Si sono conosciuti da bambini, a 13 anni avevano già fondato una band e oggi tutto il mondo balla la loro ultima canzone, Paradise. Grazia ha incontrato gli Ofenbach, i due dj e musicisti parigini che hanno conquistato gli ospiti della nostra festa. Perché, raccontano, quando sono alla consolle sanno sempre quale emozione vogliono dare al pubblico
Sono in due, insieme non hanno neanche 50 anni, ma appena 23 a testa. Eppure amano il vintage, il loro film preferito è degli Anni 80, i loro idoli musicali arrivano dai 60 e dai 70. Per il nome d’arte sono andati ancora più indietro nel tempo, addirittura a metà Ottocento, e l’hanno rubato a un compositore franco-tedesco, togliendogli una “f”: si chiamano Ofenbach. Dorian Lauduique e César de Rummel sono musicisti e dj di Parigi.
Si conoscono da quando avevano 11 anni: si sono incontrati a scuola, durante un’esercitazione antincendio. A 13 anni già avevano la loro prima band. Nel 2016 sono diventati celebri con Be Mine, il brano più suonato dalle radio italiane nel 2017, e oggi tornano con un nuovo singolo, Paradise, con la collaborazione di Benjamin Ingrosso.
Uno è biondo platino con i capelli lisci e lunghi, l’altro castano, con la testa piena di ricci, entrambi sono altissimi. Ma soprattutto Dorian e César sono un meccanismo perfetto: parlano alternandosi a ritmo, uno completa le frasi dell’altro.
Come la mettiamo con tutti quelli che considerano i dj come “non musicisti”?
CÉSAR DE RUMMEL: «Ci sono diversi tipi di dj e di musicisti. La questione non ci tocca particolarmente, noi suoniamo da sempre. E poi se fai musica, e componi musica, sei un musicista»
Qual è il segreto del vostro successo?
DORIAN LAUDUIQUE: «Abbiamo fuso rock e “deep house”, cosa che nessuno aveva fatto prima». Come funziona il passaggio dalla band alla consolle?
CÉSAR: «È stato naturale. Intorno ai 18 anni abbiamo iniziato a interessarci di produzione e di musica elettronica, ci ispiravano artisti come Robin Schulz, che remixa classici del rock e volevamo provare anche noi. Così abbiamo portato una musica che amiamo, il pop rock, nel mondo dell’elettronica. Il nostro progetto è questo: modernizzare il rock».
Quindi non è un genere in declino, sta solo cambiando pelle?
CÉSAR:«Esatto. E noi combattiamo con esso, dandogli un tocco di modernità»
In che modo?
DORIAN: «Non solo con la tecnologia e basi elettroniche: quello è per forza moderno, appartiene al mondo dei computer. La nostra musica è un misto tra il futuro e il rock di ieri. Siamo nostalgici, amiamo molto le cose del passato: hanno un fascino che sta proprio nella mancanza di tecnologia. I film ne sono l’esempio migliore: prendete ET, Ritorno al futuro, I Goonies. Si vede benissimo che è tutto finto, gli effetti speciali sono grezzi, ed è proprio quello il bello».
CÉSAR: «L’importante è non rimanere ancorati al passato».
DORIAN: «Anche se, confesso, avessi una macchina del tempo andrei subito negli Anni 80».
Ma sul serio due ragazzi di 23 anni hanno come film culto I Goonies?
DORIAN: «È il migliore di sempre. Tanta avventura e la sensazione che tutti possano trovare un tesoro».
CÉSAR: «E poi i protagonisti sono tutti bambini, con problemi in famiglia».
Le vostre famiglie come sono? E quanto contano per voi?
CÉSAR: «Ognuno di noi, nella vita, di famiglie ne ha sempre due. Quella di sangue - nel mio caso madre, padre, mio fratello più grande e mia sorella più piccola - e quella che costruisci con gli amici». DORIAN: «Io e César praticamente siamo fratelli. Vedo più lui della mia mamma».
CÉSAR: «Dorian a volte va a dormire dai miei».
Come fate a stare così tanto insieme, e andare così d’accordo?
DORIAN: «Ci completiamo e ci equilibriamo, senza scontro di personalità. Ognuno ha il suo ruolo preciso: César suona il piano io la chitarra, cantiamo alternativamente, insieme produciamo i nostri pezzi».
CÉSAR: «Un equilibrio che funziona anche fuori dalla musica, perché siamo davvero diversi, fisicamente e caratterialmente».
In che modo?
DORIAN: «César ha i piedi per terra, è quello realistico»
CÉSAR: «Dorian è l’opposto, quello che pensa in grande, ma sognare molto è importante. Lui fa i voli di fantasia, io penso: “Ok, è possibile o no?”».
DORIAN: «Credo dipenda anche dall’educazione. I genitori di César con lui sono stati molto più severi, i miei un po’ meno, sono artisti».
CÉSAR: «Non è del tutto vero. Anche i miei hanno a che fare con l’arte: mia madre dipinge, mentre il mio papà è un banditore d’aste».
DORIAN: «Sa qual è la differenza vera?».
No, me la dica.
DORIAN: «I padri. Quando abbiamo detto che lasciavamo l’università per la musica, il mio ha detto: “Ok, ma fai solo quello, focalizzati su una cosa sola, perché qualsiasi altra, compresa l’università, ti distrarrebbe”».
CÉSAR: «Il mio ha detto: “Molla la scuola, ma solo per un anno e vedi come va”. Non mi ha mai più chiesto di ricominciare. Avevano un modo di pensare diverso, ma come vede, alla fine il risultato è stato lo stesso».
Dorian, diceva che i suoi genitori sono artisti. Che cosa fanno?
DORIAN: «La mia mamma era un’attrice, mio padre un musicista, ma hanno lasciato tutto e ora producono coltelli. Il mio papà diceva che nella musica c’erano troppe persone false».
Ed è vero? Ce ne sono?
DORIAN: «Sì. Ma noi al contrario siamo molto veri. Anche troppo, a volte».
CÉSAR: «E ci circondiamo solo di persone vere. Come il nostro manager. Non ci ammazza di lavoro solo per fare più soldi, ma si prende cura di noi».
DORIAN: «A volte ci chiede se siamo troppo stanchi».
Davvero? Eppure in Italia nella stessa sera avete suonato per noi di Grazia, e per Miss Italia.
CÉSAR: «Sì, però siamo pure molto giovani e abbiamo molta energia. Da quando è uscito Be Mine, abbiamo fatto solo 10 giorni di vacanza, ma non sono passati che due anni. È proprio questo il momento di lavorare duro per mettere radici».
Qual è la vostra grande ambizione?
DORIAN: «Poter vivere bene e tutta la vita di musica. Ma è una libertà che ottieni solo se diventi il numero uno».
CÉSAR: «Ci stiamo costruendo pian piano, ogni volta attraverso una sfida. Per esempio, quattro anni fa Dorian ha fatto un fotomontaggio con i nostri nomi in cartellone al mitico Olympia di Parigi, praticamente un’utopia. E invece, il prossimo mese ci suoniamo».
I vostri idoli, chi sono?
CÉSAR: «I Rolling Stones. Per la storia che hanno, per il loro impatto non solo sulla musica. Sono ancora lì, dopo oltre 50 anni».
DORIAN: «Gli Ac/Dc. Il concerto più figo che abbia mai visto. Nessuno ha la loro energia, ti arriva proprio addosso quando li vedi dal vivo».
CÉSAR: «Ma obiettivamente i più grandi di tutti sono i Beatles».
Chi ascoltate oggi?
CÉSAR: «Mi piacciono The War on Drugs».
DORIAN: «Amo tantissimo la band Portugal. The Man, presto collaboreremo, anche. Sono perfetti per tutto, per una festa e per fare l’amore».
Meglio le feste o l’amore?
DORIAN: «Entrambi: prima andiamo a una festa, poi facciamo l’amore. La musica per noi deve anche avere questo effetto».
CÉSAR: «Logico, no?».
So che vi piacciono molto le ragazze, ma siete anche femministi?
DORIAN: «Io no. Nel senso che per me il femminismo può anche diventare un problema, perché rischia di marcare una differenza tra uomo e donna, che non dovrebbe esistere».
CÉSAR: «Per me è importante che tra uomo e donna esista sempre reciproco rispetto»
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