverso campagne ad hoc l'importanza dell'autocontrollo e diagnosi precoce, oltre alla proposta in store di prodotti come reggiseni post-operatori, pigiami e capi intimi in materiale morbidi e privi di cuciture. Per il 2024 è stata scattata una campagna che aveva come protagoniste cinque donne colpite dal tumore al seno, raccontando le loro difficoltà ma anche la loro forza nell'affrontare la malattia. 

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Primark a proposito di sostenibilità

Può un brand definibile come "fast fashion" ragionare in termini di sostenibilità ambientale? Domanda molto complicata. Quello che è certo è che l'argomento è già da tempo al centro dei processi del marchio. Un prodotto accessibile e dal prezzo popolare non vuol dire necessariamente che sia di bassa qualità, questa è l'idea del brand che sta modellando i suoi processi produttivi anche alla luce di questo tema. Tutto deve partire dall'ideazione del capo, dal design e dai materiali, il che gli permetterà di durare negli anni ed essere riciclato opportunamente (oppure anche "sistemato" e re-indossato in ottica di moda circolare: Primark ha promosso infatti 32 laboratori e workshop di rammendo nei suoi store per insegnare a prendersi cura degli indumenti e a non sbarazzarsene alla prima occasione).

Il progetto ambizioso è quello di creare entro il 2023 tutti prodotti realizzati con fibre riciclate o sostenibili. Nel frattempo l'azienda sta implementando il suo programma Primark Cares, nato tre anni fa e sempre più in espansione: cotone biologico o proveniente da fonti più sostenibili, design dei capi più duraturi per ridurre gli sprechi, riduzione dei rifiuti di plastica negli imballaggi, sono alla base del piano per proporre una moda sostenibile alla portata di tutti. 

Parallelamente con il Sustainable Cotton Programme avviato nel 2013 in collaborazione con  CottonConnect e altre ONG, Primark si impegna ad aiutare gli agricoltori a coltivare cotone utilizzando metodi meno impattanti sull'ambiente come con l'agricultura rigenerativa, riducendo il consumo di acqua e pesticidi e supportando in maniera concreta le comunità locali, anche piccole, che creano la catena di approvvigionamento delle materie prime.
Inoltre nei punti vendita sono presenti sempre più corner dove poter portare i propri capi in disuso che saranno poi donati ad associazioni che li riutilizzeranno o ne useranno i filati, il ricavato è a supporto di Unicef. Infine, come avviene nello store dublinese di Mary Street e in quello di Birmingham Bristol e Cardiff, Primark ha creato "WornWell", uno spazio dedicato al mondo del vintage e del second-hand con una selezione speciale di pezzi degli anni '70, '80, '90.  

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Primark e l'Italia

17 negozi (il 18esimo in arrivo il 12 dicembre a Salerno) in 10 anni, la storia di Primark in Italia è un caso di grande successo: con la Francia, il nostro paese partecipa per il 16% del fatturato totale di Primark.

Arrivato in Italia nel 2016 all'interno del centro commerciale di Arese il brand ha scatenato  immediatamente l'entusiasmo dei fan con code all'uscita dell'autostrada e appena fuori dallo store per mesi dopo l'apertura

Nel 2022 l'apertura del flagship store nella centralissima Via Torino a due passi dal Duomo, composto da tre diversi edifici, 5 piani e oltre 5000 mq di spazio diventa la tappa obbligatoria per lo shopping di milanesi e turisti. 

Ma gli opening sul nostro territorio ovviamente non finiscono qui: ampie metrature in punti strategici ma anche spazi più contenuti in città più piccole sono nei piani di espansione di Primark, come ci rivela Luca Ciuffreda, Head of Primark Italy, "Abbiamo in team di esperti che analizza per le varie opportunità, non vogliamo precluderci la possibilità di aprire in centri più piccoli, portando il brand davvero alla portata di tutti"

La sfida per il team italiano è ovviamente declinare il prodotto Primark, che nasce a Dublino e che è uguale per tutti gli store nel mondo, a seconda delle esigenze e della tipologia del pubblico italiano: al Nord ad esempio, ci rivela Ciuffreda, la scelta di capi outwear più pesanti è più ampia rispetto al Sud. Così come negli store dei grandi centi "high street" come quello di via Torino a Milano, grazie anche all'afflusso di tanti turisti, la parte dedicata alle tendenze (come la linea The Edit) è maggiormente valorizzata anche come esposizione nelle vetrine, mentre, all'interno dei centri commerciali, frequentati soprattutto da famiglie, la "parte del leone" la fa il prodotto basic e la sezione bambino (attualmente la fetta più importante insieme al Womenswear), insieme alle collaborazioni e licenze. 

Anche da noi sono in previsione in futuro corner dedicati al mondo del beauty sul modello di quelli in fase di test in UK, un'occasione per rendere ancora più speciale la shopping experience da Primark. 

E per l'online? L'e-commerce vero e proprio non è tra i progetti del brand ma anche da noi potrebbe arrivare il click & collect. Verrà implementato poi un servizio di newsletter che informi i clienti sulle ultime collezioni in arrivo in store. E visto il successo di alcune di queste, come la collab con Rita Ora con alcuni capi andati sold out nel giro di pochissimi giorni, la cosa sarà decisamente utile! 

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Napoli celebra le donne

Napoli celebra le donne
Nella città partenopea prende vita il premio Donne per Napoli, voluto da Carpisa per accendere i riflettori sui talenti femminili

Le donne, e i mille talenti che portano con sé, sono state protagoniste di una splendida serata di festa che si è svolta a Napoli, sotto l'egida di Carpisa, Yamamay, Miriade, Carlino Group e Idea Bellezza

Durante la cerimonia ventotto donne hanno ricevuto il premio Donne per Napoli, giunto alla decima edizione, dedicato ad attrici, sportive, giornaliste, scienziate, musiciste, da Simona Agnes a Francesca Pascale, da Sabrina Scampini a Giorgia Palmas, da Ludovica Nasti a Giordana Marengo; figure femminili che celebrano la forza dell'universo delle donne e che durante l'anno hanno acceso i riflettori sulla città, che quest'anno festeggia i 2500 anni dalla sua fondazione.

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La serata è stata condotta da Elisabetta Gregoraci, che sul palco ha accolto le vincitrici, ma anche moltissime personalità di spicco del mondo culturale di Napoli, rappresentanti delle istituzioni, oltre al padrone di casa, Raffaele Carlino, fondatore e presidente di Carpisa e moltissimi amici del marchio.

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La location, il club HBtoo, con la splendida terrazza affacciata sul golfo di Napoli, ha fatto da cornice alla cerimonia e ha ospitato il party a seguire, acceso dal concerto privato di Stash dei The Kolors dall'esibizione di Alessandro Ristori e dal Dj set firmato da Arianna Triassi.

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La serata ha vissuto anche un momento charity, con la raccolta fondi rivolta alle opere della Fondazione Unipancreas Onlus, dedicata alla lotta contro il tumore al pancreas presieduta dal professore Giovanni Butturini.

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Puntododici presenta la sua collezione sulla cima del Monte Bianco

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Un’esperienza immersiva, pensata per celebrare la bellezza delle montagne e la magia dell’inverno: Puntododici ha scelto di presentare i suoi modelli Alta Quota accompagnandoci tra le vette, in cima al Monte Bianco.

Non una semplice presentazione ma un racconto che diventa esperienza, vissuta in uno scenario unico: la vetta del Monte Bianco. Puntododici, brand di outwear che dal 2012 unisce comfort e protezione uniti allo stile, ci ha coinvolti in un viaggio speciale tra le cime delle montagne, per testare i suoi modelli Alta Quota, pensati per le temperature più rigide. 

Un'esperienza unica, immersiva, dove Nina e Bea, i due modelli femminili, della collezione (assieme a Brent e Dario, pensati per il pubblico maschile) sono stati i nostri alleati per goderci la bellezza di uno scenario unico, quello delle Alpi, dal punto di vista privilegiato della sommità del Monte Bianco. 

La Capsule Alta Quota nasce infatti con l’obiettivo di offrire prestazioni elevate e comfort termico senza rinunciare a un’estetica pulita e contemporanea. Ogni modello è progettato per garantire un’elevata resa termica ed è imbottito con piuma 90/10, una combinazione che assicura massimo isolamento climatico con un peso minimo, offrendo funzionalità, resistenza e leggerezza. I capi della collezione sono pensati per proteggere in alta quota ma al tempo stesso accompagnare la  quotidianità in città, grazie a tessuti che uniscono performance d’avanguardia e stile essenziale, in  equilibrio tra tecnicità e raffinatezza. 

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(Il piumino Nina, in colorazione Espresso, e il modello Bea)

Il nostro viaggio ha inizio a Courmayeur, in Valle D'Aosta, alla partenza della funivia Sky Way Monte Bianco; la prima fermata è a Pavillon a 2173 mt dove ci attende la prima terrazza sul panorama e due esperienze speciali. Cominciamo con un tour guidato alla nuova cantina di Cave Mont Blanc, realtà vitivinicola della zona, simbolo della viticoltura eroica di montagna.

Realizzata con Giò Forma, la cantina ospita le bollicine estreme della Cuvée des Guides, spumante pas dosé interamente prodotto in quota, frutto della collaborazione con l’Università di Torino per studiare l’effetto dell’altitudine sulla spumantizzazione. 

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(L'Infinity Room e l'istallazione con 3000 bottiglie riciclate della cantina ad alta quota di Cave Mont Blanc)

A seguire entriamo nella cuore bellezza delle montagna all'interno dell'Infinity Room, un rifugio tecnologico immersivo che, grazie a tre led-wall e a un sistema di specchi ideato da Giò Forma con il regista Andrea Bettinetti, permette ai visitatori di immergersi in scenari spettacolari: una grotta glaciale, la vetta del Monte Bianco o un bosco autunnale, tutti realizzati con immagini autentiche raccolte in un anno di riprese.

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Ma la nostra "ascesa" prosegue: l'ultima fermata della funivia ci conduce a Punta Helbronner, a 3466 mt, un punto di osservazione unico, dove lo sguardo si perde tra il cielo e le cime delle vette innevate. Qui possiamo testare le caratteristiche tecniche dei piumini di Puntododici che ci tengono al caldo, nonostante i - 16 gradi della temperatura e ci permettono di goderci lo spettacolo che ci circonda. 

Infine, prima di riprendere la funivia per scendere a valle, ci attende un pranzo vista montagne all'interno del Panoramic Bistrot della SKY Way Mon Blanc firmato da Kartell, dove gustare i piatti della tradizione valdostana in una location che unisce il design italiano alla maestosità del Monte Bianco. 


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Fashion Pills: cos'è successo questa settimana nel mondo della moda in 7 news

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Weekend alle porte: mettiamoci comodi e scopriamo le fashion news della settimana!

A Natale il lusso è nei dettagli: pelle che racconta artigianalità, linee pulite, materiali che scaldano e durano. È il momento dei capi pensati bene, quelli che restano oltre le feste e costruiscono uno stile personale, silenzioso, consapevole. #FashionPills

Fashion Pills: Lunedì e Marella ART.365 secondo la visione di Gabrielle Caunesil

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(Credits: courtesy of press office)

Marella inaugura la festive season con una capsule Selected By firmata da Gabrielle Caunesil, che intreccia il suo stile francese all’eleganza sartoriale dell’ART.365. Gli scatti ambientati nella sua casa sul Lago Maggiore rivelano una femminilità naturale, pulita, mai costruita.

La palette alterna bianco e nero iconici a un rosso vibrante da holiday season e a un castagna caldo, mentre fiocchi oversize e dettagli dorati accendono la silhouette. Una collezione pensata per fluire con grazia dalle feste alla nuova stagione PE26.

Gabrielle, parigina con un percorso internazionale tra moda, beauty e interior, porta in questa capsule il suo sguardo contemporaneo e raffinato. #MarellaVibes

Fashion Pills: martedì e la pelle, il carattere e la sostanza di VEIGA MILANO 

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(Credits: courtesy of press office)

C’è qualcosa di sorprendentemente onesto in Veiga Milano: niente fronzoli, solo pelle lavorata come si deve, tra Toscana e Veneto, dove l’artigianalità non è storytelling ma pratica quotidiana.

Ida Antonelli costruisce un guardaroba essenziale fatto di nappa, suede, shearling e pellami certificati LWG, scelti con cura e pensati per durare più di una stagione.

Le linee sono pulite, contemporanee, senza pose: blazer che cadono bene, pantaloni che seguono il corpo senza irrigidirlo, mini e bomber che trovano quel punto d’equilibrio tra femminilità e presenza. La palette resta minimal, ma il su misura permette di giocare con nuance e dettagli senza perdere identità.

Un brand giovane ma lucidissimo: qualità silenziosa, lusso che non deve dimostrare nulla, capi che diventano immediatamente “propri”. Per chi cerca il Made in Italy autentico, questo nome è da tenere d’occhio. #GraziaApproved

Fashion Pills: Mercoledì e Tiffany & Co. Montenapoleone: il nuovo gioiello premiato dal Prix Versailles

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(Credits: courtesy of press office)

La boutique Tiffany & Co. di Via Montenapoleone conquista il titolo di World’s Most Beautiful Emporium 2025, il massimo riconoscimento del Prix Versailles.

Un premio che celebra non solo l’eleganza dello store, ma la capacità della Maison di trasformare Palazzo Taverna — capolavoro neoclassico del 1835 — in un luogo di pura meraviglia.

La facciata, con le lunette in vetro firmate Venini da un disegno di Gio Ponti e le vetrine ispirate a Michelangelo Pistoletto, intreccia heritage italiano e spirito artistico internazionale.

Con oltre 1.200 metri quadrati, è lo store Tiffany più grande d’Europa: un percorso immersivo curato da Peter Marino, dove arte, architettura e alta gioielleria dialogano senza sforzo.

All’interno, opere di Pistoletto, Fischer, Arsham e Schnabel accompagnano i visitatori dalla High Jewelry alle icone della Maison, fino agli spazi dedicati a Elsa Peretti e all’universo All About Love. Una scala di vetro scolpita dalla luce, un patio con bar e sculture contemporanee completano l’esperienza.

Un luogo che non si limita a vendere gioielli, ma racconta quasi due secoli di storia Tiffany e il suo profondo legame con Milano. #TiffanyMilanoElegance

Fashion Pills: Giovedì e eleganza in altitudine con ALO Atelier

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(Credits: courtesy of press office)

ALO firma un nuovo capitolo con Atelier, la collezione luxury che fonde materiali nobili e spirito performance. Lana italiana, seta liquida e cashmere impalpabile costruiscono un guardaroba che scivola dall’après-ski alla sera con naturalezza assoluta.

Il Polar Star Ski Suit porta sulle piste un’estetica sofisticata, mentre il cashmere avvolge le notti davanti al camino e i set in seta diventano l’alleato perfetto per una cena romantica. Le nuance — Ivory, Pink Champagne, Alpine Cocoa, Oat Heather — compongono una palette vellutata, studiata per essere mixata in ogni contesto, ad ogni altitudine.

La capsule arricchisce anche il mondo accessori: nuove tonalità limited della ALO Bag Collection, l’esordio della Voyage Duffle in Luxe Suede e il primo ALO Classico Faux Fur Sandal.

Un concetto di lusso che guarda alla montagna ma conquista ovunque: perché con ALO Atelier il glamour non conosce stagioni. #AloAtelierLuxury

Fashion Pills: Venerdì e Castañer x Casilda... il romanticismo artigianale torna a brillare

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(Credits: courtesy of press office)

Castañer e Casilda se Casa rinnovano la loro unione con una collaborazione che celebra semplicità, materiali naturali e autenticità.

Dopo il successo del debutto 2022, la collezione cresce con cinque nuovi modelli e due famiglie inedite — rafia e jacquard di cotone — per un totale di undici proposte, disponibili dal 27 ottobre in boutique e online.

La capsule reinterpreta i codici iconici di Castañer in chiave bridal moderna: linee pulite, juta e rafia che raccontano una bellezza essenziale, pensata per donne che amano l’artigianalità vera e il fascino discreto dei dettagli.

La storia del brand risuona in ogni paio: dal primo laboratorio del 1927 alle celebri zeppe create negli anni ’70 con Yves Saint Laurent, fino a una rete globale di boutique che mantiene intatto il savoir-faire di quindici mani artigiane.

Casilda se Casa, nata dal progetto editoriale di Cristina Ruiz Montesinos, continua la sua missione: offrire ispirazione autentica e romantica alle spose contemporanee.

Una collaborazione che parla d’amore, radici e stile senza tempo. #CastanerLoveStories

Fashion Pills: Sabato e Mabina Gioielli x Federica Nargi: Roma diventa gioiello

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Mabina Gioielli dedica alla Città Eterna una collezione che è insieme omaggio, racconto e dichiarazione d’amore.

Roma nasce dallo stile di Federica Nargi e dal suo legame profondo con la capitale, trasformando architetture, luci e dettagli urbani in un unico modello di orecchini declinato in più varianti, tutte pensate per raccontare sfumature diverse di femminilità.

Le superfici rigate ricordano il travertino al tramonto, i pavé di zirconi catturano i riflessi delle fontane e delle facciate storiche, mentre le finiture in argento bianco o dorato evocano i contrasti della città: ombra e luce, tradizione e modernità, forza e grazia.

È una collezione che attinge al cuore di Roma e alla sua poesia quotidiana, trasformandola in un gesto prezioso. Un inno alle donne che vivono con intensità, portando con sé la loro luce — proprio come la città che le ispira. #MabinaRoma

Fashion Pills: Domenica e Arja Cajo con l’arte che si fa stoffa

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Arja Cajo debutta con un linguaggio tutto suo: quello in cui la fotografia diventa trama, colore, sensazione.

Viola Cajo De Cristoforis parte dalle sue immagini macro — petali, foglie, frammenti di natura — e le trasforma in stole morbide e luminose, realizzate in Modal e cachemire, interamente Made in Italy.

Il progetto racconta una femminilità autentica, inclusiva, fatta di piccoli gesti e grande sensibilità. L’atelier milanese Arja di Casa è più di uno spazio creativo: è un luogo di ascolto, incontri, workshop, dove la moda torna a essere relazione.

Alla dimensione artistica si affianca quella sostenibile: packaging riciclabile, materiali responsabili e la Foresta Arja Cajo in Tanzania, nata con Treedom, che ripopola le mangrovie e rimette al centro il legame con la natura.

Una collezione che non vuole “decorare”, ma avvicinare: un accessorio che diventa messaggio, carezza, appartenenza. #ArjaEssentials

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Vinted Second-hand Lifestyle: così l’Italia scopre l’usato oltre la moda

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Dalla tecnologia ai libri, dai vinili agli oggetti per la casa: la nuova ricerca Vinted-Atomik Research racconta un’Italia sempre più curiosa, consapevole e pronta a dare una seconda vita a tutto

Il second-hand non è più una tendenza passeggera né un’abitudine legata esclusivamente al guardaroba. In Italia sta diventando un vero e proprio stile di vita.

Questo è ciò che emerge dalla nuova ricerca di Vinted, realizzata con Atomik Research, che racconta un Paese sempre più maturo, aperto e disposto a dare valore agli oggetti pre-loved in ogni categoria, non solo nella moda.

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Credits: Courtesy of Press Office

Anche se il fashion continua a essere il punto di partenza e rimane il settore più scelto dagli italiani quando si tratta di vendere, il comportamento dei consumatori sta cambiando rapidamente. L’interesse infatti si sta spostando verso nuove aree, in particolare l’elettronica e l’intrattenimento, che oggi rappresentano alcuni dei comparti più dinamici dell’usato.

Second-hand : una nuova idea di valore

Una quota crescente di persone si dice infatti più propensa rispetto a un anno fa ad acquistare articoli di intrattenimento di seconda mano, come il mondo degli hobby, del collezionismo e degli oggetti per la casa. La tecnologia, poi, sta vivendo una vera accelerazione: console da gaming, tablet e smartphone sono tra i prodotti che gli italiani valutano con sempre maggiore convinzione quando cercano occasioni in ottime condizioni.

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Credits: Courtesy of Press Office

Questo cambiamento non nasce dal nulla. Dentro le case degli italiani, infatti, si nasconde un tesoro: più della metà della popolazione stima di possedere oggetti inutilizzati per un valore superiore ai 400 euro, mentre una persona su cinque ritiene di avere in casa beni che superano i 1.000 euro.

Non parliamo soltanto di capi appesi negli armadi, ma di un universo molto più variegato fatto di libri, vinili, piccoli elettrodomestici, dispositivi tecnologici, giochi, attrezzature sportive e pezzi da collezione, tutti pronti a vivere una seconda vita.

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Credits: Courtesy of Press Office

Consumatori più consapevoli, scelte più intelligenti

Secondo Eve Taraborrelli, Communications Manager Western Europe di Vinted, questa trasformazione testimonia un’evoluzione culturale profonda: «La ricerca mette in luce un’evoluzione che va oltre la moda. Gli utenti mostrano un crescente interesse verso tecnologia, intrattenimento, casa, hobby e sport. Vediamo un forte coinvolgimento su articoli come console da gaming, tablet, smartphone, vinili e piccoli dispositivi elettronici: un segnale di abitudini di consumo in trasformazione e di scelte sempre più intelligenti».

Il messaggio è chiaro: l’usato non è più un’alternativa “di ripiego”, ma diventa una scelta desiderabile, moderna e consapevole. Un gesto che unisce convenienza, sensibilità ambientale e attenzione al valore reale degli oggetti.