Come sono diventati e cosa fanno oggi gli attori di Friends: foto a confronto

Era il 23 giugno 1997, esattamente 24 anni fa, quando andava in onda anche in Italia il primo episodio di quella che è poi diventata una delle serie più popolari degli anni '90, Friends.
Prima di How I met your mother, The Big Bang Theory e New Girl c'erano loro: Rachel, Ross, Chandler, Monica, Phoebe e Joey, che con le loro vicissitudini hanno ispirato tutte le sit com a venire.
Friends ha superato quella soglia che c'è tra telefilm di successo e cult, tanto da essere proposto e riproposto anche a distanza di più di vent'anni.
Ma nel frattempo, che fine hanno fatto i protagonisti? Solo qualche settimana fa li abbiamo visti di nuovo insieme, fa con una reunion che ha tenuto incollati allo schermo gli spettatori.
Ma noi ve li mostriamo uno per uno con delle foto a confronto e un recap sulle loro vite oggi.
Ecco com'erano e come sono oggi i protagonisti di Friends
**Ecco la ragione scientifica per cui ci piace riguardare le vecchie serie tv**
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Jennifer Aniston (aka Rachel Green in Friends)
Con i suoi tagli di capelli ha dettato tendenza per tutti gli anni Novanta ed è stata la donna più invidiata - e poi supportata - del mondo per il suo matrimonio con Brad Pitt.
Le sue storie d'amore hanno occupato le prime pagine dei tabloid per anni, e continuano a farlo. Infatti, dopo il divorzio tra Justin Theroux, marito dell'attrice dal 2015 al 2017, i fan hanno sperato in un riavvicinamento con Pitt, divorziato da Angelina Jolie dal 2016.
Durante la reunion, Jennifer Aniston ha raccontato: «Il momento di Friends che non dimenticherò mai è quello in cui Brad Pitt, all’epoca mio marito, è stato nostro ospite. È stato meraviglioso, anzi fantastico!».
**Jennifer Aniston rivela: «Adoro riguardare gli episodi di Friends»**
Ma l'attrice ha rivelato più volte di non avere nessuna intenzione di riprovarci.
In svariate interviste ha infatti confermato che lei e Brad Pitt sono in buoni rapporti, ma che il loro matrimonio è stato «Tutto tranne che una favola».
Tuttavia l'attrice, a 52 anni, sogna ancora dei figli nel suo futuro.
Oggi Jennifer Aniston è una star di Hollywood, protagonista di diverse commedie che hanno sbancato i botteghini e che le hanno convalidato la fama acquisita interpretando Rachel Green.
**Chi era Jennifer Aniston prima di diventare Rachel Green (e famosa)**
David Schwimmer (Ross Geller)
Dopo aver interpretato il timido e impacciato Ross, l'attore ha continuato a recitare in altre serie e film, senza riuscire a replicare però il successo di Friends.
Tra i suoi ruoli più riusciti spicca quello come doppiatore della giraffa Melman in Madagascar e nei suoi sequel.
Recentemente è tornato alla ribalta per aver vestito i panni di Robert Kardashian in The People v. O.J. Simpson: American Crime Story.
Nel 2010 si era sposato con l'artista britannica Zoë Buckman, da cui ha avuto una figlia l'anno dopo. Ma i due hanno divorziato nel 2017.
Ma c'è una cosa di David Schwimmer che ha fatto impazzire i fan. Durante la reunion, infatti, l'attore ha rivelato di aver avuto una cotta per Jennifer Aniston per tutta la prima stagione di Friends.
Jennifer Aniston dalla sua ha confermato, aggiungendo che i sentimenti dell'attore erano «ricambiati».
**Fermi tutti: Rachel e Ross avevano "una cotta reciproca" anche fuori dal set di Friends**
Esatto, Ross e Rachel avrebbero potuto essere una coppia nella vita reale!
Courteney Cox (Monica Geller)
L'attrice ha saputo capitalizzare il successo ottenuto con Friends, fondando una casa di produzione insieme all'ex marito David Arquette, conosciuto sul set di Scream, saga in cui ha recitato fino al 2011.
Dal 2009 al 2015 è stata protagonista di un'altra serie, Cougar Town, per la quale è anche stata nominata ai Golden Globe come migliore attrice.
Durante la reunion, i creatori dello show Marta Kauffman e David Crane hanno rivelato che Courteney Cox era troppo famosa per far parte del cast di Friends.
I creatori infatti volevano assumere tutti attori sconosciuti per i sei ruoli principali, quindi il notevole lavoro di Cox nel video musicale Dancing in the Dark di Bruce Springsteen e nella sitcom Family Ties aveva inizialmente messo in dubbio il suo posto nella serie. Per fortuna poi hanno cambiato idea.
La stessa Courteney Cox, durante la reunion ha detto: «Sinceramente la cosa mi farà piangere, ma questa è l'ultima volta che ci verrà chiesto di fare una trasmissione come gruppo. Non ci sarà un'altra cosa come questa tra 15 anni».
**Il Central Perk di Friends potrebbe aprire in tutto il mondo (anche qui)**
Lisa Kudrow (Phoebe Buffay)
Dopo Friends l'attrice ha recitato in moltissime altre serie e film, senza però riuscire a bissare il successo della sitcom, che le era valso un Emmy Award, uno Screen Actors Guild, un Satellite Award e una nomination ai Golden Globe.
Ha fatto vari cameo, uno nella serie dell'amica ed ex collega Courtney Cox in Cougar Town e uno, più recente, in Scandal.
Ma l'apparizione più apprezzata è stata quella a sorpresa durante un concerto di Taylor Swift in cui ha riproposto il suo più grande successo, Gatto rognoso.
Dal 1995 è sposata con il pubblicista francese Michel Stern, dal quale ha avuto un figlio che oggi ha quasi 20 anni.
Proprio suo marito è un grande fan della serie.
Durante la reunion, riflettendo sul personaggio di Phoebe, Lisa Kudrow ha infatti rivelato di avere difficoltà a rivedere se stessa nella serie, mentre suo marito Michel Stern adora vederla in azione:
«Gli piace più di quanto piaccia a me, che invece sono mortificata con me stessa».
Matt LeBlanc (Joey Tribbiani)
Dopo Friends l'attore è tornato a vestire i panni di Joey Tribbiani nello spinoff interamente focalizzato sul suo personaggio, senza però ottenere lo stesso successo, tanto che la NBC ha deciso di chiudere lo show dopo solo due stagioni.
Dal 2011 al 2017 ha interpretato se stesso in Episodes, serie che non è trasmessa in Italia, ma per il quale l'attore si è aggiudicato un Golden Globe nel 2012.
Nel 2016 ha preso parte anche allo show televisivo dedicato ai motori Top Gear.
La sua vita privata è stata piuttosto burrascosa: sposato con Melissa McKnight, da cui ha avuto una figlia, LeBlanc ha divorziato dopo essere stato beccato con una spogliarellista.
Durante la reunion, l'attore ha raccontato una sfortunata storia riguardo il suo provino; quando il ruolo di Joey era quasi suo ma non del tutto.
Aveva l'ultima audizione il giorno successivo a una notte di bevute tra amici in cui è svenuto in un bagno dopo essere caduto di faccia nella toilette e essersi sbucciato il naso.
Si è presentato al suo ultimo incontro con i creatori di Friends sfoggiando un naso ferito e non particolarmente bello da vedere.
Quando gli è stato chiesto di spiegare cosa fosse successo, LeBlanc ha scelto di dire la verità e loro gli hanno offerto la parte; forse proprio perché hanno apprezzato la sua onestà.
Matthew Perry (Chandler Bing)
L'attore è quello che più di tutti sembrava pronto per il grande salto a Hollywood dopo Friends, visto che già durante la messa in onda della sitcom era riuscito a ottenere ruoli importanti in altre commedie al fianco di Salma Hayek e Bruce Willis.
Dopo, però, non è riuscito a tenere alta l'attenzione.
Non si è mai fermato ed è riuscito a prendere parte ad altre serie, come The Good Wife e The Odd Couple, ma nulla del calibro e della fama di Friends.
Più noti, invece, sono stati i suoi problemi con alcol e droghe, che lo hanno allontanato anche dagli altri membri del cast.
Nel 2013, però, ha avuto il suo riscatto, quando ha ricevuto il Champion of Recovery, riconoscimento conferitogli dall'Ufficio Nazionale per il controllo delle droghe della Casa Bianca, per l'apertura della Perry House, un rifugio per persone che combattono contro le dipendenze che ha luogo nella sua ex casa di Malibu.
Tuttavia, durante la reunion Perry ha rilasciato una dichiarazione che ha scioccato i fan.
L'attore ha infatti raccontato di aver passato un brutto periodo durante gli anni di Friends: «Se non avevo la risata, andavo fuori di testa. Avevo paura di non riuscire a far ridere il pubblico», ha detto ai suoi colleghi.
Già in una vecchia intervista aveva detto: «Sono stato in Friends dai 24 ai 34 anni, eravamo dappertutto. Per me, che sono una persona riservata, recitare in una serie tv da 30 milioni di spettatori mi ha cambiato la vita.
Ma ero arrivato a un punto in cui avevo sviluppato una dipendenza da questo. Ho visto un rifugio nell’alcol, e ho finito per abusarne».
Durante la reunion, l'attore ha confessato di non avere ricordi chiari della sitcom di cui era protagonista, a causa probabilmente di tutte queste dipendenze: «Non mi ricordo tre stagioni di Friends», ha addirittura confessato l'attore.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
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Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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