Amarsi nonostante tutto: cosa significa davvero accettare il partner con i suoi difetti?


Ci raccontano che l’amore vero è quello che resiste a tutto. Che se ami davvero qualcuno, lo accetti così com’è, senza provare a cambiarlo, senza aspettarti che sia diverso, senza farti domande. Ma è davvero così?
Accettare il partner con i suoi difetti non significa subire, né chiudere gli occhi davanti a comportamenti tossici.
Non significa sopportare mancanze, scusare costantemente, rimanere in una relazione che ci fa più male che bene. Significa qualcos’altro, qualcosa di molto più profondo e difficile.
Accettare il partner non significa idealizzarlo
L’amore cieco è un amore pericoloso. Dire “l’amo così com’è” non può tradursi in “faccio finta che non abbia limiti, paure o comportamenti che mi feriscono”.
L’accettazione passa attraverso la consapevolezza: vederlo, davvero, senza filtri, senza illusioni, e scegliere di amarlo nonostante quello che vediamo.
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Capire la differenza tra difetto e incompatibilità
Ci sono difetti che si possono accettare – il disordine, la testardaggine, l’essere sempre in ritardo – e ci sono incompatibilità che vanno oltre la semplice accettazione.
Se i valori fondamentali sono troppo diversi, se la relazione ci fa sentire soli, se quello che l’altro è o fa ci ferisce profondamente, allora forse non si tratta di accettare, ma di riconoscere che quella persona non è la persona giusta per noi.
L’accettazione è reciproca
Accettare il partner significa anche accettare che lui, o lei, ci accetti a sua volta.
Se in una relazione siamo solo noi a chiudere un occhio, a fare compromessi, a lavorare sulle nostre mancanze mentre l’altro non si muove di un millimetro, allora c’è qualcosa che non va.
Cambiare per amore? Sì, ma senza snaturarsi
Un amore sano ci spinge a migliorare, a diventare una versione più consapevole di noi stessi. Ma non dovrebbe mai chiederci di cambiare la nostra essenza, di sacrificare chi siamo per far funzionare la relazione.
Se per stare con qualcuno dobbiamo continuamente annullarci o reprimere parti di noi, non è amore: è sopravvivenza.
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Accettare il partner non vuol dire giustificare l’inaccettabile
Ci sono cose che non devono essere accettate: il mancato rispetto, la violenza (fisica o emotiva), l’indifferenza, il tradimento sistematico, la mancanza di supporto quando ne abbiamo bisogno.
L’amore vero è accoglienza, non martirio.
Amare davvero significa vedere l’altro per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse
Accettare il partner per quello che è significa dire “sei imperfetto, come lo sono io, e scelgo di amarti comunque”.
Ma significa anche sapere quando l’accettazione diventa resa. Perché l’amore non è e non deve essere sopportazione. L’amore è libertà, anche di dire: “ti voglio bene, ma questo non fa per me”.
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