Perché settembre e gennaio ci mettono ansia (e come possiamo trasformarli in mesi di rinascita)

C’è chi la sente come un nodo allo stomaco, chi come un calo improvviso di energia, chi ancora come un’agitazione difficile da controllare. Non è un caso se proprio a settembre, mese di rientri e di nuovi inizi, questa sensazione si fa più forte: si chiama ansia stagionale e colpisce moltissime persone, anche se spesso non viene riconosciuta.
Non riguarda solo settembre, ma anche gennaio: i due momenti dell’anno in cui la routine riparte con forza, portando con sé aspettative, pressioni e un inevitabile confronto con se stessi.
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Perché settembre e gennaio sono i mesi più difficili
Settembre segna la fine dell’estate, delle vacanze e della leggerezza che accompagna le giornate più lunghe e luminose. È il mese del ritorno a scuola, del lavoro che riparte a pieno ritmo, delle agende che si riempiono. Allo stesso tempo, gennaio arriva dopo le feste natalizie, quando il clima si fa più cupo e l’entusiasmo dei giorni di celebrazione lascia spazio alla realtà quotidiana.
In entrambi i casi, l’ansia stagionale nasce anche da un fattore culturale: settembre e gennaio sono i mesi dei “nuovi inizi”, quelli in cui ci si sente obbligati a ripartire con obiettivi ambiziosi, a “fare meglio” rispetto al passato. Questa pressione genera ansia da performance e frustrazione se i risultati non arrivano subito.
C’è poi un aspetto biologico da non trascurare. I cambiamenti di luce, temperatura e ritmo circadiano incidono profondamente sul nostro equilibrio psicofisico. A settembre le giornate si accorciano e il corpo registra la fine del periodo di relax estivo; a gennaio, invece, le ore di buio e il freddo possono amplificare la stanchezza e abbassare il tono dell’umore.
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Cos'è e come riconoscere l’ansia stagionale
Parlare di ansia stagionale non significa riferirsi a una condizione clinica specifica, ma a un insieme di sensazioni molto comuni.
Alcuni segnali tipici sono la difficoltà a concentrarsi, la fatica ad addormentarsi o a mantenere un sonno regolare, l’irritabilità e la sensazione costante di “non riuscire a stare al passo”. Non mancano stanchezza fisica, pensieri ricorrenti o quella voce interiore che ripete che non stiamo facendo abbastanza.
Se vi riconoscete in questo quadro, sappiate che non siete soli. Settembre e gennaio rappresentano per molti un momento delicato, in cui la pressione esterna (nuovi progetti, lavoro, studio) si somma a quella interna (le aspettative personali, i propositi da mantenere). E riconoscere questa dinamica è il primo passo per alleggerirla.
Cosa fare per affrontarla
La buona notizia è che l’ansia stagionale può essere gestita con piccoli accorgimenti quotidiani, senza stravolgere la propria vita.
Ad esempio, creare una routine regolare aiuta a ritrovare stabilità, ma è importante che resti flessibile e non diventi un’ulteriore fonte di pressione. Invece di porsi obiettivi troppo ambiziosi, conviene trasformarli in passi concreti e realistici, così da alleggerire il peso delle aspettative.
Inoltre, concedersi del tempo per sé – che sia una passeggiata, una lettura o un’attività sportiva – è altrettanto fondamentale per scaricare la tensione.
Anche la cura del corpo gioca un ruolo chiave: esporsi alla luce naturale nelle prime ore del mattino o mantenere un sonno regolare durante i mesi invernali contribuisce a ristabilire l’equilibrio.
Infine, non bisogna dimenticare la forza delle relazioni: parlare con persone di fiducia o, se necessario, con uno specialista può aiutare a ridimensionare le paure e a ritrovare leggerezza.
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