Nabiha Akkari è uno dei nuovi volti del cinema francese, ma ha conquistato anche i registi italiani. E ora è protagonista di Taranta on the Road, dove interpreta una ragazza che, come lei, vuole costruire da sola il suo futuro.
«Mio padre era terrorizzato all’idea che facessi l’attrice. Oggi è molto fiero di me». E ha ragione. Perché Nabiha Akkari, 31 anni, dopo aver fatto perdere la testa a Checco Zalone in Che bella giornata e a Luca Argentero in Lezioni di cioccolato 2, è uno dei volti emergenti del cinema francese. E non solo. Ora arriva in Taranta on the Road, nei panni di Amira, una profuga in fuga dalla Tunisia che incontra sulle coste pugliesi una bizzarra band di musicisti. E Michael Haneke l’ha voluta in Happy End, a fianco di Isabelle Huppert.
Lei è francese, ma ha origini tunisine. Che cosa ha in comune con Amira?
«Come Amira anche io non mollo mai. Sono cresciuta in una famiglia umile, ho fatto tutto da sola, mio padre era muratore».
I suoi modelli?
«Isabelle Huppert. Interpreta donne intense che resistono, lottano, sopravvivono ai dolori. Ho recitato con lei nel film Happy End, ho scoperto un’anima dolce».
Come è stato lavorare con Haneke?
«Per quel film ci sono voluti tre mesi di provini, lo ricordo come un periodo duro, non mi davano mai certezze, mi sentivo presa in giro. All’ultimo incontro non volevo presentarmi. Poi la mia migliore amica mi ha detto: “Vai, o non ti parlo più”. Sono andata e ho ottenuto il ruolo».
Si sente ancora con Luca Argentero?
«Sì, siamo amici. Quando mi spiegarono che nel film avrei dovuto conquistarlo, ho detto subito: “Ok, ma mi servono almeno tre ore di trucco per essere credibile”. La prima volta che l’ho visto era così bello che non sembrava un uomo vero».
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