Ristoranti e bar chiusi dalle 18, stop a palestre, piscine, cinema e teatri: ecco cosa si può fare e cosa diventa vietato con il nuovo Dpcm del 26 ottobre
Aggiornamento: Cosa si può fare dal 5 Novembre
Cosa si può fare dal 26 Ottobre? E cosa invece diventa vietato?
Quello imposto dall'ultimo Decreto del 25 ottobre (e in vigore dal 26) non si chiama lockdown, ma gli somiglia.
Già, perché con l’ultimo Dpcm il Governo stabilisce misure ancora più rigide per tentare di contenere i contagi, con la speranza di vivere un Natale sereno.
La novità più importante è quella che dispone la chiusura di ristoranti, bar e simili alle 18: niente più aperitivo o cena fuori, insomma, anche se è salvo il “pranzo della domenica”.
Salva anche la cena col delivery o con l’asporto. Ma a casa si raccomanda di non ricevere nessuno che non sia nostro convivente: né amico, né parente.
Le Regioni possono stabilire il coprifuoco (torna, quindi, l’autocertificazione) e lo stesso possono fare i Comuni, dalle 21, con aree della città a rischio assembramento.
Tra le altre novità: stop a palestre e piscine, se non per i professionisti, mentre la serie A si può guardare solo in tv.
Chiudono anche teatri e cinema e le proteste dal mondo dello spettacolo sono già numerose: rimangono aperti i musei, però con ingressi contingentati.
Vietate anche le feste per matrimoni, battesimi e cerimonie, per cui prima si prevedevano al massimo trenta persone (i party privati, tipo quelli delle feste di compleanno, erano invece già vietati).
(Qui quanto in vigore fino a ieri)
Nessun problema, al momento, per negozi, centri commerciali, parrucchieri, barbieri, estetiste: off-limits, però, quasi tutti i centri termali e di benessere.
Il tutto sarà in vigore per un mese, poi si vedrà. Per scoprire dettagli e misure del nuovo Dpcm, continua a leggere.
Cosa si può fare dal 26 Ottobre con il nuovo Decreto
(Continua dopo la foto)

Cosa si può fare dal 26 Ottobre (e cosa diventa vietato con il nuovo DPCM)
Ristoranti, bar e locali chiudono alle 18, ma delivery e asporto sono permessi
Fino al 24 novembre niente aperitivo e cena fuori: ristoranti, bar, pub, pasticcerie, gelaterie e simili dovranno chiudere alle 18.
E anche fino alle 18 il consumo al tavolo è permesso solo per un massimo di quattro persone, salvo che siano tutti conviventi.
Nessuna restrizione d’orario per i ristoranti degli hotel, che però potranno servire solo i clienti che vi alloggiano. Mense e catering continuano a lavorare regolarmente.
Ma una soluzione per chi non ha voglia di cucinare la sera c’è: il delivery è consentito fino a mezzanotte e idem l’asporto, ma non si può mangiare nelle vicinanze del locale.
“Coprifuoco” in alcune zone d’Italia
In questo, la palla è passata alle Regioni già nei giorni scorsi: chi alle 23, chi a mezzanotte, diversi governatori hanno imposto il “coprifuoco”. Un termine che al premier Giuseppe Conte non piace, come ha dichiarato in diretta da Palazzo Chigi quando ha illustrato il Dpcm.
Ma di fatto, in alcune regioni d’Italia, da una certa ora è vietato uscire se non per rientrare dal lavoro o per urgenze documentabili. Torna, dunque, l’autocertificazione (i moduli sono disponibili sui siti delle rispettive Regioni).
Rimane la possibilità di chiudere alcune zone delle città (dalle 21)
Ai sindaci, invece, spetta l’arduo compito di chiudere, dalle 21, alcune zone della città notoriamente famose per essere ritrovi di giovani e, quindi, punti per assembramenti.
Non hanno ovviamente problemi i residenti nell’area, che possono rientrare a casa a qualsiasi ora.

La raccomandazione: a casa senza ricevere nessuno
Prima la raccomandazione era quella di non ricevere a casa molti ospiti, non più di sei, rispettando le disposizioni anticontagio, ovviamente.
Adesso, invece, il Governo chiede ai cittadini di non invitare o ricevere nessuno. Uno sforzo per tentare di contenere il contagio e tentare di salvare il Natale.
Vietate le feste dopo le cerimonie
I party privati erano già vietati dagli ultimi Dpcm. Da oggi, però, sono sospesi anche i festeggiamenti legati a matrimoni, cresime, battesimi, comunioni.
Una perdita immensa per il settore del wedding, che fattura miliardi di euro all’anno. Rimangono chiuse, ovviamente, sale da ballo e discoteche.
Chiudono cinema e teatri, ma rimangono aperti i musei
Si fermano anche cinema e teatri, già in sofferenza prima della pandemia.
Nonostante distanziamenti e sanificazioni, dunque, stop anche alla cultura.
Sono già diverse le proteste che stanno portando avanti personaggi del mondo dello spettacolo e cittadini appassionati.
I musei rimangono aperti, ma con contingentamento degli ingressi.

Chiudono palestre e piscine (e gli impianti sciistici)
Chiuse palestre e piscine. La chiusura era stata paventata già col Dpcm del 18 ottobre, con un avvertimento: “Le strutture si mettano in regola con le disposizioni anticontagio, oppure si chiuderà”. Invece, poi, l’aumento dei contagi, ha fatto propendere il Governo allo stop per palestre e piscine. Ma rimane permesso lo sport individuale all’aperto.
Chiusi anche gli impianti nei comprensori sciistici, se non c’è una delega speciale delle Regioni.
Salvo lo sport agonistico, individuale e di squadra, di atleti riconosciuti dal Coni, dal Cip (Comitato italiano paralimpico) e dalle federazioni.
Niente pubblico allo stadio.
Parrucchieri ed estetiste rimangono aperti, ma chiudono (quasi tutti i) centri benessere e termali
Nessun cambiamento, infine, per barbieri, parrucchieri ed estetiste: si continua a lavorare, nel rispetto dei regolamenti, sempre con appuntamento.
Ma chiudono anche centri benessere e centri termali, salvo quelli con presidio sanitario obbligatorio o che erogano prestazioni essenziali di assistenza.
Rimangono aperti negozi e centri commerciali
Nessun problema per lo shopping: le regole restano quelle di prima, ma viene richiesto ai commercianti e ai clienti di attenersi il più possibile alle disposizioni anticontagio e di rimanere negli shop il tempo necessario per fare gli acquisti.
Rimangono aperti, per il momento, i centri commerciali.
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