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Casa

The Jane: ad Anversa una chiesa abbandonata diventa un ristorante stellato

The Jane: ad Anversa una chiesa abbandonata diventa un ristorante stellato

foto di Virginia Simoni Virginia Simoni — 16 Settembre 2015
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Nella cappella sconsacrata di un ex ospedale militare oggi si trova il nuovo ristorante dello chef olandese Sergio Herman 

Questa è la storia di uno chef che dopo aver ottenuto tre stelle Michelin non ha più nulla da dimostrare, se non a se stesso. Così decide di chiudere il suo ristorante di famiglia pluristellato e di inseguire il suo sogno: trasformare una vecchia chiesa sconsacrata in un luogo dove design e cucina siano portati a un livello davvero divino. 

Design e alta cucina si incontrano in uno spazio unico 

  • The-Jane-vista-dall’Upper-Room The Jane: vista dall’alto Dopo tre anni di progettazione lo chef più stellato d’Olanda, Sergio Herman, ha realizzato il suo sogno, creare un luogo dove design, alta cucina e moda si fondessero in un contesto unico.  Credits Richard Powers
  • Sergio-Herman-e-Nick-Bril Sergio Herman e Nick Bril Nel 2005 Herman ha ottenuto tre stelle Michelin con il ristorante di famiglia Oud Sluis, arrivando a entrare nella lista dei top 50 migliori ristoranti del mondo. Nonostante questo successo, decide di chiudere l’Oud Sluis nel dicembre 2013 e di concentrarsi su nuovi progetti. Insieme al suo socio e braccio destro Nick Bril, ora possiede oltre al The Jane anche il ristorante con una stella Michelin Pure C presso la località balneare olandese di Cadzanded ed è co-proprietario della casa editrice Minestrone.  Credits Rahi Rezvani
  • The-Jane-esterni The Jane: gli esterni Sergio Herman, con il socio Nick Bril, dopo aver trovato la location perfetta per il loro progetto, l’hanno commissionato allo studio di architettura Piet Boon di Amsterdam, che ha recuperato una cappella dell’ex ospedale militare di Anversa (Belgio) per realizzare un nuovo concetto di ristorante, il The Jane.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-Upper-Room The Jane: il cenacolo L’Upper Room Bar, che tradotto in Italiano sarebbe il Cenacolo Bar, è il food e cocktail bar interno al The Jane che conta 35 coperti.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-bancone The Jane: il bancone Il menù dell'Upper Room è diverso rispetto al ristorante e si servono ottimi drink, birre ricercate oltre  naturalmente a un’ottima selezione di vini.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-sala-principale The Jane: i designer Herman e Bril hanno creato il The Jane, in collaborazione con una serie di artisti, designer e dj. Architetti olandesi Piet Boon hanno progettato gli interni e l’impresa René Nijboer li hanno realizzati. Anche l'abbigliamento dello staff è stato progettato su misura in collaborazione con il brand di moda G-Star. I colpi d’occhio di questo ambiente sono sicuramente il lampadario e un teschio fatto di neon illuminati dell’artista Kendell Geers e Walter Vanhaerents.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-le-vetrate The Jane: le vetrate Le finestre stampate sono state progettate da Job Smeets e Nynke Tynagel dello Studio Job. 500 pannelli unici, che traducono in modo contemporaneo le antiche vetrate originali con la raffigurazione di girasoli, diavoli, teschi, croci, dadi, torsoli di mela, chiavi inglesi, coni gelato, croissant, pinguini, trofei, maschere antigas e torte di compleanno. Archetipi di vari mondi, che in ogni pannello raccontano il rapporto tra il bene e il male, la vita e la morte, così tra buon cibo e la religione.  Credits Eric Kleinberg 
  • The-Jane-tavolo The Jane: il tavolo I risultati delle collaborazioni con un gruppo di designer con sede a Tel Aviv sono eccellenti: coltelli fiorentini disegnati da Tomer Botner, i designer industrial Andrey e Shay hanno pensato alle pochette in pelle, Yaara Landau-Katz ha concepito i piatti e Galia Tamuz ha prodotto le tazze.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-tavolini-e-sedute The Jane: design a tavola Sergio Herman ha commentato la progettazione del suo nuovo ristorante così: “Per me andare a cena fuori significa molto di più che mangiare un piatto di cibo favoloso. L'esperienza complessiva del ristorante è diventata progressivamente sempre più importante negli ultimi anni. Quindi non sono solo i piatti che devono riflettere la nostra visione e il nostro ‘sentire', ma tutto ciò che li circonda, dalla reception alle tovaglie, dalle stoviglie fino ai cestini del pane. Tutto al The Jane è stato fatto appositamente per noi. E questo richiede tempo”.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-soffitto The Jane: il soffitto Il pezzo forte della sala principale nel centro del ristorante è un gigantesco lampadario di 800 kg con oltre 150 luci, progettato dallo studio di design con sede a Beirut .PSLAB. Questa installazione è stata creata in modo tale che contribuisca a mantenere l’ambiente intimo e divino della cappella.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-ceramiche The Jane: ceramiche Insieme all’azienda belga SERAX, Piet Boon ha progettato gli accessori per la tavola trasmettendo la passione condivisa di queste due diverse realtà per l'attenzione al dettaglio. Base by Piet Boon è una collezione di porcellane bianche di finissima qualità con elevata stabilità termica, che unisce funzionalità e design.  Credits Richard Powers
  • The-Jane-dettaglio The Jane: la cucina L'altare originale ha lasciato spazio alla cucina che è abbracciata da un vetro come in un santuario moderno.  Credits Richard Powers
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