Fame nervosa: come gestire il bisogno di mangiare junk food

Quando subiamo un attacco di fame nervosa di solito andiamo alla ricerca di qualcosa di ipercalorico e particolarmente godurioso.
Cerchiamo cibo spazzatura, a volte dolce e altre salato, a volte passiamo da uno all'altro senza soluzione di continuità: importa solo che sia pronto a saziare il vuoto che percepiamo.
** Ho sempre fame: cause e rimedi per placare la fame nervosa **
A volte questo vuoto è più emotivo che altro.
La fame nervosa d'altra parte, lo dice il nome stesso, arriva da emozioni che fatichiamo a gestire.
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Di solito ci sono di mezzo la rabbia, la noia, l’ansia, il bisogno di sentirsi sazi d’amore, di vita, di affetto.
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Per mettere a tacere questi attacchi di fame incontrollata dunque il modo migliore è cercare di capire da cosa è scatenato, e comportarsi di conseguenza.
Vi spieghiamo come fare.
3 trucchi per combattere la fame nervosa
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Individuate la fonte di stress
Per gestire meglio la fame nervosa, dovete capire da dove parte.
Arrivare alla fonte di stress e di disagio che state vivendo vi servirà a percepire di avere il controllo sulla situazione.
A quel punto potrete agire sia sul fatto in sé che su quello che provate.
Non tenete in casa (troppo) junk food
Il cibo ipercalorico fa male.
Lo sappiamo da sempre e siamo consapevoli che tutto sta nelle quantità.
Insomma concedersi piccoli piaceri va bene, abbuffarsi no.
Se sapete di avere difficoltà a gestire quei momenti evitate di comprare cibo spazzatura e rivolgetevi a un professionista che possa aiutarvi ad andare a fondo.
Trovate alternative (altrettanto piacevoli) al cibo
Se vi rendete conto che la fame nervosa si verifica frequentemente dovete innanzitutto capire se è gestibile oppure se si sta trasformando in qualcosa che merita l’attenzione di un professionista.
Per capirlo dovete mettervi alla prova: provate a sostituire la voglia di buttarvi sul cibo con qualsiasi altra cosa che vi dia piacere.
Un bagno caldo, un’uscita con un’amica, un libro che vi piace.
Oppure provate a uscire a fare una passeggiata e a lasciare che il ritmo dei passi vi aiuti ad affrontare lo stress che vi ha procurato quella sensazione di vuoto senza chiedere aiuto al cibo.
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In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP

Non è Capodanno senza il Cotechino con le lenticchie, un abbinamento tradizionale che, se mangiato alla mezzanotte, si dice porti fortuna e prosperità per l'anno nuovo.
Ma allora perché concederselo solo durante le Feste? Il Cotechino Modena IGP è un ottimo prodotto italiano che si presta perfettamente anche a ricette gourmet, da servire non solo durante la stagione fredda, soprattutto perché meno calorico di quanto si pensi.
In cerca di ricette sfiziose per Natale (e non solo)? Idee e miti da sfatare sul Cotechino Modena IGP
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Ogni anno, arriva puntuale il momento di scegliere il menu per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno. L’usanza (ma anche l’indubitabile bontà e gusto) vuole che il Cotechino sia sempre e comunque presente a tavola e, per abitudine, siamo soliti proporlo con i classici abbinamenti lenticchie e purea di patate.
Ma per stupire parenti e amici sappiate che ci sono ricette raffinate e innovative che combinano insieme tradizione e modernità.
Proprio il Consorzio di tutela Zampone e Cotechino Modena IGP – che oggi conta 13 aziende, tra i principali produttori dei due prodotti insigniti dell’ambito riconoscimento “Indicazione Geografica Protetta” – ha deciso di lanciare una sfida ai consueti luoghi comuni.
E così, grazie al coinvolgimento dello chef Luca Marchini del ristorante stellato L’erba del Re di Modena, sono venuti fuori piatti insoliti e originali come il Cotechino croccante accompagnato con zabaione semi salato, cipolle all’aceto balsamico di Modena ed emulsione oppure la Pasta all’uovo con un ragù di Zampone, fondo bruno e cioccolato fondente.
Ricette che fanno venire l’acquolina ancora prima di sentire il profumino che sprigionano in pentola e – ottima notizia! – contrariamente ai pregiudizi, si possono gustare senza grandi sensi di colpa. Sì perché il Cotechino ha meno calorie di quanto si pensi: un etto corrisponde a circa 250 calorie, un apporto inferiore a quello di un piatto di pasta scondita ed equivalente a quello di una mozzarella.
Altro mito da sfatare: il colesterolo è presente in quantità simili a quello contenuto nel pollo o nella spigola e comunque inferiori a quelle presenti in tanti alimenti che consumiamo abitualmente come le uova, frutti di mare o formaggio grana.
Questo prodotto dalla lunga storia e tradizione – una miscela di carni suine ottenute dalla muscolatura striata, grasso suino, cotenna, sale e pepe intero e/o a pezzi – rispetto al passato, ha visto ridursi il contenuto di grassi e sodio e oggi è in linea con i suggerimenti della moderna scienza nutrizionale.
Lo dicono gli esperti, e in particolare le recenti analisi dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (ex INRAN ora CREA NUT): il Cotechino non solo ha un elevato contenuto di proteine nobili e un moderato contenuto di grassi (perché persi in parte con la cottura) ma anche più grassi insaturi rispetto a quelli saturi ed è ricco di vitamine del gruppo B e di minerali, soprattutto ferro e zinco.
Si tratta poi di un prodotto costantemente controllato proprio perché tutelato da un Consorzio, ormai attivo da oltre 20 anni, che ne garantisce la produzione nel territorio previsto dal disciplinare (Modena, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Cremona, Lodi, Pavia, Milano, Varese, Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Mantova, Verona e Rovigo), secondo l’originale e tradizionale ricetta (determinati ingredienti, proporzioni e spezie) e rispettando precise caratteristiche qualitative (colore, sapore e soprattutto un contenuto minimo di proteine e massimo di grassi).
E poi, ultimo ma non per importanza, da considerare la velocità di preparazione di questo piatto. Quanto quella di un piatto di pasta, tra ebollizione e cottura: proprio così. Grazie al packaging in alluminio della versione precotta, che richiede una cottura in acqua bollente, ci vogliono solo 20 minuti. Quindi, cos’altro aspettare? Se già state sognando un bel piatto di Cotechino fumante, il conto alla rovescia è già partito e da questo momento avrete meno di un quarto d’ora per sbizzarrivi!
Se volete cimentarvi in ricette alternative con il Cotechino Modena IGP – un prodotto la cui origine risale addirittura al Cinquecento – potete consultare la sezione ricette del sito web del Consorzio con un’ampia serie di proposte che vanno dal brunch all’aperitivo.
Pubblicazione finanziata con la Legge Regionale dell’Emilia-Romagna n. 16/95
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