Ansie da primo appuntamento? Ecco quali sono i dubbi e le domande che tutti ci facciamo e le relative risposte e soluzioni
Avete un primo appuntamento e le ansie vi stanno attanagliando?
Lui vi piace tantissimo e avete paura di rovinare tutto? Lo conoscete poco e temete di non avere niente da dirgli?
In generale la risposta migliore che potete darvi è sempre una, non pensarci troppo: ci sono appuntamenti disastrosi che diventano relazioni lunghe e durature e primi appuntamenti perfetti che non durano più di una notte.
Per il resto, ecco quali sono le 8 domande più comuni prima di un primo appuntamento e le relative risposte e soluzioni.
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Come mi vesto?
Il dramma di solito inizia qui, in un'altalena di opzioni tra l'abitino da rimorchio (che potrebbe intimorire o comunicare il messaggio sbagliato) e quello serio da donna in carriera (che se anche siete appena uscite dall'ufficio non vale come giustificazione e non vi vende al meglio delle vostre possibilità).
La soluzione migliore sta nel mezzo: jeans casti abbinati a una camicetta scollata o maglia over con minigonna. In entrambi i casi non sbaglierete.

E se mi pacca?
La paranoia sale verso le 17.00 del giorno del vostro appuntamento, se lui non ha ancora scritto si aprono davanti a voi scenari drammatici di indecisione, tutti attorno a un unica e semplice domanda «scrivo io o aspetto che lo faccia lui?».
La scelta migliore sarebbe calmarvi e aspettare piene di ottimismo.
Se proprio non ce la fate scrivetegli un tranquillo «ciao, come rimaniamo per dopo?» e state serene.

Devo farlo salire o no?
Le amiche dicono no, i sondaggi dicono no, gli amici maschi dicono assolutamente no, le ricerche dicono che fare sesso la prima sera diminuisce le possibilità che ne nasca una relazione duratura.
La verità è che dovreste deciderlo sulla base di come va la serata e non per partito preso.

Quanto devo essere me stessa?
La risposta giusta è «dovreste essere voi stesse ma senza far trasparire troppo».
La bella versione di voi: così come vi siete coperte le occhiaie e vestite per enfatizzare i vostri punti di forza così dovreste fare con il vostro carattere.
Senza recitare, mostrate il meglio che avete.

Cosa faccio se non voglio rivederlo?
Questa è la parte che in teoria dovrebbe essere più semplice, anche se poi capita sempre che quelli che cercate di scaricare vi si attaccano alle caviglie perché pensano che stiate giocando a farvi corteggiare.
Se dovesse rivelarsi quel tipo d'uomo, otterrete l'effetto desiderato facendo esattamente il contrario: guardatelo negli occhi e ditegli che vi piacerebbe tantissimo rivederlo, o che avete una cotta per lui: sparirà nel giro di pochi secondi dalla vostra esistenza.

Cosa faccio se mi piace?
Se volete rivederlo dovete diventare come una struttura di ghiaccio, una specie di colosso di pietra imperscrutabile e impenetrabile, sotto tutti i punti di vista, fisico e mentale.
Un misto tra la tipa di Matrix e un baccalà essiccato al mercato.
Rimanete a distanza di sicurezza e non fate trasparire nessuna emozione senza però sembrare un serial killer con problemi di autismo.
No!
Non dovete fare niente, se vi piace restate tranquille, siate voi stesse e se sono rose fioriranno.

Quanto dovrei bere?
È il vostro primo appuntamento, siete nervose e anche se un bicchiere di vino potrebbe aiutarvi a rilassarvi attenzione a non esagerare.
Per tenere occupate le mani è facile alzare più volte il bicchiere, ma il passo dalla parlantina simpatica a quella sbiascicata è davvero troppo breve quando si è sotto pressione.
Meglio decidere prima se fermarvi a un bicchiere o due in base a quanto siete solite bere e in grado di reggere e attenersi al piano.

Di cosa parliamo?
Niente di troppo personale, niente ex, niente politica, navigate sulla superficie senza andare troppo a fondo.
Città, viaggi, film, libri, hobby: presentatevi come il trailer ben fatto di un film, facendo intuire cosa c'è dietro, cosa vi piace e chi siete, ma senza esporre dettagli della vostra vita privata che vi potrebbe spiacere aver raccontato a uno sconosciuto nel caso non doveste più vederlo.
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