Pitti Uomo 87 on the street

Firenze saluta il 2015 con l'87esima edizione di Pitti Immagine Uomo .
In città tantissimi "addetti ai lavori" si prestano agli scatti street style del nostro Gianluca Senese: quali saranno le tendenze uomo on the street?
Scopritelo nella gallery:

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Abiti in maglia: come indossare il "key piece" della moda invernale secondo lo street style 

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Il jolly per eccellenza dell’inverno è l’abito in maglia. Ma come indossarlo secondo le tendenze del momento? A svelarcelo ci pensa lo street style 

Ci salvano i look, sono comodi, caldi e incredibilmente versatili: cosa sono? Gli abiti in maglia, ovviamente!

Che, complici le temperature più rigide , tornano a farsi notare su passerelle, e-commerce e sui look di street style più cool.

Il segreto per indossare questi jolly del guardaroba in modo attuale e in linea con le regole fashion del momento sta tutto nella scelta del modello che indosseremo e nel modo in cui lo si interpreta.

Se l’abito presenta forme particolari, dettagli freschi o tagli interessanti, basterà poco per renderlo moderno, cavalcando l’onda avant-garde del momento, ma se d’altro canto optate per un modello più classico e lineare (magari uno di quelli rimasti nell’armadio in attesa di tempi migliori),puntate tutto sullo styling, sugli abbinamenti e sui layer. 

Pochi accorgimenti che possono infatti ridare vita anche ai capi più basici, trasformandoli in jolly sempre nuovi. Ma come indossare questi key pieces da vera cool girl?

Abbiamo selezionato 6 look d’ispirazione direttamente dallo street style, con abiti in maglia diversi tra loro, pensati per ogni esigenza e abbinamento.

Pronte a scoprirli?

Come indossare gli abiti in maglia: con stivali e blazer oversize

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Credits: Getty Images

In questo look l’abito particolare con chiusura a bottoni fa già gran parte del lavoro, rendendolo innovativo e super cool. Per completare il tutto non servono molti altri pezzi: bastano un paio di stivali da cavallerizza - sicuramente presenti nella scarpiera - un blazer o cappottino leggero oversize e una clutch.

Come indossare gli abiti in maglia: con le slingback bon ton

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Credits: Getty Images

Per un look più chic, scegliete un abito in maglia lungo fino ai piedi, dalle linee dritte e dal design semplice ed elegante.

Basteranno poi slingback tono su tono e una borsa “statement” per completare il tutto con stile.

Come indossare gli abiti in maglia: con boots grintosi

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Credits: Getty Images

Per dare un’allure più bold agli abiti in maglia, sceglieteli corti e ricchi di dettagli: zip, texture, maniche particolari, cuciture… insomma, tutto ciò che li rende unici. Da accostare magari a un paio di boots stringati per completare la mise con un tocco grintoso e contemporaneo.

Come indossare gli abiti in maglia: con accessori sofisticati

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Credits: Getty Images

Chi dice che gli abiti corti non possano essere chic? Tutto sta nella scelta del modello giusto. Optate per un colore basico - panna, bianco, beige, marrone - magari con delle maniche ampie e scultoree, e completate il look con slingback e borsetta a mano: l’effetto sarà elegante quanto un abito lungo. Parola di fashion editor.

Come indossare gli abiti in maglia: con stivali in suede

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Credits: Getty Images

Un abito in maglia lungo può assumere stili diversi a seconda dello styling scelto.

Per modernizzarlo, potete dargli una vibe leggermente western, con cintura in vita e camperos o stivali scamosciati. Il livello di “caratterizzazione” può andare da 1 a 10, a seconda del vostro gusto, e può essere accentuato o smorzato anche dalla scelta della borsa, che potrà seguire l’estetica western oppure aggiungere un contrasto più sofisticato. 

Come indossare gli abiti in maglia: con accessori color block

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Credits: Getty Images

Infine, come ultimo look, vi proponiamo un abito in maglia lungo e semplice che, però, grazie agli accessori, si trasforma completamente.

Scarpe e borsa bianche donano luce e creano un color blocking che contrasta con il blu scuro del vestito, mentre il bustino definisce la silhouette e aggiunge un tocco strutturato e scultoreo. 

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Regali di Natale sostenibili, artigianali e di brand Made in Italy: ecco la lista dei nostri preferiti

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A Natale 2025 date un taglio al fast fashion e ai regali poco originali: ecco le proposte per donare qualcosa di unico e sostenibile

Vi siete ridotte in ritardo con i regali di Natale? Non vi preoccupate, non siete le uniche. Quello dei regali last minute è un classico che si ripete ogni anno!

Nonostante le promesse dell’anno precedente, a causa dei mille impegni, ci ritroviamo spesso negli ultimi giorni prima delle feste a correre tra un negozio affollato e l’altro o a sfogliare in preda al panico pagine e pagine di e-commerce alla ricerca di soluzioni veloci e spesso anonime per chiudere in fretta e furia la lista dei regali. 

Ma, in un mondo dove tutto è facilmente acquistabile e l’overconsumption è la norma, perché non sfruttare gli ultimi giorni disponibili per sottrarsi alla frenesia dello shopping compulsivo e scegliere invece con più consapevolezza cosa donare ai nostri cari? 

Siamo sicure che la mamma apprezzerà, per una volta, se accantonerete l’idea di quella candela acquistata al supermercato o quel buono per un massaggio che le infliggete - e sì, il verbo non è a caso - a ogni festività.

Il nostro consiglio per il Natale 2025 è quindi quello di trasformare la “maratona dei regali” in un’opportunità per prediligere qualcosa di davvero sentito, che sia anche sostenibile e magari realizzato in Italia e artigianalmente.

Prodotti che durino nel tempo, di qualità, realizzati con materiali di eccellenza, rigenerati o riciclati e fabbricati rispettando sia i lavoratori che l’ambiente.

Perché non è affatto vero che il Made in Italy è noioso: anzi, spesso risulta una scelta più originale, sofisticata e unica del fast fashion, con in più una manifatturialità attenta e scelte etiche a tutela del pianeta. 

Noi di Grazia abbiamo dunque selezionato una lista di regali Made in Italy, sostenibili e artigianali, adatti a tutti: dalla nuova collezione “Signed By Me” di anelli per mignolo di Lil Milan, perfetti per l’amica che ama i gioielli ma ha già quasi tutte le dita occupate, alla borsa di Halíte per la zia che non sa mai cosa indossare alle cerimonie, fino alla pelliccia Mongolian di SCILé Milano e le ballerine animalier di Spelta Milano per l’amica modaiola.

Tra i suggerimenti non mancano nemmeno i pigiami per la suocera o i completini intimi di Soft and Wet per un regalo un po’ più “spicy”, senza citare l’opportunità di donare un’esperienza in onore del luxury pre-loved con 1000LANDS, piattaforma italiana leader nel mercato del lusso second hand che, fondata nel 2021 da tre imprenditrici italiane, si propone come piattaforma di aste live per borse e accessori, perfetta per promuovere - tra le scelte più sostenibili - il regalo di articoli pre-owned e vintage. 

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Ora che abbiamo stuzzicato la vostra curiosità e siamo riuscite a indirizzavi verso uno shopping più bello e consapevole, siete pronte a fare un viaggio tra la nostra selezione Made in Italy, sostenibile, artigianale e assolutamente cool per i regali di Natale 2025?

Regali di Natale sostenibili, artigianali e di brand Made in Italy

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Giacca Ursula ART DEALER
Credits: artdealerjournal.com

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Giacca Olga + gonna Madeleine CATHECLISMA
Credits: catheclisma.com

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Borsa HALÍTE
Credits: halitejewels.com

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Anelli per mignolo Signed By Me LIL MILAN
Credits: lilmilan.com

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Anello solitario in diamanti e oro bianco Trace, collezione di Alta Gioielleria FW25, PD PAOLA
Credits: pdpaola.com

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Cappello aviatore in cachemire rigenerato Catheclisma x RIFÒ
Credits: rifo-lab.com

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Pelliccia 100% vera pelliccia di agnello Lily SCILÉ MILANO
Credits: scilemilano.com

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Top + slip Lattemiele SOFT AND WET
Credits: softandwetundies.com

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Ballerine Betta in cavallino SPELTA MILANO
Credits: speltamilano.it

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Pigiama Gio Light in flanella TELERIE SPADARI MILANO
Credits: teleriespadari.it

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Cintura Madamin VELASCA
Credits: velascawomen.com

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Grazia.it talks with: Alice Zanotti, founder di C10 Studios

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Grazia.it punta i suoi riflettori su un brand tutto da scoprire attraverso le parole di chi l'ha pensato. Questa settimana chiacchieriamo con Alice Zanotti, founder di C10 Studios

In un panorama come quello di oggi sempre più veloce e affollato, c’è un’idea di moda che non rincorre il tempo ma lo accompagna, che sceglie una strada diversa, legato alla memoria e alla consapevolezza.
È il cuore dell’intuizione di Alice Zanotti, founder di C10 Studios, marchio nato a Mantova che produce capi essenziali, versatili e “modulari”, tasselli di un archivio personale capace di attraversare gli anni senza perdere significato, un guardaroba che non segua le tendenze, ma le supera.

C10 Studios parla alla contemporaneità e, soprattutto, a chi è alla ricerca di qualità e autenticità: le silhouette sono pulite, l’estetica minimale, i dettagli non solo decorativi ma funzionali. Ogni pezzo è pensato per essere indossato oggi come domani, nella vita di tutti i giorni così come nelle occasioni speciali.

A caratterizzarlo è poi l’attenzione ai materiali e alla produzione: tutti i capi sono realizzati in Italia, utilizzando tessuti deadstock di alta qualità e lavorazioni affidate ad artigiani esperti. Una scelta che unisce estetica ed etica, e che ribadisce un’idea di lusso legata alla durata, alla responsabilità e alla cura. Perché oggi, più che mai, il valore di un capo sta nella sua capacità di resistere al tempo, stilisticamente e materialmente.

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A distinguere C10Studios è anche il suo linguaggio: niente nomi evocativi o stagioni scandite dal calendario della moda, ma numeri. A partire da Capo 1, primo pezzo realizzato da Alice agli esordi di questa “avventura”: una gonna ampia e lunga fino ai piedi che nasconde una fila di bottoni in madreperla, un dettaglio che racconta semplicità ma anche cura e amore.

A Capo 1 sono seguiti altri pezzi, la t-shirt ricamata, omaggio alle donne, il morbido maglione con scollo a V che si può indossare in modi diversi, come la camicia over che permette di giocare con lo styling o la mini gonna ad A, che strizza l’occhio ai favolosi Sixties…

Un concetto, quello di C10 Studios, che sfida il concetto tradizionale di collezione e invita a costruire il proprio guardaroba in modo personale e progressivo. Un codice intimo, una nuova grammatica del vestire con una una visione aperta e in continua evoluzione.

Abbiamo intervistato Alice di C10 Studios per farci raccontare l’origine del brand e cosa vuol dire oggi creare moda con questa visione.

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Partiamo dall'inizio: com’è nato il progetto di C10 Studios?

«C10 Studios è nato mettendo insieme diverse parti di me. Fin da piccola adoravo provare e guardare i vestiti di mia mamma e scegliere cosa indossare. Già alle elementari mi divertivo a portare avanti piccole attività “imprenditoriali”, dai mercatini estivi alle torte che vendevo ad amici e parenti. Questa dinamicità è cresciuta con me e, mentre lavoravo e facevo esperienza nel settore della moda (prima in un brand indipendente di gioielli di lusso e poi in una multinazionale del fast fashion), ho iniziato a maturare la mia visione e il desiderio di creare qualcosa di mio che rappresentasse i miei valori e il mio senso estetico.
Nel frattempo osservavo e indossavo capi che mia mamma portava quando era giovane e che ancora oggi trovo attuali e di grande qualità. L’idea di creare capi senza tempo, sia nello stile che nella durabilità, è stata la scintilla da cui ha iniziato a nascere C10 Studios».

Da cosa nasce il nome C10 Studios?

«C10 Studios nasce da un luogo: la casa dove abita mia mamma e dove sono cresciuta, in via Conciliazione 10 a Mantova, da cui “C10”. È lì che il progetto è cominciato ed è lì che ancora oggi prendo ispirazione e proviamo i prototipi insieme alle mie sorelle.
C10 mi suona come una formula, e rispecchia la mia idea di guardaroba capsula: un insieme di capi che si possono abbinare tra loro creando infinite combinazioni».

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Quali sono state le difficoltà iniziali nell'avviare il tuo brand?

«Nel momento storico in cui ci troviamo, il settore della moda sta vivendo una crisi: i consumatori sono bombardati da nuovi brand e prodotti, e purtroppo molti piccoli laboratori sartoriali italiani stanno chiudendo. Credo sia essenziale differenziarsi e creare un circolo virtuoso, basato su valori onesti e sostenibili, tra brand, clienti e fornitori. È così che si riesce a costruire una piccola community che sposa il progetto e le persone che lo portano avanti, a 360 gradi».

Racconti che l’idea è nata dal guardaroba di tua mamma. Oltre e a lei chi sono le tue fonti di ispirazione?

«Per colori, comunicazione, estetica generale e pop-up mi piace molto guardare al mondo del design, dove trovo rigore, pulizia e una praticità che mi affascinano.
Dal punto di vista stilistico, guardo soprattutto le persone per strada: cerco di individuare le “formule” che funzionano, ciò che può essere replicato, e da lì estrapolo i capi chiave».

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I social ti hanno aiutata a costruire una community molto affiatata. Un aspetto positivo e uno negativo (se c’è) di questo lato del lavoro?

«Oggi i social sono il nostro canale principale di comunicazione e un ponte che porta la community sul sito. Un aspetto positivo è sicuramente l’immediatezza e la possibilità di comunicare senza filtri: poter parlare a un pubblico ampio mostrando la nostra realtà quotidiana, raccontando valori e processi creativi e avendo un vero scambio con la community.
Fortunatamente abbiamo una community adorabile e non abbiamo mai ricevuto negatività; sono felice che la nostra realtà attiri positività.
Non vedo un vero e proprio lato negativo, ma ho dovuto abituarmi a mostrarmi quasi tutti i giorni sui social — cosa a cui non ero preparata. Ho capito però che oggi le persone non vogliono solo vedere un prodotto: vogliono vedere chi c’è dietro, e in questo caso me, che rappresento il brand».

Il tuo brand segue una logica vicina alla sostenibilità (capi dal design timeless, prodotti con materiali di alta qualità Made in Italy e realizzati nel nostro paese). Quanto è difficile far comprendere tutto il valore di questo processo?

«Il nostro target non si identifica in una fascia d’età o in specifici contesti, ma nell’idea che ha rispetto alla sostenibilità, alle realtà indipendenti, al Made in Italy e alla qualità. Attraverso il nostro processo creativo cerchiamo di trasmettere un messaggio e di educare la community su come si può fare e acquistare moda in modo etico.
È fondamentale spiegare il valore e il lavoro dietro un prezzo, e perché è diverso da altri. Spesso riceviamo richieste di sconti, ma fin dall’inizio sono stata molto chiara nel voler mantenere i prezzi più onesti possibile per essere un brand accessibile, spiegando che non facciamo sconti per rispetto dei nostri fornitori, delle persone che hanno acquistato prima e dell’ambiente.
Mi sento molto fortunata perché noto che le persone si stanno avvicinando a questo approccio. Per fare un esempio: in un anno e mezzo di online e pop-up abbiamo ricevuto un solo reso. Questo significa che chi acquista riflette e compra con intenzione, evitando spedizioni inutili».

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Come ti piacerebbe che C10 Studios “crescesse”? Quali sona i progetti a cui stai lavorando e che puoi svelarci?

«Dal punto di vista creativo vorrei mantenere un guardaroba capsula, aggiungendo ogni stagione pochissimi pezzi mirati. Mi piacerebbe che la community crescesse non solo in Italia ma anche in Europa, sia tramite l’online sia con pop-up fisici.
Per il 2026 l’obiettivo è diventare sempre più riconosciuti in Italia, creare un flusso costante online e organizzare pop-up anche in città più piccole».

Ultima domanda: se C10 Studios fosse una una canzone o una musica quale sarebbe? 

«In questo momento direi Rossetto e Cioccolato di Ornella Vanoni: una canzone del 1995 che non è mai passata di moda, interpretata da una cantante che ha saputo rimanere un’icona nel tempo per più generazioni.
Lascio qui le prime righe:
Ci vuol passione,
Molta pazienza,
Sciroppo di lampone,
E un filo di incoscienza...»

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Il cappello più chic della stagione? È il pillbox hat l’accessorio da avere nell’armadio quest’inverno

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Il cappello a tamburello è il grande protagonista della moda di stagione. Ecco i modelli più chic da mettere in wishlist quest’inverno.

È uno degli accessori bon ton per eccellenza, in passato lo abbiamo ammirato sui look delle donne dell’alta società, ma adesso il cappello a tamburello (o pillbox hat che dir si voglia) si è liberato della sua etichetta più rigida ed è diventato il protagonista della moda di stagione. 

Così chiamato per via della sua forma compatta, che sembra ispirata a quella di un contenitore di pillole, per decenni il cappello a tamburello è stato il segno distintivo di icone di stile del calibro di Jackie Kennedy o Lady D., e ancora oggi e resta un simbolo di eleganza intramontabile.

Grande protagonista dello street style, negli ultimi mesi lo abbiamo visto indossare persino con i look più easy e disinvolti e in effetti il pillbox hat è un’ottima soluzione per elevare all’istante anche gli abbinamenti più basic.

Non solo con le mise più ricercate, dunque, il cappello a tamburello si sfoggia ora con nonchalance anche nella vita di tutti i giorni.

E sei modelli con veletta (super gettonati tra le trend setter) possono rivelarsi un’ottima scelta durante cerimonie o altre occasioni speciali, nel quotidiano ci pensano le proposte in lana, in velluto o in faux fur a scaldare i nostri look e ad aggiungere una dose extra di eleganza.

I più chic da puntare il prima possibile? Ecco una mini selezione di proposte da tenere d’occhio.

Il cappello a tamburello è l'accessorio più chic dell'inverno

Chloé

CHLOÉ Cappello a tamburello in lana merino

Credits: mytheresa.com

Mango

MANGO Pillbox hat effetto pelliccia

Credits: shop.mango.com

The_Frankie_Shop

THE FRANKIE SHOP Pillbox hat in lana burgundy

Credits: eu.thefrankieshop.com

H&m

H&M Cappello a tamburello in lana marrone

Credits: 2.hm.com

Unreal_Fur

UNREAL FUR Pillbox hat in finta pelliccia

Credits: farfetch.com

Gigi_Barris

GIGI BURRIS Pillbox hat in velluto bordeaux

Credits: net-a-porter.com

Na-kd

NA-KD Pillbox hat in lana nera

Credits: na-kd.com

Foto in apertura: GettyImage